L’Agnello di Sardegna IGP fa scuola e diventa progetto pilota per la sostenibilità

MACOMER (NU) – Sensori che trasmettano in tempo reale all’allevatore lo stato di salute degli animali e le criticità nell’ambiente dove vive. Ma anche monitoraggio e controllo delle emissioni di gas serra, con il bilanciamento del carbonio e l’impegno ad attuare pratiche per la sua diminuzione. Sono due dei progetti (TechCare e LIFE Green Sheep) che vedono le aziende del Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp in prima linea: “l’attenzione per la qualità delle carni – spiegano dal Contas – passa anche dai progetti innovativi che i pastori stanno sperimentando per il tramite dell’ente, impegnato non solo a diffondere buone pratiche di allevamento e benessere animale ma anche a farsi da tramite tra gli enti di ricerca, Università e la stessa Unione Europea, nell’accesso dei consorziati a pratiche che perseguono obiettivi di sostenibilità”.

Il consumatore finale, nell’acquisto dei prodotti a Indicazione geografica protetta della filiera ovina sarda, avrà quindi contezza che, oltre a consumare carni di altissima qualità, sta sostenendo un comparto che investe nel segno delle politiche europee di sicurezza e tutela ambientale, oltre che benessere animale. Le aziende che producono Agnello di Sardegna Igp sono quindi attente all’innovazione perchè perseguono l’obiettivo di implementare i sistemi innovativi e tecnologici che le supportano.

A questo è dovuta la partecipazione del Consorzio al secondo meeting annuale di TechCare che si teneva a Glascow, in Scozia , a fine settembre: si tratta di un progetto internazionale finanziato dall’Ue, della durata di quattro anni che riguarda lo sviluppo e l’innovazione in zootecnia, e ha come obiettivo la diffusione della innovazione tecnologica negli allevamenti di piccoli ruminanti, su cui la comunità europea punta per raggiungere diversi obiettivi economici e ambientali. Protagonisti sono gli allevatori, i responsabili di consorzi di produzione, di impianti di trasformazione delle carni, i consulenti aziendali, i veterinari, gli alimentaristi e i ricercatori. Sono loro che nel primo anno hanno partecipato attivamente a disegnare un quadro di quelle che sono le esigenze e le possibili soluzioni del mondo allevatoriale. Provenienti da nove Paesi (Irlanda, Francia, Spagna, Italia, Romania e Grecia, UK, Norvegia ed Israele), con l’aiuto di importanti Istituti di ricerca ed imprese ICT (tra cui Abinsula di Sassari), dopo aver individuato i principali problemi, attraverso numerosi incontri, sono state valutate le tecnologie successivamente sviluppate nelle aziende pilota, come ad esempio Bonassai. Le fasi successive porteranno alla fine del percorso, a un’applicazione diretta su più larga scala.
La tecnologia che si lavora a sviluppare, a servizio degli allevamenti dunque aiuta gli allevatori a minimizzare l’utilizzo di risorse, ridurre l’utilizzo di farmaci, aumentare la produttività e mantenere soprattutto un benessere animale costante.

Life Green Sheep invece, presentato durante l’assemblea annuale dei soci Contas che si è tenuta a Borore il 28 ottobre scorso, dal professore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, Alberto Stanislao Atzori “punta a promuovere un approccio che consenta agli allevamenti ovini di quantificare, e ove possibile, ridurre le proprie emissioni di gas serra con la costruzione di una rete di aziende agricole innovative per valutare la fattibilità dei piani per il bilanciamento del carbonio e verificarne l’impatto sulle prestazioni tecnico – economiche e ambientali, e allo stesso modo valutare l’efficacia degli strumenti utilizzati” ha spiegato il docente universitario alle aziende presenti in sala. Un progetto che durerà fino al 2025, per le quali le adesioni sono aperte e che porterà le aziende ad attuare un “Carbon Plan” per certificare la propria azienda “Life Green Sheep”.

“Non potevamo non essere parte attiva di due progetti così importanti che portano le aziende sarde aderenti al Contas a raggiungere parametri d’avanguardia, comunicando al consumatore la sicurezza e la grande qualità delle carni – spiega Battista Cualbu, presidente del Contas -. Rappresentiamo e raggruppiamo infatti la maggior parte degli allevamenti ovini della Sardegna, con 5100 aziende, distribuite in maniera omogenea in tutto il territorio regionale ed abbiamo prodotto nel 2021 l’85% degli agnelli da latte italiani Igp destinati alla macellazione. Collaboriamo poi con i diversi Enti che si occupano in Sardegna di ricerca e innovazione come Agris e l’Università di Sassari che sono tra i partner di questo progetto”.
Ogni fase dei progetti di ricerca e di sviluppo di nuove tecnologie “sono sempre occasione di crescita per le nostre aziende – commenta il direttore del Contas Alessandro Mazzette -. Per Tech Care ad esempio in qualità di advisory board, abbiamo potuto verificare lo stato di perfezionamento dei sensori e dei sistemi automatici in grado di comunicare con un’allerta precoce, diverse situazioni di criticità come ad esempio uno stato di malnutrizione, o eventuali zoppie degli ovini, o la presenza di fattori ambientali sfavorevoli. In questo modo gli allevatori possono intervenire in modo adeguato e limitare le situazioni critiche. Assieme a Tech Care e Life Green Sheep sono numerosi i progetti di ricerca che seguiamo – continua Mazzette – e nei quali siamo impegnati come Consorzio. Perseguiamo con i nostri soci il miglioramento della filiera dell’agnello di Sardegna Igp, assieme all’obiettivo di una sempre maggiore sostenibilità e certificazione delle carni, in un quadro mondiale delicato che ci deve però vedere protagonisti del nostro futuro”.

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