Tutela marchio Italia è una delle prime sfide da affrontare. Lollobrigida presenta Linee programmatiche Masaf

ROMA – “La tutela del marchio Italia è una delle prime sfide da affrontare. La nostra Nazione deve puntare sulla qualità, caratteristica che rende uniche, nel mercato globale, le nostre produzioni agroalimentari.

Questo pomeriggio a Palazzo Madama, nel corso delle comunicazioni sulle linee programmatiche del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste davanti alle competenti commissioni congiunte di Camera e Senato, presiedute dal deputato Mirco Carloni e dal senatore Luca De Carlo, ho illustrato quale sarà l’impegno che porteremo avanti con il governo Meloni per dare centralità al comparto. Un settore importante non solo per la nostra economia, ma anche per la cultura italiana”.

Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida presentando le Linee programmatiche alle commissioni congiunte di Camera e Senato.

“Combattere il caporalato per dire ‘no’ all’importazione di nuovi schiavi, dare sostegni concreti all’agroalimentare e puntare sull’innovazione sono alcuni dei punti dai quali è nato un costruttivo e interessante dibattito, che si avrà modo di approfondire attentamente nei prossimi incontri”, conclude il ministro.

Premessa

Onorevoli Presidenti, [Onorevoli Colleghi], sono qui oggi per condividere con voi le strategie e gli obiettivi principali della politica agricola nazionale che, come Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, intendo sostenere e rilanciare, con forza, impegno e determinazione.

Il Governo Meloni ha voluto dare un segnale chiaro della propria volontà di riconsegnare al settore il ruolo da protagonista che gli spetta, anche con il cambio di denominazione del Dicastero che ho l’onore di guidare.

L’idea alla base di questa scelta è quella di traghettare il mondo agricolo in un sistema di valori e maggiori tutele, che trova nel concetto di sovranità alimentare l’affermazione del made in Italy agroalimentare, delle tradizioni, delle produzioni e dei nostri territori rurali, con una forte identità e un rinnovato protagonismo.

È fondamentale che i produttori italiani siano attori principali del percorso che vogliamo affrontare per un pieno sviluppo del settore agricolo.

Sono gli agricoltori, infatti, i custodi del nostro territorio e dell’immenso patrimonio agroalimentare e forestale del nostro Paese.

Il contesto

Sono loro, tuttavia, tra quelli che maggiormente hanno retto l’impatto dell’emergenza sanitaria, a subire le maggiori conseguenze della crisi energetica e del conflitto russo ucraino, insieme agli effetti legati ai cambiamenti climatici, che hanno portato i costi di produzione a livelli insostenibili.

Il caro energia e l’inflazione di questi ultimi mesi, che ad ottobre si assestava all’11,8%, oltre a pesare sulle famiglie italiane, sta portando ad assottigliare sempre di più i margini di redditività delle imprese, in particolare nel settore agroalimentare.

Questa emergenza in corso induce tutti noi a riconoscere che la produzione di cibi sani e di qualità insieme alla capacità di approvvigionamento delle materie prime agricole sono le priorità del Paese, che ci impongono precisi obiettivi strategici in termini quantitativi e qualitativi e di equità dei prezzi che non dovrebbero mai scendere al di sotto dei costi di produzione. Non si tratta solo di una questione economica, ne va della sicurezza del Paese. Gli approvvigionamenti di cibo sono fondamentali anche per garantire la pace sociale.

Permettetemi ora di entrare nel merito delle principali linee di intervento e degli strumenti che dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali che vi ho sin qui descritto.

La sovranità alimentare

Ho già avuto modo di illustrare alle Camere che il concetto di sovranità alimentare, non sia altro che il diritto di una nazione di scegliere e difendere il proprio sistema alimentare e decidere il proprio modello produttivo, in alternativa all’omologazione alimentare globale e al cibo sintetico.

Il Governo è fermamente contrario al cibo ‘artificiale’, e in questo senso si sono espressi sinora moltissimi Consigli regionali e comunali quasi sempre all’unanimità.

Il nostro è un modello di produzione che mette al centro i prodotti di qualità, la stagionalità, le filiere corte e la centralità dell’agricoltore e delle aree rurali in cui opera. Sono tutti fattori che garantiscono cibo sano, a un prezzo accessibile all’interno di un sistema produttivo in grado di assicurare costantemente un elevato livello di sostenibilità ambientale.

La sovranità alimentare garantisce da un lato il produttore ed il collegamento al rispetto alla capacità di produrre e dall’altro il consumatore finale con la garanzia di cibo disponibile per tutti e di qualità.

La dieta mediterranea e i suoi prodotti d’eccellenza vanno sempre difesi valorizzando la loro storia, le tradizioni e i valori culturali che trasmettono da secoli.

Per questo motivo, nell’ambito della legge di bilancio, abbiamo previsto specifiche risorse per l’istituzione di un Fondo dedicato alla sovranità alimentare.

La missione di questo dicastero è quella di rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.

A tal proposito vorrei sottolineare l’impegno profuso dal Presidente Giorgia Meloni in ambito G20, contribuendo a facilitare il negoziato sul grano, che ha raccolto il sostegno di tutti i leader.

Per questo motivo, ho proposto di istituire, sempre con legge di bilancio, un ulteriore fondo destinato all’acquisito di beni alimentari di prima necessità dei soggetti economicamente fragili.

Tutela del made in Italy

L’omologazione alimentare, il cibo sintetico, sistemi di etichettatura fuorvianti, i numerosi tentativi di imitazione, se non addirittura di contraffazione, del cibo di qualità sono alcune delle minacce oggi più ricorrenti.

L’Italia deve rimanere presidio di eccellenza e di sostenibilità, difendendo, come già detto, con convinzione i principi della dieta mediterranea e mantenendo intatta la grande varietà qualitativa e produttiva che ci contraddistingue nel mondo.

Da questo punto di vista dobbiamo promuovere un vero cambio di mentalità a livello europeo: dobbiamo promuovere la consapevolezza dell’utilità di una produzione di qualità che rappresenta uno degli elementi culturali del nostro continente, oltre che garanzia di crescita economica nel rispetto della salute e della sostenibilità ambientale. La difesa dei prodotti europei di eccellenza vede ovviamente primeggiare la produzione italiana ed è oggi necessaria un’azione sinergica con le altre nazioni europee finalizzata a fare fronte comune rispetto a chi considera questo valore un fatto secondario.

È proprio per questo motivo, che l’Italia continua a contestare quei sistemi di etichettatura (primo tra tutti il Nutriscore) che mirano a condizionare il consumatore nelle sue scelte, piuttosto che garantirgli una ampia e trasparente informazione, che può essere garantita da altri strumenti che contribuiremo a promuovere.

La notizia pervenuta di recente circa l’aggiornamento da parte della Commissione UE di questo progetto, che tornerà ad essere esaminato non prima del 2024, deve essere colta con favore perché deriva dall’intensa attività svolta dal parlamento, dal mondo produttivo italiano e con fermezza dal Governo.

Vogliamo che i cittadini siano sempre nelle condizioni di effettuare scelte consapevoli, attraverso informazioni trasparenti in etichetta, complete anche di indicazioni chiare sull’origine delle materie prime degli alimenti.

Per questo motivo – nelle more dell’adozione del nuovo regolamento europeo in materia di etichettatura degli alimenti – intendiamo prorogare, oltre il 31 dicembre 2022, il regime sperimentale italiano che obbliga l’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.

Anche nell’ambito della revisione dei regolamenti del sistema DOP e IGP intendiamo affermare in Europa una visione strategica che ha come capofila l’Italia.

L’Italia è il Paese europeo che vanta il maggior numero di indicazioni geografiche (845 DOPIGP e STG). Si tratta di cibi e vini essenziali in termini di valorizzazione delle risorse umane e della biodiversità dei territori che fa dei prodotti DOP e IGP del nostro Paese un unicum nel panorama comunitario e globale.

In base al Rapporto ISMEA-QUALIVITA 2022, nel 2021 il valore dei prodotti a Indicazione Geografica (DOP e IGP) alla produzione, per il comparto food, ammonta a poco meno di 8 miliardi di euro (+9,7% rispetto al 2020), mentre al consumo viene stimato in circa 16 miliardi di euro (+4,5%). Il valore delle esportazioni ha superato i 4,4 miliardi di euro (+12,5%).

Per quanto riguarda il Vino, il valore dei prodotti imbottigliati a DOP e IGP alla produzione ammonta a oltre 11 miliardi di euro (+21,2%), con un valore delle esportazioni si avvicina ai 6,3 miliardi di euro (+13%). Il valore totale dell’export di qualità ammonta quindi a circa 11 miliardi di euro.

Oggi è ancora più evidente la necessità di rafforzare il sistema delle tutele, sia sul mercato comunitario (prosek e aceto balsamico), sia sul mercato globale, tramite un potenziamento delle clausole di reciprocità per assicurare la difesa della qualità anche per i prodotti provenienti dall’estero.

Per questa via, potremo assicurare alle imprese del tessuto agroalimentare nazionale maggiori livelli di competitività e una più equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera produttiva, dall’agricoltore al consumatore finale, passando per la trasformazione industriale.

La promozione in Italia e all’estero delle eccellenze nazionali gioca un ruolo fondamentale ed è cruciale potenziare queste misure per continuare a garantire i successi dell’export italiano.

Per questo motivo il MASAF, poche settimane fa a Bruxelles, si è battuto per scongiurare la proposta della Commissione Ue inerente al programma di promozione orizzontale 2023, che puntava a tagliare le risorse per prodotti come le carni, i salumi e il vino, considerati potenzialmente dannosi per la salute.

Questa è la logica di una azione condivisa e comune che deve puntare al rafforzamento del sistema-Italia, con il coordinamento di tutte le forze in gioco.

A tal proposito, intendo intensificare il lavoro con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, attraverso un tavolo permanente di confronto sulle specifiche esigenze del settore agroalimentare italiano.

Dobbiamo inoltre rafforzare le attività di ricerca e sperimentazione sul tema della qualità del cibo e del cibo “artificiale”. A tal proposito, ritengo degna di nota l’iniziativa del CREA di realizzare un laboratorio dedicato alla “genomica, metabolica nutrizionale e degli alimenti”.

Come ho già avuto modo di rappresentare in altre sedi istituzionali, il Governo è fermamente contrario al cibo artificiale, sintetizzato in laboratorio. Come Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è mia ferma intenzione quella di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni, che rischia di spezzare il legame millenario tra agricoltura e cibo. Il nostro Paese sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti di forza del Made in Italy. Confermo quindi il mio personale impegno nel ribadire in ogni sede questa posizione.

Infine, annuncio di aver firmato un apposito Decreto per costituire i ‘Distretti del biologico’, una grande opportunità da cogliere in piena sinergia con i territori, le Regioni, il mondo agricolo e agroalimentare.

Attività ICQRF

Al fine di assicurare la sicurezza e la qualità degli alimenti in un mercato ormai globalizzato è di fondamentale importanza rafforzare i controlli ufficiali a salvaguardia dei consumatori.

A tale scopo dobbiamo assicurare al nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), le risorse e gli strumenti necessari per un efficace contrasto agli illeciti agroalimentari e alle pratiche commerciali sleali lungo la filiera.

L’ICQRF svolge, infatti, un ruolo molteplice e centrale nell’ambito del controllo e della tutela delle produzioni di qualità e, più in generale, del made in Italy agroalimentare ed è, in tal senso, il più importante organo di controllo europeo e uno dei maggiori a livello mondiale.

L’attività del ICQRF riguarda in particolare:

la prevenzione e repressione delle frodi nel commercio dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per l’agricoltura, attraverso un’intensa attività di contrasto al crimine agroalimentare, che si basa anche sulle verifiche analitiche realizzate dai laboratori dell’ICQRF;

la vigilanza degli Organismi di controllo nell’ambito delle produzioni di qualità agroalimentare (DOPIGPSTG, Biologico);

il contrasto dell’irregolare commercializzazione dei prodotti agroalimentari introdotti da Stati membri e da Paesi terzi, con scrupolose attività di verifica della tracciabilità e l’etichettatura;

l’irrogazione di sanzioni amministrative, quale autorità nazionale per le violazioni in campo agroalimentare.

Al 31 dicembre 2021 l’ICQRF ha effettuato circa 50.000 controlli per 15 milioni di euro di sanzioni e 30 milioni di beni sequestrati.

Inoltre, da un anno, l’ICQRF opera anche nella veste di Autorità nazionale per il contrasto delle pratiche commerciali sleali, con attività di accertamento delle violazioni, verifica della correttezza dei rapporti in diversi segmenti delle filiere agroalimentari (produttori, associazioni, mediatori, industrie e grande distribuzione organizzata), in particolare nei settori del lattiero-caseario, olio di oliva, ortofrutta e carni e irrogazione delle relative sanzioni.

Va rilevato che l’intensa attività a contrasto del crimine, nel settore agroalimentare, compiuta dagli ispettori e dagli analisti, ha portato, nel corso del corrente anno a circa 370 sequestri per un valore di oltre 30 milioni di euro.

Nell’ambito della futura programmazione sarà garantito un costante e maggiore impegno su questa attività, anche mediante una puntuale pianificazione dei controlli, sulla base delle informazioni di mercato e sull’analisi del rischio.

L’opera dell’ICQRF è particolarmente preziosa nel tutelare i prodotti di qualità sul mercato globale, anche attraverso specifici accordi di collaborazione con le Autorità di altri Paesi (sono già attivi accordi specifici con USA, Cina, Moldavia, Germania e Regno Unito).

L’Ispettorato coopera anche con i Consorzi di tutela e con le grandi piattaforme del commercio su internet anche per intercettare tempestivamente fenomeni di contraffazione e falso made in Italy.  Si tratta di un’attività, unica nel suo genere in Europa, che vanta, peraltro, una percentuale di successo elevatissima.

Contiamo di perfezionare ulteriormente l’attività di controllo dall’Ispettorato con il ricorso alle tecnologie più innovative.  Colgo l’occasione per segnalare che siamo in procinto di siglare un accordo di cooperazione universitario per un progetto di “intelligenza artificiale” da impiegare nell’attività di contrasto al falso made in Italy e all’evocazione dei nostri prodotti di qualità.

Intendiamo mantenere nei prossimi anni l’elevato livello di controlli che già oggi riusciamo a garantire, con l’obiettivo di tutelare i cittadini e assicurare le condizioni di concorrenza leale sul mercato.

A tale scopo, intendiamo rafforzare la collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera e le amministrazioni locali, con le quali l’ICQRF realizza azioni concrete sul campo e sta definendo protocolli specifici di cooperazione.

Infine, sosterrò con forza ogni iniziativa del Parlamento, volta ad ampliare le tutele in sede civile, penale e amministrativa nel settore agroalimentare e per combattere le agromafie.

Attività Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare

Nel quadro dei controlli, delle verifiche e delle attività mirate alla prevenzione, all’individuazione e alla repressione dei fenomeni criminali nel settore agroalimentare, ringrazio il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, che nel primo semestre 2022 ha controllato 853 aziende, verificato 3.866.202 euro di finanziamenti pubblici, sequestrato 3.785.396 kg di prodotti agroalimentari, sequestrato beni per un valore di 763.366 euro e segnalato all’Autorità Giudiziaria 62 persone.

La protratta crisi economica di questi anni ha portato all’innalzamento dei prezzi e all’impoverimento del consumatore, che ha perso potere di acquisto. Tale analisi ha condotto, in primo luogo, a rivolgere una specifica attenzione ai prodotti di largo consumo e ad effettuare verifiche ad ampio raggio in tutti i settori ed i canali commerciali dell’agroalimentare.

Rispetto, invece, all’altro ambito istituzionale di competenza del Comando, ovvero quello dell’illecito percepimento di fondi europei e nazionali erogati in seno alla Politica Agricola Comune (PAC), è stato segnalato che i cospicui investimenti pubblici previsti a sostegno degli imprenditori agricoli, tra cui l’esercizio di impresa in aree svantaggiate,  gli incentivi per talune pratiche agricole (produzione con metodo biologico) e il sostegno al reddito degli imprenditori agricoli, abbiano attirato l’interesse della criminalità organizzata.

Le conseguenti attività repressive hanno comportato complessi impianti investigativi e una specifica preparazione tecnica maturata sul campo.

In tal senso, il Comando ha perseguito una triplice direttrice: il sequestro preventivo per equivalente, il rapporto per danno erariale alla Corte dei Conti e le sanzioni amministrative.

Altri due tasselli del sistema di drenaggio delle risorse pubbliche, attuato dal crimine organizzato e dai sodalizi mafiosi, sono rappresentati dai falsi braccianti agricoli e dall’accaparramento di terreni agricoli.

Nello specifico, l’assunzione di falsi braccianti da parte di gruppi criminali, attraverso mendaci comunicazioni all’INPS circa l’utilizzo di manodopera agricola, permette l’illecita riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità per centinaia di migliaia di euro l’anno.

Il procacciamento illegittimo di enormi estensioni a vocazione agricola, specie quelle demaniali, che sono tipicamente a canone calmierato, ostacola o addirittura preclude la concorrenza di terzi interessati, condizionando pesantemente l’esercizio e lo sviluppo di un’armonica e sana imprenditoria agricola.

Rinnovo, pertanto, il mio ringraziamento al Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, per l’intensa e preziosa attività svolta e per le operazioni condotte a termine, tra le quali voglio citare l’operazione “Chimera”, conclusasi nel settembre 2021, con ordinanza di custodia cautelare a carico di 50 soggetti appartenenti alla famiglia mafiosa Sanfilippo di Caltanissetta e, al nord, le operazioni “Scarlatto” e “Scarlatto 2”, relative a denunce per frode nella città di Torino.

Per tutte queste ragioni già dal prossimo anno conto di ampliare significativamente la dotazione di Carabinieri assegnati al Ministero.

PNRR

Per quanto riguarda il PNRR, le misure assegnate in titolarità al Ministero sono tutte in corso di implementazione, nel pieno rispetto delle tempistiche previste.

Sono misure di grandissima rilevanza per il futuro sviluppo del settore agroalimentare e di cui intendiamo garantire la rapida ed efficace attuazione.

Gli interventi li conosciamo bene: Sviluppo della logistica per il settore agroalimentare, della pesca, acquacoltura, silvicoltura e florovivaismo (800 milioni di euro), Parco Agrisolare (1,5 miliardi di euro), Meccanizzazione e innovazione nel settore agricolo e agroalimentare (500 milioni di euro), Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo (880 milioni di euro), a cui si aggiunge l’intervento relativo ai contratti di filiera e di distretto a valere dal Fondo Complementare (1,2 miliardi di euro).

Vorrei sottolineare che il mondo produttivo sta manifestando grande interesse per tutti gli interventi che sono in corso di realizzazione da parte del MASAF.

Ed è per questo che credo sia opportuno coinvolgere maggiormente le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo ed energetico nel confronto tecnico connesso all’attuazione delle diverse azioni del PNRR.

È evidente che la mutata situazione socioeconomica del nostro Paese, a partire dai rincari dei costi energetici e delle materie prime, ci impongono di fare, insieme, delle riflessioni sull’impostazione del PNRR.

Siamo convinti che, nell’ambito di un dialogo costruttivo con la Commissione UE, sia possibile migliorare alcune misure per renderle ancora più efficaci.

È il caso, ad esempio della misura di meccanizzazione agricola dove è necessario aggiornare il novero delle tipologie di macchine che possono essere oggetto di investimento, o della misura relativa ai sistemi irrigui, per la quale gli extra-costi intervenuti, non consentono di completare al 100% le opere previste con le risorse disponibili. È necessario infine superare il concetto dell’autoconsumo per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche con l’ipotesi di adozione di un cloud energetico nazionale.

Abbiamo, quindi, messo a punto un pacchetto di proposte di aggiornamento del Piano sia relative all’integrazione e allo scale up delle misure MASAF sia finalizzate ad accelerare l’attuazione dei progetti e a rafforzare l’assistenza tecnica e la capacità amministrativa, proposte di cui ho avuto modo di parlare con il Ministro Fitto e che vanno accompagnate da un processo di semplificazione normativa che permetta di rispettare le tempistiche previste.

Esse includono anche la richiesta di assegnazione di nuove risorse o la possibilità di compensazione dalle risorse esistenti, per rafforzare la dotazione di quelle misure, come ad esempio quella relativa ai contratti di filiera, che hanno registrato un numero di adesioni estremamente superiore alle attuali disponibilità finanziarie del Ministero. Le migliaia di aziende che hanno partecipato hanno proposto investimenti che superano ampiamente i dieci miliardi di euro, proprio a testimonianza della vitalità del settore. Dobbiamo fare in modo che le imprese realizzino gli investimenti proposti, in questo senso il continuo dialogo con il Ministro per gli affari europei è necessario per individuare risorse aggiuntive su questa misura.

Siccità e investimenti irrigui

La siccità, che proprio quest’anno si è manifestata con particolare veemenza, deve indurre tutti noi ad intraprendere le azioni necessarie per prevenire simili emergenze.

La carenza d’acqua sta mettendo a dura prova vaste aree del territorio nazionale italiano, con gravi disagi per cittadini e aziende. In particolare, in agricoltura tale carenza ha un diretto impatto su quantità e prezzi degli alimenti sul mercato.

La dispersione idrica e la mancanza di approvvigionamenti per famiglie e imprese sono problemi endemici del nostro Paese. Al di là delle enunciazioni, interventi strategici non sono stati realizzati. È giunto il momento di affrontare questi problemi in un’ottica di medio-lungo termine, pianificando interventi strutturali e soluzioni di sistema e procedendo ad una significativa semplificazione amministrativa per alleggerire gli oneri burocratici che, ad ogni livello, rallentano ed impediscono le più efficaci iniziative pubbliche e private. I recenti programmi di finanziamento (fondi europei e nazionali), hanno previsto ingenti risorse per gli interventi sulle infrastrutture irrigue collettive, per l’ammodernamento e l’efficientamento del servizio di irrigazione collettiva, per l’incremento delle disponibilità di acqua, per l’efficientamento delle reti e relativi sistemi di gestione e monitoraggio. Questi fondi sono diretti in particolare a misure di intervento nella fase del trasporto dell’acqua irrigua e di efficientamento del servizio idrico di irrigazione collettiva.

In conformità al Piano Strategico della PAC 2023-2027, per tutelare le colture, riteniamo utile inserire negli strumenti di pianificazione disposizioni che permettano la costruzione di nuove strutture – come i piccoli invasi interaziendali da realizzare e manutenere ad opera di aziende agricole o da Enti irrigui in zone collinari – e prevedere la riqualificazione e il potenziamento di quelli esistenti in modo da disporre di una rete infrastrutturale più performante e idonea a ridurre gli sprechi di acqua.

Per incrementare la produzione di acqua ad uso agricolo intendiamo lavorare sulla tecnologia degli impianti di desalinizzazione del mare e intervenire sugli sprechi di acqua presso gli invasi di collina e di pianura, tramite l’implementazione di impianti di irrigazione a goccia e di tutte le nuove tecnologie che permettono di razionalizzare il consumo di acqua.

L’emergenza idrica in corso dimostra la necessità di ulteriori investimenti per i prossimi anni, con particolare attenzione al potenziamento delle infrastrutture di stoccaggio e valutando il ricorso a fonti idriche non convenzionali (es. riutilizzo di acque reflue).

Tra le prime iniziative poste in essere al MASAF vi è inoltre la proposta di istituire una Cabina di Regia nazionale, in grado di affrontare, con lungimiranza e professionalità, le problematiche legate alla gestione dell’acqua e definire i conseguenti interventi. Ho proposto al Ministero delle infrastrutture ed al Ministero dell’ambiente di attivarsi per una strategia nazionale di pianificazione di breve, medio e lungo periodo.

Ritengo che sia prioritario anche garantire la realizzazione di un Piano invasi che possa assicurare all’agricoltura l’acqua necessaria per aumentare la produttività, ma anche che dia risposte anche ai cittadini e alle imprese di ogni settore. Allo stesso tempo si potrà tornare ad investire sulla produzione di energia idroelettrica attraverso i pompaggi ed utilizzare l’eventuale copertura degli invasi per la produzione di energia solare. Ricordo a tutti che la più sostenibile forma di accumulo di energia è proprio quella degli invasi d’acqua che, essendo una fonte programmabile, può aiutare in un momento complesso come quello che stiamo vivendo.

Gestione del rischio e Piano Strategico della PAC

Dal prossimo anno, alle assicurazioni agevolate, sarà affiancato il Fondo di mutualizzazione nazionale, cui potranno accedere tutti gli agricoltori che ricevono pagamenti diretti.

È questa una delle misure innovative previste dal Piano strategico della nuova PAC, che entrerà in applicazione dal 1° gennaio 2023.

La struttura ministeriale, insieme agli enti vigilati CREAISMEA e AGEA, sta lavorando alacremente per garantire l’implementazione del nuovo Piano, di cui si attende l’approvazione ufficiale da parte della Commissione UE nel mese di dicembre.

Ricordo a tutti noi che stiamo parlando di un Piano che ha l’ambizione di definire le misure in grado di garantire, in sinergia con gli interventi PNRR, il necessario supporto per lo sviluppo del settore agroalimentare del nostro Paese per i prossimi 5 anni.

Un Piano che gode di una dotazione di circa 35 miliardi di euro e che includerà, per la prima volta in un documento unitario, anche tutti gli interventi di Sviluppo Rurale.

Contrasto al caporalato


Come ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ho firmato il decreto interministeriale sulla ‘condizionalità sociale’. Il provvedimento ha l’obiettivo di garantire idonee condizioni di lavoro, tutelare le norme di salute e sicurezza all’interno delle aziende agricole, nonché contrastare il caporalato e il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori del settore. In un successivo provvedimento, di concerto con il dicastero del Lavoro, saranno esplicitate le sanzioni relative alla mancata attuazione di questo decreto che intende promuovere l’applicazione delle direttive UE.

La condizionalità sociale è un’iniziativa che si colloca nell’ambito di un più ampio impegno del MASAF nel contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il caporalato.

Intendiamo moltiplicare gli sforzi per il contrasto dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in campo agricolo di manodopera a basso costo, alimentati dal costante e crescente flusso migratorio e dall’incremento galoppante dei costi produttivi.

Il nostro approccio è quello di avere tolleranza zero verso chi pensa che nel nostro Paese gli esseri umani possano essere trattati come schiavi. Difendendo i lavoratori, tuteliamo anche le imprese agricole oneste che subiscono la concorrenza sleale degli sfruttatori.

Proprio al fine di ostacolare e prevenire il diffondersi di tali fenomeni di illegalità, la legge di prevenzione e contrasto al Caporalato prima, unita al Piano triennale e al lavoro portato avanti dal Ministero nel contesto del Tavolo inter-istituzionale di definizione delle strategie di contrasto al caporalato, ci consentono di sviluppare, oggi, più efficienti misure di supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura e strumenti per il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.

Si tratta di azioni prioritarie su cui vogliamo investire, innovando le aziende agricole, valorizzando le pratiche virtuose di produzione dei prodotti e favorendo il contrasto alla concorrenza sleale. In una parola restituendo dignità al lavoro e ai lavoratori agricoli.

Sono tutti principi cardine del Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dell’azione che il Ministero porta avanti fin dal primo giorno di insediamento: contrastare il lavoro nero, assicurare che nel settore agricolo gli operatori siano tutti in regola, utilizzare contratti stagionali e prevedere la possibilità di strumenti flessibili per l’occupazione.

Sostenibilità economica, ambientale e sociale della filiera agroalimentare 

Attraverso le risorse messe a disposizione dai diversi programmi nazionali ed europei, intendiamo creare le condizioni per un modello agricolo sempre più competitivo sui mercati internazionali, in grado di dare un reddito dignitoso agli operatori della filiera e di garantire cibo sicuro e di qualità sulle tavole dei cittadini.

L’intento è quello di integrare sempre di più gli aspetti sociali nella valutazione complessiva della sostenibilità delle aziende agricole.

Sul tema della sostenibilità ambientale, l’agricoltura italiana è un sistema all’avanguardia.

Vantiamo, tra l’altro, una delle percentuali più elevate in Europa di superficie coltivata con metodo biologico, che ha raggiunto il 17,4% nel 2021 (9,5% in Germania, 10% in Francia, 10,7% in Spagna) e può puntare a raggiungere il 25% previsto dalle Strategie europee al 2030.

Il Ministero intende, inoltre, rendere pienamente operative le nuove certificazioni europee relative alla sostenibilità ambientale e al benessere animale, che consentono alle imprese, che si impegnano maggiormente su questi fronti, di distinguersi nei confronti dei consumatori.

La sostenibilità ambientale deve, infatti, rappresentare un’opportunità.

Per questo motivo ci opponiamo a quelle iniziative europee che intendono introdurre ulteriori divieti e obblighi generalizzati, che non tengono conto della realtà delle singole aziende e dei territori, ma finiscono solamente con l’incrementare i costi e gli oneri burocratici a carico delle aziende, peraltro già duramente provate dall’attuale contesto economico.

È il caso, ad esempio, della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, che ha sollevato grandi perplessità da parte di molti Stati Membri, tra cui l’Italia.

Anche su questi temi vogliamo farci promotori di un cambio di prospettiva in Europa, convinti che i Governi debbano sostenere, e non svilire, la capacità di produrre di più e meglio.

Una capacità che le nostre imprese possiedono e che ci rende forti nel mondo, anche grazie alla distintività delle nostre produzioni.

Come Governo vogliamo incoraggiare gli investimenti in innovazione.

Proprio per questo motivo ho proposto di istituire, in questa legge di bilancio, un Fondo per la digitalizzazione agricola, che vada ad affiancare gli strumenti già esistenti, in particolare nell’ambito del PNRR.

Con questa misura intendiamo favorire l’avvio di progetti finalizzati all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, pesca, acquacoltura e foreste, attraverso la diffusione delle migliori tecnologie per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché l’utilizzo di sottoprodotti.

Intendiamo inoltre, intervenire con azioni ancora più mirate ed efficaci per ridurre gli sprechi e le perdite di cibo, attraverso una collaborazione sempre più stretta e proficua tra produttori, trasformatori e distributori.

Le buone pratiche devono consentirci di implementare l’utilizzo delle tecnologie digitali, come la blockchain, per garantire la tracciabilità e sicurezza lungo tutto il ciclo produttivo e permettere un impiego più corretto dell’eccedenze, come antidoto anche alla produzione di cibo sintetico.

I dati del Censimento Istat 2020 confermano infatti che le aziende agricole condotte da giovani sono mediamente più grandi e professionalizzate, più moderne (digitalizzate e informatizzate) e maggiormente inclini alla multifunzionalità aziendale.

L’azione del nostro Governo si propone di sostenere gli strumenti di accesso alla terra per l’insediamento delle nuove generazioni e per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile e femminile, gestiti da ISMEA, favorendo il ricambio generazionale.

Si tratta di un problema che affligge in modo particolare il mondo agricolo e che, per tale ragione, viene affrontato anche nell’ambito del Piano Strategico della PAC, con interventi mirati, collaborando attivamente con le Regioni e le altre istituzioni.

Gestione sostenibile delle foreste
Anche il settore forestale è pienamente integrato nella nostra strategia e sarà oggetto di specifica attenzione.

Le foreste costituiscono l’ambiente più diversificato e diffuso sul nostro pianeta ma anche il più minacciato dalle attività umane e dai cambiamenti climatici. Abbiamo bisogno del nostro patrimonio verde ed è nostro dovere batterci per conservarlo.

Secondo i dati forniti dall’ultimo inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, nel nostro Paese i boschi rappresentano una percentuale rilevante della superficie totale.

La gestione sostenibile delle aree boschive può rappresentare un elemento trainante per la valorizzazione delle aree interne del Paese, soprattutto se affiancata ad interventi di ammodernamento delle infrastrutture e della viabilità, di digitalizzazione delle pratiche forestali, di semplificazione amministrativa delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali.

A tal fine occorre lavorare, in sinergia con le Regioni e PPAA, per attivare interventi mirati ad avere foreste in salute, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, ma anche di offrire benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni.

Dobbiamo, inoltre, rafforzare le azioni che mirano al contrasto del dissesto idrogeologico, in coordinamento con le iniziative in capo agli altri Ministeri competenti in materia.

Per questo motivo, nell’ambito del Piano Strategico della PAC saranno previste importanti misure dedicate alle foreste, anche nell’ottica di prevenzione dei dissesti ambientali.

Manca in questo fondamentale comparto, una strategia europea complessiva e definita per ogni singola Nazione, ma l’Italia per le Foreste si è dotata prima degli altri di un Piano Strategico Nazionale.

Settore ippico

L’ippica costituisce un importante settore economico del Paese, che coinvolge ampie categorie di operatori – allevatori, proprietari, allenatori, professionisti – e un numero rilevante di addetti della filiera, con notevole possibilità di incremento.

L’ippica è un comparto che va ridefinito nei suoi obiettivi, chiarendone le competenze in capo ai Ministeri competenti, è infatti ormai chiaro a tutti che la dismissione dell’Unire e l’assorbimento al Ministero hanno lasciato troppe questioni irrisolte, che vanno affrontate e normate al fine di garantire a questo settore la centralità che merita, efficientando le risorse ed evitando sprechi.

È un comparto di punta dell’agricoltura italiana che va, quindi, tutelato al meglio e va certamente promosso e valorizzato nel modo più efficace, valorizzandone una maggiore funzionalità ed integrazione con il territorio attraverso apposite convenzioni che giustifichino le ingenti sovvenzioni che lo Stato assegna a questo settore.

L’azione di riforma dovrà essere funzionale alla complessità della materia, al suo elevato grado tecnico, alle specifiche competenze occorrenti al suo corretto funzionamento, all’esigenza di una complessiva e organica ristrutturazione di tutti i diversi aspetti del settore.

La Pesca marittima e l’acquacoltura

Come ricordato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, grazie alla “favorevole posizione dell’Italia nel Mediterraneo e alle opportunità legate all’economia del mare, il settore può e deve diventare un asset strategico per l’Italia intera e in particolare per lo sviluppo del Meridione”.

La pesca è attività di particolare rilievo nazionale sotto il duplice profilo del legame col territorio e col tessuto economico e sociale e, sul piano politico, attività di proiezione sul mare e di collegamento diretto con le altre realtà economiche e di governo del Mediterraneo.

Poiché le risorse ittiche sono comuni a più Stati, la pesca ha una governance multilivello, con una forte componente internazionale.

A fronte di questa governance complessa, è fondamentale sostenere e rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Italia per promuovere il proprio interesse nazionale. Fra questi la partecipazione in sede UE e in sede Nazioni unite. La posizione centrale dell’Italia nel bacino del Mediterraneo va infatti valorizzata, promuovendo il suo ruolo di guida e interlocutore privilegiato degli altri Paesi rivieraschi, siano essi membri UE o Stati terzi.

Nell’ambito di attuazione della Politica comune della pesca (PCP), l’indirizzo italiano è quello di sostenere le iniziative europee in maniera critica e propositiva, sempre con l’attenzione rivolta all’interesse del settore e a tutte le persone che operano nella comunità ittica nazionale. Ciò non solo in termini di sostenibilità ecologica, ciò non solo in termini di sostenibilità economica, ma anche sociale per imprese e lavoratori, oltre che di tutela dei consumatori.

Il consumatore è infatti sempre più interessato al prodotto italiano, per caratteristiche mediamente superiori e lavorazione dei processi sicura e largamente sostenibile, aspetti che possono costituire il volano per riconquistare spazi di mercato oggi occupati dalle importazioni da Stati terzi.

In quest’ottica devono essere utilizzate al meglio le risorse finanziarie del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA), che vede impegnati assieme le Regioni e il MASAF. Centrali sono anche le risorse destinate al PNRR e soprattutto – per la pesca – le risorse del Piano ad esso complementare. Attraverso questi stanziamenti promuoviamo per la prima volta i contratti e l’integrazione per le filiere ittiche: uno strumento essenziale per far sì che tutti gli operatori possano beneficiare in maniera efficiente ed efficace delle catene del valore.

Sappiamo che il settore è stato pesantemente colpito dagli eventi imprevisti degli ultimi anni: prima la pandemia, e poi l’aggressione russa all’Ucraina. Questi avvenimenti hanno creato una forte pressione negativa. Non da ultimo con il grave incremento dei costi di produzione. Su questo punto interverremo, come stiamo già facendo con azioni concrete contro il caro gasolio. Abbiamo inoltre condiviso con la Commissione europea anche l’attivazione di una misura che ci permetterà di ristorare, almeno in parte, gli effetti negativi della crisi sui costi di produzione delle imprese di pesca e di acquacoltura.

Fauna selvatica

Permettermi ora di entrare nello specifico di una problematica quanto mai attuale nei nostri territori, e che riguarda la proliferazione incontrollata della fauna selvatica.

Il tema è stato oggetto di diversi ordini del giorno al Senato e alla Camera, rispettivamente incentrati sui grandi carnivori e sugli ungulati. Su queste delicate problematiche ci muoveremo tenendo conto delle indicazioni ricevute dai due rami del Parlamento.

La criticità maggiore riguarda gli ungulati, il cui numero, in costante aumento, provoca ripetuti episodi di danneggiamento delle colture e delle infrastrutture agricole, accompagnati da gravi problematiche di ordine sanitario negli allevamenti a causa della diffusione della Peste Suina Africana (PSA), oltre che rischi per l’incolumità pubblica.

La presenza di animali selvatici infetti può comportare addirittura l’adozione di drastiche misure, come l’abbattimento dei suini presenti nel raggio di diversi chilometri, con rilevante pregiudizio per la filiera agroalimentare e per l’occupazione in un settore strategico del Made in Italy.

In collaborazione con ISPRA, il Ministero della Salute ed il Ministero dell’Ambiente, intendiamo intervenire anche secondo quanto previsto dall’UE nella Direttiva Habitat, per l’aggiornamento della normativa nazionale, la legge n. 157 del 1992 (che nella sua attuale versione demanda ancora al corpo delle guardie provinciali ormai disciolto, gli abbattimenti).

Riteniamo che sia necessario introdurre una semplificazione delle procedure per l’adozione dei piani di contenimento approvati dalle Regioni e sostenere la ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, organo soppresso da oltre dieci anni, già con un collegato alla legge di bilancio.

Riforma del Ministero e semplificazione amministrativa

Sappiamo che per raggiungere gli obiettivi della strategia che vi ho illustrato serve una macchina amministrativa forte ed efficiente. E siamo consapevoli che semplificare i percorsi amministrativi è una delle principali strade che portano alla reale spesa dei fondi pubblici, in particolare quando si tratta di accompagnare investimenti privati con cofinanziamenti da parte dello Stato. Dobbiamo lasciare libere le imprese di investire e dare un supporto all’altezza da parte del Ministero, il mio impegno in questo senso sarà sempre massimo.

Per questi motivi ritengo necessaria una riforma del Ministero.

Da un lato dobbiamo saper rispondere alle legittime aspettative delle imprese ad avere risposte certe e in tempi brevi dalla Pubblica amministrazione. Si tratta di un elemento essenziale di competitività.

Dall’altro serve un potenziamento delle strutture anche puntando sui giovani che possano dare al Ministero un contenuto di innovazione nelle soluzioni per i problemi del settore.

La riforma del Ministero deve andare proprio in questa direzione, nel valorizzare le competenze e le professionalità a disposizione, anche rafforzando il controllo e l’indirizzo politico sugli Enti vigilati.

E’ inoltre mia intenzione, impegnarmi ad incrementare il Fondo Risorse decentrate interno del personale, anche al fine di incentivare, rafforzare ed incrementare le maggiori attività rese nella tutela del made in Italy e nel contrasto all’Italian sounding.

La semplificazione, infatti, passa dalle persone che fanno parte dell’amministrazione, così come da scelte di indirizzo politico. È mia intenzione quella di accelerare il percorso di sburocratizzazione di quanti più fronti possibili, a partire dalle circolari ministeriali.

Dobbiamo costruire un rapporto di fiducia tra l’Istituzione, i cittadini, le imprese e in generale il mondo degli operatori che danno vita a questo straordinario settore.

Collaborazioni con altri Ministeri

Abbiamo, come MASAF, attivato vari e proficui confronti con:

il Ministero della salute, con l’auspicio di individuare insieme indicatori e verifiche idonee a garantire la consapevolezza dei benefici derivanti da una sana e corretta alimentazione.

il Ministero dell’istruzione e merito, con il quale stiamo cercando di definire spazi di educazione alimentare nel ciclo di istruzione, che permettano ai più giovani di conoscere i sistemi di produzione e che, soprattutto, li mettano in condizione di operare scelte consapevoli rispetto ai prodotti alimentari.

il Ministero del turismo, per incentivare il turismo enogastronomico, già oggi tra i principali attrattori di flussi nel nostro Paese, ma che in un’azione coordinata e strategica potrebbe valorizzare i prodotti e le imprese agroturistiche.

il Ministero dei beni culturali, per rappresentare in sinergia le eccellenze italiane anche attraverso l’utilizzo della rete museale e del patrimonio artistico.

il Ministero delle imprese e del Made in Italy, per una tutela a 360° dei prodotti Made in Italy;

il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale abbiamo avviato virtuose interlocuzioni in modo da impiegare il nostro corpo diplomatico e l’agenzia ICE per il commercio estero.

In collaborazione con il Ministro dell’Agricoltura Ucraino Solskyi abbiamo aderito al progetto per liberare il grano ucraino che provvederà a garantire l’approvvigionamento nei Paesi più poveri.

Ritengo infine doveroso per il Governo italiano sollecitare una strategia europea in programmi di collaborazione attivi utili allo sviluppo delle economie agricole africane, specie nel Sahel. Riteniamo infatti indispensabile adottare azioni mirate a garantire alle popolazioni locali la possibilità di lavorare e vivere in condizioni dignitose evitando migrazioni di massa.

La legge di bilancio e la strategia del Governo

Vorrei concludere questo intervento illustrando le principali misure che abbiamo introdotto nella legge di bilancio per il rilancio del settore agroalimentare italiano.

In tempi record stiamo abbiamo realizzato una manovra finanziaria da 35 miliardi di euro, per affrontare le sfide epocali che il nostro Paese si trova davanti.

Le imprese agricole agroalimentari, con la nuova legge di bilancio potranno contare su importanti misure ed ingenti risorse per la ripresa economica e produttiva di questo settore strategico per il nostro Paese.

Tra le cose principali:

Abbiamo scongiurato l’aumento delle tasse per le imprese agricole prorogando anche per il 2023 l’esenzione dell’IRPEF per i redditi dominicali ed agrari;

Abbiamo sostenuto le misure per il ricambio generazionale dando la possibilità ai giovani di avviare la propria attività agricola versando zero contributi previdenziali;

In linea con l’indirizzo politico del Ministero ho chiesto e ottenuto un fondo da 100 milioni di euro per la Sovranità Alimentare. Un fondo che sarà destinato a sostenere la produzione agricola e le filiere che ne garantiscono gli sbocchi di mercato, anche a tutela del consumatore finale, garantendogli contenimento dei costi e qualità dei prodotti, nonché ad assicurare gli approvvigionamenti di materie prime nel nostro Paese;

Abbiamo voluto raccogliere la sfida della modernizzazione del settore agricolo istituendo un fondo da 225 milioni di euro per l’innovazione che favorirà la transizione digitale delle imprese agricole, nonché l’utilizzo di tecnologie innovative per rendere il nostro settore agroalimentare sempre più competitivo nel mondo;

Abbiamo messo a disposizione dei più bisognosi un fondo di 500 milioni di euro per dare aiuto alle fasce più deboli. Chiederemo, su questo, a tutta la filiera agroalimentare, compresa la grande distribuzione, un gesto di solidarietà per accompagnare ed amplificare questa misura che il Governo ha voluto e che io, personalmente, ho voluto con forza;

Abbiamo prorogato anche per il settore agricolo e la pesca i crediti d’imposta per l’energia e per l’acquisto di carburante.

Mi limito a questo. Ma come potete vedere, il bilancio del Ministero che ho l’onore e l’onere di guidare ricopre una centralità importante.

Sono convinto ed auspico che nel corso della discussione parlamentare della manovra tutti voi contribuirete ad arricchirla e a rafforzarla nell’interesse dell’agricoltura italiana e del Paese.

Questo è un programma molto ambizioso e non ho la presunzione di poterlo realizzare da solo. Ho bisogno di tutti: del Parlamento, delle Regioni e di tutto il mondo legato alla produzione e distribuzione agroalimentare. Intendo infine ringraziare le Forze politiche, che in questi anni hanno contribuito a garantire una unità di intenti che prescindessero dalla collocazione politica, e tutto il personale del Ministero, nel quale ho riscontrato grande impegno ed entusiasmo, ma soprattutto consapevolezza di essere essi stessi componente fondamentale nella difesa e valorizzazione di un comparto tra i più importanti della nostra straordinaria Italia.

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