Carne sintetica. Coalvi: il vero problema è non generalizzare quando si parla di allevamenti

TORINO – La carne sintetica farà parte del nostro futuro? Ne sembrano certi alcuni, in un dibattito in cui ci si divide tra attori fortemente contrari, che vogliono boicottarla e impedirne l’arrivo, e voci (anche autorevoli) che applaudono alla novità, sostenendo che risolverà il problema dell’inquinamento causato dagli allevamenti e difenderà gli animali e il loro benessere. Temi che ha affrontato anche il Buongiorno di Mattia Feltri su La Stampa dello scorso 24 novembre, portando avanti il dibattito dicotomico tra la carne ottenuta dagli animali e l’alternativa prodotta in laboratorio.

Dibattito in cui, ci tiene a precisare il Coalvi – Consorzio di Tutela della Razza bovina Piemontese, si continua a dimenticare che esiste una terza via, che come spesso accade è probabilmente quella più giusta e ragionevole. Si tratta degli allevamenti di qualità, di cui il Piemonte è un grandissimo rappresentante, come dimostrano le 1500 aziende Coalvi in cui si alleva la Razza Piemontese. Realtà per lo più a conduzione familiare, con una media di trenta capi ad allevamento, in cui si lavora nel solco di una tradizione che si tramanda da generazioni.

“Quello che non viene sufficientemente evidenziato quando si parla di carne sintetica, e la si contrappone alla carne di origine animale, è che esistono diversi modi di fare allevamento”, spiega Guido Groppo, presidente del Coalvi. “Non possiamo in alcun modo accettare che sul tema si faccia di tutta l’erba un fascio, paragonando gli allevamenti intensivi alle nostre realtà, che promuovono la qualità e costituiscono un’autentica eccellenza piemontese e italiana, che come tale va tutelata da tutte le forze politiche, sociali ed economiche”.

Così il Coalvi tenta di inserire un nuovo argomento nel dibattito sulla carne sintetica, fermamente convinto che si stia perdendo il punto della situazione.

“I nostri allevatori, di cui io stesso faccio parte, non sono assolutamente contrari alla scienza né al progresso”, prosegue Guido Groppo. “Dimostrazione è il fatto che nelle nostre stalle si sono adottate tecnologie all’avanguardia. Anche sulla questione della salvaguardia degli animali ci teniamo a far presente che il Coalvi collabora da anni con associazioni specifiche per garantire e tutelare il benessere dei nostri animali“. “Il nostro modo di concepire e fare allevamento non è in alcun modo assimilabile a quello degli esempi che gli opinion leader contrappongono alla carne sintetica, sostenendo che sarà un passo avanti per l’uomo, per l’ambiente e per gli animali. Il Coalvi lavora da sempre nella direzione della sostenibilità, e le nostre realtà potrebbero essere portate ad esempio come simbolo di un altro modo di fare allevamento, che di certo rappresenta la possibilità di un domani più naturale, eco-compatibile e salutare di quanto non sia un qualsiasi prodotto, presente o futuro, gestito da una qualche multinazionale alimentare”, conclude Guido Gropp.

Informazione pubblicitaria