Peste suina. In Europa -79% del pericolo, ma in Italia resta un focolaio. Assosuini: non abbassare la guardia

ROMA – Il numero di focolai di Peste Suina Africana nei suini e nei cinghiali nell’UE è diminuito notevolmente nel 2022 rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un nuovo rapporto dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha registrato un calo del 79% dei casi di PSA in Europa tra i suini domestici e del 40% nei cinghiali durante il 2022 rispetto al 2021. Per i cinghiali si tratta della prima diminuzione dal 2014, cioè dalla data di introduzione della malattia.

Il calo ha interessato particolarmente la Polonia, Bulgaria e Romania, che è stato anche il paese dell’Unione europea più colpito, con 327 focolai, cioè l’87% dei focolai totali dell’UE, mentre in Lituania, c’è stato ancora un leggero aumento a causa di un cluster di focolai avvenuti in estate. In totale, sono stati otto i Paesi dell’UE colpiti lo scorso anno dalla malattia nei suini (Bulgaria, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia) e undici nei cinghiali (Repubblica Ceca, Estonia e Ungheria aggiunti agli otto Paesi già menzionati).

Non solo Unione europea. Anche quattro paesi non UE confinanti hanno segnalato focolai nei suini domestici e nei cinghiali, per la prima volta nella Macedonia del Nord, ma anche in Moldavia, Ucraina e Serbia. Quest’ultima è stato il paese extra UE più colpito, con 107 focolai.

Nonostante pare che la PSA stia arretrando in Europa, in Italia la situazione è ben diversa, costituendo ancora un pericoloso focolaio, con troppi casi di nuove segnalazioni. Come Assosuini abbiamo già fatto diversi appelli a riguardo, in quanto è necessario ridurre drasticamente il numero di cinghiali nelle aree più a rischio per la filiera suinicola. O in città come Roma, dove l’invasione dei cinghiali nei centri abitati e il pericoloso avvicinamento agli allevamenti costituiscono una minaccia da risolvere con urgenza. Nonostante quanto diffuso dall’EFSA, quindi, non bisogna affatto abbassare la guardia, ma fare di più e più in fretta.

Per sostenere i continui sforzi per controllare la diffusione del virus, l’EFSA ha deciso di prorogare la sua campagna StopASF nel 2023. Giunta al suo quarto anno, la campagna ha lo scopo di sensibilizzare e incoraggiare allevatori, cacciatori e veterinari nell’UE e nei paesi limitrofi per rilevare, prevenire e segnalare i casi di PSA, basandosi sull’assistenza ai gruppi di agricoltori locali.

Questa viene gestita in collaborazione con le autorità locali di diciotto Paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cechia, Estonia, Grecia, Ungheria, Kosovo, Lettonia, Lituania, Montenegro, Macedonia del Nord, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia.

“Nell’ultimo decennio, la Peste Suina Africana ha avuto un impatto drammatico sul settore dell’allevamento di suini nell’UE e continua a sconvolgere le economie locali e regionali”, commenta la situazione Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA: “Mentre il nostro ultimo rapporto mostra segnali incoraggianti e che gli sforzi per arrestare la diffusione del virus potrebbero avere effetto, il quadro in tutta l’UE non è affatto universalmente positivo e dobbiamo rimanere vigili. Agricoltori, cacciatori e veterinari hanno un ruolo particolarmente importante da svolgere nella segnalazione dei casi sospetti”.

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