Biologico. Aiab contraria a rating previsto nel decreto controlli: Inutile gogna che danneggia aziende bio

ROMA – “Sta proseguendo l’iter istituzionale relativo al Decreto Controlli del Bio, sul quale già più volte AIAB si è espressa, evidenziando alcune criticità. A queste ora si è aggiunto un’ulteriore problematica, con la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati che ha espresso un parere favorevole a un testo nel quale viene data la possibilità alle autorità competenti di pubblicare o rendere altrimenti disponibili al pubblico le informazioni circa il rating dei singoli operatori in base ai risultati di uno o più controlli ufficiali”.

È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica).

“Come abbiamo spesso ripetuto – aggiunge Romano – il sistema dei controlli, allo stato attuale, è ciò che garantisce l’assoluta qualità e sicurezza dei prodotti bio, e siamo assolutamente favorevoli al suo potenziamento e incremento. Riteniamo che non sia appropriato rendere pubblico il rating degli operatori in quanto ciò potrebbe ulteriormente danneggiare la reputazione delle aziende. Esiste il pericolo che un prodotto certificato e sottoposto a controlli, a fronte di piccole non conformità riscontrate, possa apparire meno competitivo rispetto a un prodotto convenzionale che non ha quelle stesse certificazioni e controlli. Le aziende già fanno un lavoro  egregio per fornire prodotti di alta qualità, certificati e garantiti, rientrando in tutti i parametri previsti dalla legge. Già oggi, infatti, chi agisce con dolo o tenta di frodare il sistema viene segnalato alle autorità competenti per le sanzioni del caso, e non è necessario, quindi, andare a creare ulteriori tensioni e problematiche con una “classifica di merito” che non aggiungerebbe nulla circa la sicurezza dei prodotti”.

“Siamo disponibili – conclude Romano – al confronto per migliorare questi temi, affinché questo decreto possa effettivamente diventare un’occasione di sviluppo di tutto il settore biologico, e non, al contrario, un freno alla sua crescita”.

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