A Serralunga d’Alba si pensa al futuro della meccanizzazione. Federunacoma: senza un piano il settore non decolla

SERRALUNGA D’ALBA (CN) – Il mercato italiano delle macchine agricole segna il passo, in attesa che il sistema degli incentivi pubblici si sblocchi e possano ripartire gli acquisti. Anche le esportazioni risultano in calo, per la congiuntura economica sfavorevole e per i maggiori costi di produzione che incidono sul prezzo finale delle macchine.

Per rilanciare il settore, dunque, l’associazione italiana dei costruttori FederUnacoma intensifica le proprie attività sul piano politico, promozionale e della formazione con un fitto programma da attuare entro l’autunno prossimo. Questo è emerso dal Think Tank sul tema “Dalla gestione d’impresa al marketing fieristico: le skills vincenti per l’industria agromeccanica”, che la Federazione ha realizzato il 28 marzo scorso – presso il centro congressi dell’azienda vitivinicola di Fontanafredda a Serralunga d’Alba in Piemonte – coinvolgendo le aziende associate e un panel di esperti delle diverse discipline.

Dopo il saluto inaugurale dell’imprenditore Oscar Farinetti – titolare della casa vinicola ospitante – la sessione plenaria si è aperta con l’intervento della Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio, la quale ha fornito i dati aggiornati sul mercato (calo generalizzato delle trattrici nei primi due mesi dell’anno, con un passivo del 14% per gli USA, del 22% per l’India, del 3% per la Francia e del 25% per l’Italia) sottolineando come la Federazione abbia una strategia d’intervento articolata proprio per reagire al rischio di una stasi del settore. “La bassa redditività delle imprese agricole non facilita gli investimenti nell’acquisto di nuove tecnologie – ha detto la Presidente – e per questo è necessario collaborare con il Governo e con i Ministeri per velocizzare le procedure per gli incentivi del PNRR e del Fondo Innovazione, oltre che per rilanciare il credito d’imposta per il 4.0, e rendere attuabile la transizione 5.0 di cui già si parla”. I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’analista economico Gabriele Pinosa, il quale ha tracciato uno scenario dei mercati mettendo in luce le variabili di tipo finanziario e geopolitico che sono destinate ad influenzare i flussi commerciali nel corso dell’anno.

“Se la transizione energetica si configura come un elemento peggiorativo delle spinte inflazionistiche già presenti a livello globale – ha spiegato Pinosa – la presenza di conflitti in diverse parti del mondo (allo stato attuale ne sono censiti 30 nei vari continenti dei quali 8 valutati prioritari per le conseguenze geopolitiche) produce frammentazione e incertezza nei mercati. Il settore delle macchine agricole deve dunque sfidare una congiuntura non favorevole – questo è emerso nel corso dell’incontro – e poter contare su specifiche forme d’incentivazione, ma prima di tutto deve essere valorizzato con efficaci iniziative di marketing e comunicazione, facendo leva su eventi espositivi di grande caratura.

“Spetta in primo luogo alle fiere la promozione commerciale del settore agromeccanico – ha detto nel proprio intervento il Direttore Generale di FederUnacoma Simona Rapastella – mettendo in connessione la domanda di tecnologie a livello globale con l’amplissima gamma prodotta delle industrie costruttrici. Parlando di EIMA International – l’evento clou della meccanica agricola, organizzato da FederUnacoma e in scena alla fiera di Bologna dal 6 al 10 novembre prossimo – Rapastella ha ricordato i numeri da primato che si prospettano per questa edizione (circa 1.800 industrie espositrici attese, delegazioni ufficiali da 80 Paesi, superficie espositiva fieristica interamente impegnata per i 14 settori merceologici tradizionali e i 5 saloni tematici) soffermandosi sul posizionamento della rassegna nel contesto fieristico internazionale.

“EIMA si è imposta nel settore della meccanica agricola come uno dei pochissimi eventi irrinunciabili per gli operatori – ha detto Rapastella – perché ha una forte caratterizzazione internazionale, ottimizza le attività commerciali grazie ad un sistema di servizi sempre più efficiente, e offre indici di ritorno dell’investimento molto alti per le aziende espositrici, perché convoglia in uno stesso luogo e in uno stesso momento tutti gli strumenti chiave del marketing, dalla gestione del brand fino alla relazione diretta con il personale di vendita”. Le tecniche di marketing, così come la gestione d’impresa, l’approccio ai mercati esteri, l’adeguamento alle normative e la comunicazione richiedono oggi un aggiornamento costante e una formazione continua ad ogni livello. Per questa ragione FederUnacoma ha costituito una struttura specifica, l’Accademia di Alta Formazione per l’Industria AFI (che al proprio interno comprende la Trade Fair Management School specializzata nella formazione per gli eventi fieristici) con l’obiettivo di rispondere al bisogno di nuove competenze che emerge in seno alle aziende non soltanto della meccanica agricola ma anche di settori industriali affini.

“Lo squilibrio fra le professionalità presenti attualmente nelle aziende e quelle che sarebbero invece richieste – ha ricordato il Direttore di AFI Girolamo Rossi – è sempre più accentuato, e indagini sul campo come quelle realizzate da Unioncamere evidenziano come nell’anno in corso il 74% delle imprese italiane dell’industria e dei servizi preveda di dover investire per l’aggiornamento del personale interno”. L’Accademia FederUnacoma – è stato spiegato – avrà un’ampia rosa di corsi e seminari, con un sistema di riconoscimenti formali e di partnership anche con Regioni e Università che consentirà di certificare le competenze acquisite. Il progetto AFI – che andrà a regime a partire dal gennaio 2025 – parte da un’analisi delle necessità effettive delle imprese, e per questo il Think Tank ha previsto nella sessione pomeridiana tavoli di confronto per le aziende associate, con la presenza di rappresentanti della struttura FederUnacoma e di esperti di chiara fama:   Paolo Gay, dell’Università di Torino, per il tavolo sui nuovi profili tecnici;  Maurizio Forte, della Direzione centrale export dell’ICE, per il tavolo sui mercati esteri;   David Jarach, dell’SDA Università Bocconi, per il gruppo di lavoro sul marketing; e   Debora Giannini del centro Studi di Unioncamere Guglielmo Tagliacarne, per il confronto su gestione d’impresa e assetti organizzativi. Altri focus group si svolgeranno nei prossimi mesi – fa sapere la Federazione – per mettere a punto un’offerta formativa sempre più puntuale e competitiva.

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