ROMA – La Feed Economy, l’economia derivante dal mangime, vale 150 miliardi di euro e coinvolge oltre 840 mila aziende. Un valore economico che deriva dalla parte più propriamente produttiva (agricoltura, trasformazione industriale ed export) e dalla spesa delle famiglie per l’insieme dei prodotti di origine animale.
Il dato è la risultanza della somma del giro d’affari delle varie componenti di filiera: la componente agricola dedicata all’alimentazione animale, che con 24,354 miliardi rappresenta il 37% del totale agricolo; la produzione alimentare legata alla zootecnica, che con circa 54,937 miliardi di valore rappresenta il 39% della produzione complessiva; la componente di export, che pure contribuisce alla bilancia commerciale con l’estero, per 10,9 miliardi di euro (comprendente materie prime agricole, mangimi, capi vivi, carni fresche e salumi, prodotti lattiero-caseari) pari a circa circa il 18% del totale.
Alle voci di natura produttiva (agricola, industriale e commerciale) si affianca poi la spesa alimentare degli italiani, altri 59,875 miliardi circa vale a dire circa il 38% del totale. Il totale della FeedEconomy arriva così a 150 miliardi di euro.
Emergono numeri di grande rilevanza economica dal secondo report economico sulla FeedEconomy promosso da Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), in collaborazione con l’ente di ricerca indipendente Nomisma, e presentato oggi nella Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
“Con il secondo report – ha spiegato Silvio Ferrari, presidente Assalzoo – confermiamo l’importanza della scelta strategica, condivisa dall’Associazione nella sua totalità, di introdurre una categoria economica che restituisca complessivamente il ruolo che la mangimistica svolge nella filiera alimentare italiana. La FeedEconomy definisce appunto questo filo rosso che lega l’alimentazione zootecnica al consumatore finale. Aver trovato il modo di rendere questo filo comprensibile a tutti è per noi un elemento di estrema positività e rappresenta un impegno di lungo periodo”.
Il secondo report – La mangimistica è lo snodo principale di una catena produttiva molto articolata che lega la produzione primaria agricola, l’allevamento, la trasformazione industriale e i servizi commerciali, fino ai consumi delle famiglie. In questo secondo rapporto è stata aggiunta, a completamento della visione annunciata l’anno precedente, la parte appunto relativa alla grande distribuzione che rappresenta l’anello conclusivo della filiera prima del consumatore finale.
I numeri della Feed economy, che sono raccolti nello studio Nomisma, dimostrano il ruolo decisivo che i prodotti legati alla zootecnia hanno all’interno dell’economia nazionale. Assalzoo ritiene necessario proseguire questo percorso di analisi e di diffusione dei dati, permettendo di evidenziare l’importanza che riveste la filiera delle produzioni di origine animale e la sua reale dimensione, all’interno del settore agroalimentare italiano. Prodotti di origine animale che rappresentano una componente fondamentale in una dieta equilibrata come lo è quella mediterranea di cui sono parte integrante.
“Lo scorso anno è stato l’avvio di un percorso (con la presentazione del primo report LEGGI). Ma l’intuizione è stata giusta e quindi siamo contenti di poter proseguire e portare avanti questa iniziativa” ha sottolineato Lea Pallaroni, Direttore Generale Assalzoo. “Con la FeedEconomy – ha proseguito Pallaroni – il valore della mangimistica, inteso non solo dal punto di vista economico ma strategico all’interno della filiera zootecnica, è finalmente messo in primo piano all’interno del ramificato settore agroalimentare. Quest’anno il report è ancora più ricco, contiene ulteriori dati e fornisce un quadro più ampio. È un percorso che abbiamo intrapreso con riscontri importanti e vogliamo proseguire su questa direttrice”.
“La FeedEconomy è la spina dorsale del Made in Italy alimentare” ha ricordato ancora Ferrari “il report non lascia spazio a dubbi. Fatturato, occupazione, produzione, sicurezza alimentare, tradizione e cultura: la agro-zootecnico-alimentare italiano è davvero uno dei fiori all’occhiello del nostro sistema paese. Da mangimista, con i miei colleghi imprenditori di Assalzoo, sono – e siamo – davvero molto orgogliosi di accendere i riflettori su un settore troppo spesso sottovalutato se non addirittura a volte visto con sospetto, al quale vogliamo venga restituita la dignità che merita. E si tratta di riflettori che mettono in primo piano il valore, la capacità di rispondere alle esigenze del mercato e la qualità di un lavoro che rende l’agroalimentare italiano un modello in tutto il mondo”.
“Ed è anche per questa ragione abbiamo voluto mettere a disposizioni di tutti il nostro contributo alla coscienza collettiva. È uno strumento di conoscenza a disposizione di politici, Istituzioni, stakeholder, media e opinione pubblica che ci auguriamo possa aiutare a comprendere al meglio la rilevanza di questa filiera lunga. L’auspicio è però che, anche grazie a questi numeri così importanti, si riesca a far comprendere al meglio le esigenze del mondo zootecnico e il ruolo che esso riveste nella definizione del ‘Sistema agro-zootecnico-alimentare Italia’, un sistema strategico per contribuire ad assicurare la sovranità alimentare del Paese, e che porta alta la bandiera dell’agroalimentare italiano nel mondo”, ha concluso il presidente Assalzoo.