Emergenza cinghiali, Emilia-Romagna: 1 mln di euro e prelievi più decisi per il contenimento

cinghiali

La Regione Emilia-Romagna rilancia il proprio impegno nel contenimento dei cinghiali, responsabili di gravi danni alle coltivazioni agricole e principali vettori della Peste Suina Africana (PSA). Per il 2025 è previsto un nuovo finanziamento di 1 milione di euro, che si aggiunge ai circa 5 milioni già trasferiti ogni anno alle polizie provinciali per le attività di controllo faunistico.

Lo conferma l’assessore all’agricoltura Alessio Mammi, sottolineando come l’approccio regionale – fatto di strumenti innovativi e flessibili – abbia già prodotto risultati concreti, sia in termini di prelievi sia di riduzione dei danni economici alle aziende agricole.

Le misure per il contenimento dei cinghiali

Negli ultimi anni, l’Emilia-Romagna ha messo in campo strategie avanzate di controllo degli ungulati, fra cui:

  • Piano Faunistico-Venatorio Regionale (2018): gestione non conservativa della specie;

  • Piano di Controllo Regionale (2021): interventi senza limiti orari o di numero, con possibilità di autodifesa per agricoltori;

  • Piano Interventi Urgenti (PRIU) (2022): facilitazioni per il prelievo e ampliamento del periodo di caccia collettiva (da 3 a 4 mesi);

  • Nuovo Regolamento Ungulati (2024): maggiore incisività nel prelievo venatorio;

  • Investimenti specifici (2023-2025): oltre 3 milioni di euro, inclusi fondi per attività di selezione e contratti con ditte specializzate.

Effetti immediati: nel primo anno di applicazione del Piano di Controllo Regionale, si è registrato un aumento del 30% dei prelievi.

Sostegno diretto alle aziende agricole

Per aiutare le imprese colpite, la Regione ha previsto:

  • 1 milione di euro all’anno per rimborsare i danni alle coltivazioni causati dagli ungulati;

  • 300mila euro annui per le aziende che investono in sistemi di difesa preventiva;

  • Risorse aggiuntive tramite gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC).

I risultati ottenuti fin qui 

Le misure adottate stanno già producendo risultati significativi:

  • Danni dimezzati: da 800mila a 400mila euro tra 2022 e 2023;

  • Prelievi in aumento: da 4.400 a 6.400 capi in tre anni (+45%).

“Oltre a minacciare le coltivazioni, i cinghiali sono un pericolo per la sicurezza stradale e la salute animale” – commenta l’assessore Mammi – “Per questo il loro controllo è prioritario. Il nostro modello è stato riconosciuto a livello nazionale. Ma non dobbiamo abbassare la guardia”.

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