ROMA – L’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO) esprime indignazione e profondo sconcerto per il servizio andato in onda mercoledì 21 maggio nella trasmissione Fuori dal Coro su Rete 4, dedicato al tema della Xylella fastidiosa. Una trasmissione che ha preferito cavalcare teorie complottiste smentite da anni di studi scientifici piuttosto che raccontare la verità dei fatti e delle drammatiche conseguenze che questa fitopatia ha causato e continua a causare.
Dopo oltre dieci anni dalla sua comparsa in Puglia, la Xylella ha già devastato gran parte del Salento, portando alla chiusura di oltre 200 frantoi oleari, con ricadute pesantissime su lavoro, economia e identità culturale di intere comunità. Nonostante questo scenario oggettivamente disastroso, c’è ancora chi preferisce insinuare che la Xylella sia stata una “scusa” per agevolare l’insediamento di impianti fotovoltaici, eolici o di biomassa.
Una narrazione gravissima, non solo perché falsa, ma perché pericolosa.
La Xylella è una fitopatia vegetale causata da un batterio che colonizza i vasi xilematici della pianta, portandola a disseccamento irreversibile. Non ha alcuna correlazione con la qualità dell’olio – semplicemente perché le piante colpite non producono più olive. L’albero muore.
Diffondere notizie, come è stato fatto negli ultimi giorni su diversi organi di stampa, che ci sarebbero alcune piante nel Salento che sarebbero “guarite” da sole e che adesso producono un olio più buono di prima è puramente follia.
AIFO rigetta con forza ogni tentativo di legittimare l’ignoranza e la speculazione ideologica a scapito del lavoro e della verità scientifica.
È inaccettabile anche il trattamento riservato all’Assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, a cui esprimiamo la nostra solidarietà e il pieno sostegno per l’impegno concreto che ha dimostrato fin dal suo insediamento nella gestione della crisi fitosanitaria più grave mai vissuta dall’olivicoltura pugliese.
Ridurre una intervista a 30 secondi decontestualizzati è una forma di manipolazione che mina il rapporto tra istituzioni e cittadini, proprio in un momento in cui è necessaria unità di intenti e responsabilità collettiva.
Oggi la Xylella ha raggiunto aree come Minervino Murge, lambendo il cuore dell’olivicoltura pugliese e italiana. Diffondere informazioni false o allusive significa giocare con il fuoco, mettere a rischio non solo il passato, ma anche il futuro di un’intera filiera che produce qualità, paesaggio, occupazione, export e cultura.
AIFO continuerà a stare dalla parte della scienza, degli agricoltori, dei frantoiani e di tutti coloro che hanno pagato sulla loro pelle il prezzo altissimo della Xylella. Chi alimenta il sospetto e il complotto, invece, non ha mai vissuto la disperazione di vedere interi uliveti morire, né ha mai respirato l’odore acre dei frantoi chiusi.