Incidenti nei campi, Tassinari (Uncai): Necessarie norme chiare e dispositivi di sicurezza obbligatori

Aproniano Tassinari
Aproniano Tassinari

ROMA – E’ di dieci giorni fa la notizia che in provincia di Verona, un olivicoltore ha perso la vita, schiacciato dal suo trattore privo di rollbar, quel dispositivo semplice ma essenziale che protegge in caso di ribaltamento. Questo tragico episodio non è un caso isolato: quanti trattori circolano ancora senza rollbar o cinture di sicurezza?

“Questo incidente è il sintomo di un sistema che necessita di norme chiare e applicabili per garantire la protezione degli operatori agricoli”, afferma il presidente di Uncai, Aproniano Tassinari che sottolinea l’urgenza di intervenire da subito: “Le istituzioni devono partire da qui. Parliamo spesso di tecnologie avanzate, di intelligenza artificiale applicata all’agricoltura, ma la sicurezza passa prima di tutto da soluzioni concrete e immediatamente attuabili. Persino un sistema automatico, in grado di inviare una chiamata d’emergenza in caso di ribaltamento, non sarebbe una misura complessa da implementare”.

Un ulteriore nodo irrisolto riguarda la revisione periodica obbligatoria dei mezzi agricoli, ancora in attesa di norme attuative che ne definiscano modalità e organismi preposti al controllo. In altri paesi europei, dove tale revisione è stata introdotta senza clamore, si è registrato una drastica riduzione dei decessi per ribaltamento. Secondo Tassinari, in Italia adottando questo provvedimento si passerebbe da circa 120 a 10 morti di trattore all’anno, evidenziando così l’urgenza di un intervento concreto.

Prima ancora di lanciare corsi di formazione e sgravi contributivi, è fondamentale affrontare la questione alla radice. Investire in programmi formativi, permettendo che circolino per strada o nei campi mezzi privi di dispositivi protettivi, significherebbe finanziare una cultura apparente, senza risolvere il problema reale.

“La sicurezza in agricoltura non riguarda l’età o l’estetica del trattore, ma la presenza – o, peggio, l’assenza – di dispositivi protettivi. Anche sui mezzi più vecchi, l’installazione di rollbar e cinture può fare la differenza. Se la revisione periodica si rivela, almeno politicamente, impraticabile, quell’arco di metallo che protegge in caso di ribaltamento dovrebbe diventare realmente obbligatorio. Perché, ricordiamo, formalmente è diventato obbligatorio con la legge 81/2008 insieme alle cinture di sicurezza ed altro ma è disatteso della stragrande maggioranza degli agricoltori, spesso piccole aziende e persone anziane”, ribadisce Tassinari.

Il presidente di Uncai evidenzia, inoltre, che la sicurezza interessa non solo le aziende agricole, ma anche le imprese agromeccaniche (codice ATECO 01.61) che offrono lavorazioni per conto terzi.

“I contoterzisti sono già in grado di garantire servizi certificati e più sicuri agli agricoltori, in particolare nelle regioni dove è istituito un albo delle imprese agromeccaniche professionali – come in Lombardia ed Emilia-Romagna”, spiega Tassinari. Per questo Uncai sostiene l’importanza di premiare le imprese agromeccaniche virtuose con agevolazioni contributive semplici ed efficaci. “Le aziende agromeccaniche professionali, che operano in modo autonomo e strutturato con elevati standard di sicurezza e qualità, rappresentano un modello virtuoso e meritano ulteriori incentivi”, aggiunge il presidente.

Uncai si rende disponibile per futuri confronti istituzionali di natura tecnica sulla sicurezza. “Nel frattempo, il governo ha già una risposta concreta su cui lavorare: gli albi regionali e la proposta di legge nazionale, che valorizza la professionalità nel settore e tutela gli operatori con norme chiare ed efficaci”, aggiunge Tassinari per concludere: “Sicurezza sostanziale, norme chiare, dispositivi obbligatori e imprese qualificate: questi sono gli elementi fondamentali per garantire condizioni di lavoro migliori e ridurre gli incidenti nei campi”.

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