REGGIO EMILIA – Il progetto di ricerca P.A.T.A.T.A. (Produrre Aggregando Tecnici e Agricoltori, Tutelando l’Acqua) ha ufficialmente mosso i primi passi con l’avvio delle attività di semina e monitoraggio nei campi sperimentali.
Le 10 aziende agricole coinvolte sono già state oggetto di numerose visite tecniche da parte degli esperti di Hort, del Servizio fitosanitario di Reggio Emilia, del Consorzio Patata Italiana di Qualità e di Romagnoli F.lli con il coordinamento della capofila Agripat. Anche presso il sito sperimentale Acqua Campus del CER sono state completate le semine e sono iniziati i confronti tra diversi trattamenti agronomici. Le semine dei tuberi hanno preso il via nei primi giorni di marzo e si sono concluse a fine aprile. Le frequenti piogge intermittenti hanno prolungato i lavori, costringendo gli agricoltori a modificare i piani colturali inizialmente previsti.
Una volta ultimate le operazioni di rincalzatura dei solchi, sono state installate le trappole YatolrF per il monitoraggio degli elateridi adulti. Le trappole sono state posizionate sia nei campi attualmente coltivati a patata, sia in quelli destinati alla coltivazione nella prossima campagna. Con questa procedura, grazie al progetto P.A.T.A.T.A. ,si potranno valutare soglie di intervento basate sulla presenza di elateridi adulti nell’anno precedente.
Su tutti i campi coinvolti sono inoltre attive le capannine meteo, fondamentali per guidare gli agricoltori nelle pratiche di irrigazione e trattamento fitosanitario.
“Le abbondanti piogge dell’autunno-inverno hanno reso il suolo particolarmente compatto e tenace, – afferma Riccardo Rocchi, Coordinatore di Agripat – creando una situazione paradossale: strati superficiali molto asciutti contrastano con la forte umidità dei solchi, che favorisce la presenza delle larve di elateridi adulti in prossimità dei tuberi.
È quindi cruciale che i sistemi decisionali digitali (DSS) forniscano fin da subito indicazioni precise per ottimizzare le irrigazioni, sostenere la crescita armoniosa delle piante e massimizzare la produttività.” – continua Rocchi.
L’avvio operativo del progetto P.A.T.A.T.A. assume un significato ancora più simbolico alla luce della Giornata Mondiale della Patata, che si celebra il 30 maggio. Istituita per valorizzare l’importanza globale di questo alimento, la ricorrenza rappresenta un’opportunità per riflettere sull’evoluzione delle tecniche agronomiche, sull’innovazione sostenibile e sul ruolo centrale della ricerca per garantire qualità, sicurezza e produttività nel comparto pataticolo.
La patata è uno degli alimenti più consumati al mondo, seconda solo ai cereali in termini di produzione. Ricca di carboidrati complessi, fornisce energia a lento rilascio, ideale per l’alimentazione quotidiana. Contiene inoltre vitamina C, potassio, vitamine del gruppo B e una buona quantità di fibre, soprattutto se consumata con la buccia.
Studi recenti hanno anche evidenziato come la patata contenga antiossidanti naturali, come i polifenoli, e composti bioattivi utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari.
Inoltre, la patata è uno degli ortaggi con il minor impatto ambientale per caloria prodotta, rendendola un alleato prezioso anche dal punto di vista della sostenibilità.
In questo contesto, le attività del progetto P.A.T.A.T.A. si inseriscono pienamente nella visione di un’agricoltura moderna, consapevole e rispettosa dell’ambiente, contribuendo a tutelare e valorizzare una coltura tanto semplice quanto straordinaria.