Microplastiche, nemico invisibile per agricoltura e biodiversità. Cairoli (Conaf): Proteggere suoli e foreste significa proteggere il futuro

ROMA – “Proteggere i suoli e le foreste significa proteggere il futuro, per questo motivo, in occasione di questa celebrazione, l’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali si fa promotore di un cambio culturale. Partendo dalle microplastiche grande minaccia per l’ambiente”.

A sottolinearlo è Monica Cairoli, consigliera CONAF, in occasione della 53esima Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite per il 5 giugno, quest’anno dedicata all’inquinamento da plastica, una delle principali minacce per gli ecosistemi terrestri e acquatici, nonché per la salute umana.

“L’attenzione pubblica si concentra spesso sull’inquinamento marino – evidenzia Cairoli -, ma spesso si trascura che plastica e microplastiche stanno contaminando anche i suoli agricoli, le foreste e gli habitat naturali, con effetti spesso irreversibili.

Serve un cambio di passo: è urgente promuovere l’agroecologia, la sostituzione dei materiali plastici con alternative biodegradabili, e il rafforzamento dei sistemi di raccolta e recupero, in particolare nelle aree rurali e forestali. La gestione sostenibile del suolo e delle risorse naturali deve essere affiancata da una nuova cultura ambientale, fondata sulla prevenzione e sulla responsabilità collettiva.

Non si tratta di obiettivi impossibili e, come tecnici specializzati, siamo pronti a supportare le aziende nelle scelte agronomiche funzionali alla riduzione dell’impiego delle plastiche in agricoltura, per favorire l’impiego di materiali naturali e riciclabili per la pacciamatura delle colture, favorire l’impiego di materiali ecologici per il sostegno delle colture (per esempio viti, pomodori, ecc.) e garantire la rigenerazione della fertilità dei suoli”.

PLASTICA IN AGRICOLTURA: UN RISCHIO SOTTOVALUTATO

L’impiego di materiali plastici in agricoltura – dalle pacciamature ai tunnel serra, dai sistemi di irrigazione ai teli per la fienagione – ha portato indubbi vantaggi agronomici. Tuttavia, l’inadeguato smaltimento o la frammentazione di questi materiali genera una presenza crescente di microplastiche nei suoli coltivati, che alterano la struttura del terreno, interferiscono con l’attività microbiologica e possono compromettere la salute delle piante.

Recenti studi evidenziano come tali particelle vengano assorbite anche dalle radici, entrando potenzialmente nella catena alimentare.

FORESTE E AREE NATURALI: CONTAMINAZIONE SILENZIOSA

Anche gli ambienti forestali non sono immuni. Rifiuti plastici abbandonati lungo sentieri, aree di sosta o zone di attività ricreative si degradano lentamente, rilasciando particelle di plastica che possono persistere nel suolo per decenni. Le microplastiche, trasportate da vento e pioggia, si infiltrano nei substrati forestali e possono compromettere l’habitat di funghi, insetti, piccoli vertebrati e altri organismi chiave per la salute dell’ecosistema boschivo.

BIODIVERSITÀ SOTTO MINACCIA

La fauna selvatica – sia in ambito agricolo che naturale – è particolarmente vulnerabile: uccelli, mammiferi e insetti impollinatori possono ingerire microplastiche scambiandole per cibo o essere esposti a contaminanti veicolati da questi materiali. I residui plastici alterano la qualità dell’habitat e contribuiscono alla frammentazione ecologica, mettendo a rischio specie già in difficoltà a causa dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat.

 

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