Zootecnia. Copagri Sardegna: Dermatite bovina non si ferma, accelerare su versanti sanitario, economico e burocratico

Emilia-Romagna

CAGLIARI – “A oltre un mese di distanza dalla scoperta del primo focolaio di Dermatite nodulare contagiosa-DNC la situazione sembra tutt’altro che migliorare, ragione per la quale è necessario accelerare con l’individuazione e la messa in campo di risposte sul versante sanitario, su quello economico e su quello burocratico-amministrativo, poiché c’è il forte rischio di perdere il controllo”.

Lo sottolinea il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri, evidenziando l’importanza di agire.

Secondo Patteri, “l’unica arma a disposizione per frenare l’epizoozia è quella della vaccinazione, che appare come l’unica strada percorribile a condizione di rassicurare gli allevatori sui possibili effetti collaterali e di prevedere un adeguato piano di controlli ed eventuali risarcimenti a posteriori; tra le priorità da attuare ci sono anche i trattamenti insetticidi nelle zone dove sosta il bestiame e dove si concentra il vettore”.

“Analoghi aiuti economici dovranno essere erogati, inoltre, a tutte le aziende soggette al fermo della movimentazione dei bovini; per accelerare lo sblocco della situazione saranno necessari abbattimenti mirati sugli allevamenti con presenza di alta positività, evitando abbattimenti massivi che possano destabilizzare il già delicato futuro del comparto bovino”, continua il presidente, ad avviso del quale “al termine delle vaccinazioni e dei controlli conseguenti sarà fondamentale sbloccare gli spostamenti degli animali e declassare la dermatite bovina in una categoria inferiore alla ‘A’, ovvero molto grave”.

“Tutti i ristori andranno attivati durante il periodo di blocco e non ex-post, ma vanno assolutamente rivisti gli importi, dal momento che i 4-5 euro al giorno prospettati corrispondono a circa la metà del costo necessario a mantenere in allevamento animali nella linea vacca vitello”, aggiunge il direttore della Copagri Sardegna Mario Putzolu, reputando insufficienti anche i risarcimenti previsti per i capi morti o abbattuti.

“In ogni caso, è fondamentale il massimo sforzo da parte di tutti gli attori in gioco, affinché non vengano danneggiati l’immagine e il valore degli allevamenti sardi, esposti al fuoco incrociato degli attacchi ‘diretti’ dovuti alla malattia e di quelli ‘indiretti’ della futura risposta dei mercati”, concludono Patteri e Putzolu, invitando la Regione Sardegna a “non lasciare soli gli allevatori, esponendoli al rischio di venire sottoposti a messaggi contrastanti e in alcuni casi fuorvianti, che vista la delicatezza della situazione potrebbero risultare quantomai deleteri per l’intera economia isolana”.

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