Alla scoperta della Valle d’Aosta. Da Donnas a Morgex La Salle lungo la strada dei vigneti alpini

AOSTA – La Valle d’Aosta, la più piccola delle regioni italiane, è anche una delle regioni più affascinanti per quanto riguarda lo scenario vitivinicolo.

Non sono in molti a saperlo, ma questa meravigliosa regione è quella con più vitigni autoctoni se si considera la piccola estensione del territorio.

Proprio in Valle d’Aosta, ha sede il Cervim, il centro che tutela, valorizza e promuove la viticoltura eroica, e che organizza il Mondial des Vins Extremes.

Al fine di promuovere un turismo sostenibile e innovativo, in grado di offrire uno spazio turistico tematico finalizzato alla valorizzazione dei territori dal punto di vista enologico, gastronomico, geografico, storico e culturale è nato “Vi.A. – Route des vignobles alpins” (ALCOTRA), progetto frutto di cooperazione territoriale transfrontaliera che riunisce in un ambito la Valle d’Aosta, aree del Piemonte e della Savoia.

Polo centrale del progetto in Valle d’Aosta è la Grandze del Castello di Aymavilles, dove grazie ad opportuni allestimenti di un’area espositiva ed informativa, una sala degustazione ed alla realizzazione di due aree parcheggio, si è creato un vero polo enologico.

Nel progetto sono coinvolti anche i comuni di Morgex e Donnas, dove, ai due estremi della Valle, sono stati realizzati dei vigneti dimostrativi di alto valore storico, accessibili ai visitatori, con in evidenza le diverse tipologie di allevamento che hanno permesso nei secoli lo sviluppo della viticoltura in un territorio difficile per morfologia e caratteristiche climatiche.

Il nostro viaggio, da sud a nord, inizia dalla zona “Donnas”, che oltre all’omonimo comune annovera i comuni di Pont-Saint-Martin, Perloz, Donnas e Bard.

Qui i vigneti si arrampicano sulla montagna, dove sono stati creati dei terrazzamenti sostenuti da muri in pietra edificati a secco, il cui vantaggio è quello di ottenere piccole superfici coltivabili, impedendo però ogni forma di meccanizzazione.

A Donnas si coltiva da sempre il Nebbiolo, vitigno per grandi rossi da invecchiamento e di cui si hanno notizie a partire dal 1200.  Accanto al Nebbiolo, si coltivano i vitigni da uve rosse di Freisa e Neyret, anche questi con caratteristiche diverse dagli omonimi piemontesi, e gli autoctoni Vien de Nus e Fumin. Per i bianchi, sicuramente già nel 1800, si coltivava l’Erbaluce e poi in tempi più recenti, si è introdotto il Pinot Gris.

Proseguendo verso nord troviamo il celebre Blanc de Morgex e La Salle, sottozona della denominazione di origine Valle d’Aosta. Per quello che riguarda la viticoltura Morgex deve il suo sviluppo alla lungimiranza di Don Bougeat, parroco di Morgex fino al 1971, che seppe valorizzare il vitigno Prié Blanc da cui nasce il Blanc de Morgex et de La Salle. La zona di coltivazione è nei comuni di Morgex e La Salle con vigneti che raggiungono i 1200 metri di altitudine. Il Blanc de Morgex et de La Salle è prodotto utilizzando esclusivamente il vitigno Prié Blanc biotipo Blanc de Morgex, di cui non si conosce con esattezza l’origine, ma è considerato vitigno autoctono della Valle d’Aosta.

A Morgex Il vigneto denominato “La Piagne” rappresenta la sola testimonianza nella Valdigne di un “clos”, cioè un vigneto circondato da muri, tipico della tradizione borgognona. L’imponenza dei muri di sostegno e la presenza di una cantina scavata nella montagna (barmet) fanno di questo appezzamento un gioiello paesaggistico unico nel panorama viticolo alpino, visitabile con una breve passeggiata.

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