MILANO – “Il settore vitivinicolo italiano – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi – è un’eccellenza strategica per la nostra economia e cultura, ma deve affrontare sfide complesse per mantenere la sua competitività a livello globale”.
L’occasione per ragionare e discutere del futuro della filiera vitivinicola italiana si è presentata ieri, mercoledì 11 giugno, presso la sede di Regione Lombardia durante il convegno Envisioning2035 Wine (R)evolution – Piano strategico per il vino italiano. Durante la manifestazione è stato presentato anche il primo manifesto dell’industria vitivinicola italiana.
“Iniziative come questa – prosegue l’assessore Beduschi – rappresentano un’occasione preziosa per mettere a confronto esperienze, idee e visioni, con l’obiettivo di costruire una strategia condivisa e innovativa. Regione Lombardia è al fianco degli imprenditori e degli operatori del settore per sostenere questo percorso di crescita e valorizzazione. Nel corso degli ultimi 15 anni, il valore dell’export dei vini lombardi è quasi raddoppiato, passando dai 176 milioni di euro del 2009 agli oltre 312 milioni di euro del 2024.
Questo grazie a una ricerca costante dell’eccellenza. Infatti, la Lombardia in questi anni ha puntato tutto sulla qualità: quasi 9 bottiglie su 10 prodotte nella nostra regione sono a Denominazione d’origine”.
Enoturismo: una leva fondamentale
“L’enoturismo – ricorda poi l’assessore – rappresenta una leva fondamentale per far conoscere i nostri territori attraverso l’esperienza diretta del vino. In Lombardia stiamo investendo per rendere sempre più attrattive le nostre realtà vitivinicole, che uniscono paesaggio, cultura e accoglienza in un’offerta integrata capace di generare valore e identità”.
Un focus sui mercati internazionali
Sul versante economico, l’incontro ha evidenziato come i mercati tradizionali (USA, Germania, Regno Unito, Svizzera, Canada) restano centrali, ma mostrano segni di maturità. Serve, quindi, rafforzare la presenza con strategie più sofisticate e allo stesso tempo esplorare nuovi sbocchi come Asia e Pacifico (per esempio Corea del Sud, Vietnam, Thailandia e Filippine), ma anche Africa, America Latina e Caraibi (in Paesi come Messico, Colombia e Brasile).
Durante il convegno sono stati presentati i principali dati sullo ‘stato di salute’ del settore in Italia, a partire da 30.000 imprese che fatturano 16 miliardi di euro, ne esportano 8,1 e occupano 74.000 persone. Riguardo alle dimensioni del comparto, 681.000 sono gli ettari coltivati a vite da vino, di cui il 60% in collina e montagna e il 19% secondo metodi biologici. L’Italia è il primo esportatore mondiale di vino per volumi (2.155 milioni di litri contro 1,285 miliardi di litri della Francia) e secondo per valore (8,1 miliardi di euro contro gli 11,671 miliardi di euro della Francia).
Attualmente l’Italia è leader nell’export di vino in 46 Paesi esteri.
Export e Storytelling
Negli ultimi 10 anni, secondo i dati di Nomisma Wine Monitor è aumentato a valore del +41% il prezzo medio all’export di vini fermi imbottigliati, ma il gap da colmare rispetto ai competitor è ancora ampio.
Le strategie comunicative e di marketing possono e devono giocare un ruolo sempre maggiore in queste sfide. E’ quanto sostiene Edoardo Freddi (esportatore e ceo di FreedL Group, multinazionale italiana che dal 2018 investe nel modo del Food & Beverage) “non basta produrre ottimo vino. Bisogna saperlo raccontare, vendere e adattare a un mondo che cambia. Servono visione strategica, collaborazione tra imprese e investimenti sul capitale umano. In questo quadro, si individuano cinque ambiti prioritari su cui agire: innovazione di prodotto, apertura a nuovi mercati, evoluzione dei canali distributivi, aggregazione tra imprese e valorizzazione del capitale umano”.