Barbara Nappini confermata alla guida di Slow Food Italia

ROMA – Barbara Nappini riconfermata presidente di Slow Food Italia: la felicità dell’immateriale, l’ottimismo dei giovani, la gioia della partecipazione democratica e il piacere di cambiare il mondo.

«Voglio ringraziare innanzitutto questa platea bellissima, variegata e plurale, con ragazze e ragazzi di ogni età che sono venuti qui alla FAO con la ferma volontà di contaminarsi nel necessario rispetto delle differenze. Sono loro la nostra prima grande ricchezza. Questi due giorni ci hanno regalato interventi intensi, che hanno saputo misurarsi con un titolo audace: Un’Altra Idea di Mondo. Con gioia avete accolto questa sollecitazione. Avete reso l’idea della strada in cui siamo, ed è una strada che vale la pena percorrere, per aprire altri sentieri nuovi. Non sappiamo dove siamo diretti ma abbiamo la volontà di capirlo insieme. Tra quattro anni il panorama sarà ancora più bello e gioioso, anche soltanto perché noi lo abbiamo sognato insieme» con queste parole Barbara Nappini, riconfermata presidente di Slow Food Italia, ha chiuso i lavori dell’Assemblea nazionale dei soci che l’Associazione ha tenuto presso la FAO di Roma ieri e oggi. Insieme a Nappini, fanno parte del Consiglio Direttivo Federico Varazi, con la carica di vicepresidente, Luca Martinotti, Francesco Sottile, Raoul Tiraboschi. L’Assemblea ha approvato il Documento di Roma Un’Altra Idea di Mondo, che racchiude tutta la storia dell’Associazione ma vuole anche sollevare lo sguardo e cercare di guardare lontano, il più lontano possibile. Per vedere Slow Food e il mondo di chi oggi ha 20 anni, 10 anni, di chi deve ancora nascere.

Il neoeletto Consiglio Direttivo di Slow Food Italia, come primo atto formale, ha voluto esprimere solidarietà e sostegno verso Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati che «è stata sanzionata per aver fatto bene il suo lavoro, per non aver taciuto. E noi di Slow Food vogliamo essere sempre a fianco delle voci libere».

Ai delegati italiani, il fondatore Carlo Petrini ha ricordato qual è la ragion d’essere di Slow Food: «Siamo qui oggi alla FAO e ogni giorno sui territori perché ci piace stare nell’Associazione, perché farne parte è un modo di raggiungere la nostra felicità. Il sottotitolo di Slow Food, da più di 30 anni, è il diritto al piacere, un piacere che non è solo legato al cibo ma anche alla capacità di generare democrazia, partecipazione. Papa Francesco, in uno dei nostri ultimi incontri, mi ha chiesto di mantenere la nostra dimensione di azione dal basso, perché per fare in modo che le cose cambino dobbiamo continuare a operare con gioia e letizia, lavorando con la gente. E questa dimensione di intelligenza affettiva e gioiosa anarchia è quella che vediamo ogni giorno, in ogni angolo del mondo in cui è presente Slow Food. E il nostro impegno non può non guardare a quanto accade nel mondo, in tutti i conflitti e, in particolare, in Congo dove siamo attivi con i giovani che lavorano negli Orti Slow Food, e in Palestina, dove stiamo raccogliendo fondi per costruire una scuola».

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