RIMINI – Dopo un’istruttoria durata due anni la Piadina Romagnola è la prima Indicazione geografica protetta straniera ad essere riconosciuta in Brasile.
La registrazione è avvenuta il 30 settembre e nel sito ufficiale dell’Inpi (Istituto Nazionale della Proprietà Industriale del Brasile) e secondo Alfio Biagini, presidente del Consorzio di Promozione e Tutela, “segna la fine delle contraffazioni sul territorio brasiliano e costituirà un volano per la crescita delle esportazioni”. Esportazioni che valgono complessivamente tre milioni di euro a fronte di un giro d’affari che secondo il rapporto Ismea-Qualivita sulla Dop Economy 2024 è arrivato a 62 milioni di euro, con una crescita del +6,2% sull’anno precedente.
Delle 112 Igp riconosciute in Brasile solo una, la piadina romagnola, è straniera. Delle 41 Dop, invece, dieci sono estere, di cui due, Franciacorta e Prosciutto San Daniele, sono italiane.
Il riconoscimento dell’Inpi è legato alle caratteristiche del prodotto “made in Romagna” – la registrazione riguarda il panificato tipico delle province italiane di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e parte del territorio di Bologna – ma in un articolo pubblicato sul sito ufficiale dell’ente viene anche sottolineata la sua valenza culturale con un richiamo alla letteratura italiana e a Giovanni Pascoli come cantore della Piada: “il pane della povertà…” ma anche “il pane dell’umanità che cuoce mezzo a tutti, sopra l’ara, e intorno poi si partisce in forma della croce” e “il pane della libertà…”. Ecco perché Biagini si dice convinto che in Brasile, dove c’è una forte presenza di italiani, ci sia un grande interesse per la Piadina Romagnola”.
Negli ultimi anni è cresciuto il lavoro di protezione del Consorzio sui mercati internazionali. Solo l’anno scorso, ad esempio, è arrivato il via libera del Giappone alla registrazione del marchio collettivo “Piadina Romagnola”.
Ancora Biagini: In dieci anni la produzione di Piadina Romagnola certificata è passata dalle iniziali 6.778 tonnellate nel 2014 alle 25.675 tonnellate dello scorso anno. È evidente che parliamo di un percorso condiviso con il territorio nella consapevolezza che tutelare la Piadina Romagnola significa valorizzare un intero patrimonio di valori fatto di storia, tradizione e cultura racchiusi in un unico prodotto”.