Wildflowers, nuovo giardino “spontaneo” per le autostrade italiane

Le aiuole delle autostrade italiane saranno abbellite dai wildflowers, ovvero quelle piante e fiori spontanei che grazie ad uno specifico progetto di ricerca – promosso e finanziato dall’Arsia, l’Agenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale, coordinato dal CNR di Pisa – si sono conquistate un ruolo ornamentale, abbandonando l’etichetta stereotipata di fiori poveri e selvatici. Sono stati presentati a Livorno i risultati del progetto di ricerca (costo complessivo 154mila euro, di cui 100mila euro finanziati da Arsia), della duratadi due anni, “Produzione e strategie di utilizzo dei wildflowers per la valorizzazione estetico-paesaggistica e la riqualificazione ambientale di aree urbane, periurbane e marginali”, con l’Istituto per lo studio degli Ecosistemi, CNR, che ha coordinato 25 partner fra soggetti scientifici che hanno provveduto alla fase di ricerca e di sperimentazione, enti pubblici e Autostrade per l’Italia per la divulgazione e dimostrazione, e aziende florovivistiche e di servizi per il supporto tecnico nelle fasi di ricerca e di raccolta delle nuove conoscenze. Il progetto ha individuato 54 specie di wildflowers, ma sono una trentina le varietà già utilizzabili.

E proprio con la società Autostrade per l’Italia, Arsia e CNR hanno siglato nei giorni scorsi un protocollo d’intesa per dare uno sviluppo al progetto sia per la produzione di semi su larga scala, che per un approfondimento delle tecniche di impianto su nuove tratte e svincoli autostradali. L’uso ornamentale dei wildflowers interesserà inoltre le aree urbane e periurbane delle città, strade e rotatorie, ma sarà utilizzato anche per la rinaturalizzazione di aree degradate ex-industriali e marginali, e nei giardini delle scuole.

«Il progetto – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – si colloca in un momento non facile per il settore floricolo toscano, ed ha avuto come obiettivi principali l’individuazione e la moltiplicazione di specie erbacee spontanee, utilizzabili in impianti di verde pubblico e privato, la realizzazione di 15 aree dimostrative in diverse zone del territorio regionale tra rotatorie, aree marginali, verde scolastico, oltre ad una serie di iniziative di educazione ambientale riservate alle scuole. Altrettanto importante è poi il ruolo dei wildflowers per la tutela della biodiversità attraverso il recupero, la moltiplicazione e l’impianto di questa flora spontanea spesso rarefatta e quasi scomparsa. Il percorso avviato dall’Arsia in questi anni ha mirato a diversificare la produzione e individuare nuove prospettive di mercato attraverso vari progetti di ricerca tra i quali, “wildflowers”. Queste attività hanno anche tenuto conto dell’esigenza di valutare l’impatto ambientale relativo all’introduzione di nuove specie nel mercato florovivaistico».

E l’uso dei wildflowers anziché di prati verdi o le “classiche” aiuole permetterebbe ai Comuni per l’arredo urbano e, in questo caso ad Autostrade per l’Italia, una netta riduzione dei costi (stimata fra il 30 e il 40 per cento) ed un maggiore risparmio idrico soprattutto nei mesi più caldi. «Il forte interesse che i wildflowers hanno già riscosso – spiega Beatrice Pezzarossa coordinatrice del progetto del CNR di Pisa – sta proprio nel costo contenuto della gestione delle aree, dato che si eliminano i costi di fertilizzazione, irrigazione e trattamento con fitofarmaci; mentre i costi relativi al taglio si riducono addirittura del 90 per cento (2 tagli annui per i wildflowers contro i 10-15 di prati o aiuole). Inoltre il mercato non ha in Italia nessun concorrente ed in previsione c’è di iniziare la produzione con una ventina di specie, per poi allargare la scelta del materiale vegetale, che verrà presentato all’acquirente anche sottoforma di diversi tipi di miscuglio».

Il progetto sulla produzione e le strategie di utilizzo dei wildflowers si è svolto con: l’individuazione delle specie spontanee in base al loro valore ornamentale ed ecologico; la raccolta dei semi in ambienti naturali e studio della loro riproduzione; la produzione di semi non reperibili in commercio; la caratterizzazione biologica delle specie individuate; l’allestimento di impianti naturalistici in aree urbane ed extraurbane; la messa a punto delle tecniche di coltivazione; la valutazione dell’effetto ornamentale, del livello di biodiversità entomologica e del valore ecologico del sistema. Il Comune di Livorno, infine, ha già manifestato la volontà di proseguire il progetto dei wildflowers, che potranno interessare l’arredo urbano di strade, giardini e scuole cittadine.

I partner del progetto wildflowers

Enti pubblici:

Comuni di Livorno, Pisa, Collesalvetti, San Giuliano Terme, Sesto Fiorentino e Provincia di Lucca

Enti privati:

Autostrade per l’Italia, Ausl 12 Viareggio, Az.agr. ABR Viareggio, Az. floricola Biricotti Livorno; Coop. Il carro Livorno; Gargini sementi Lucca; Garden vivai Mediterranei Albinia; Greenlogy Milano; Rea Rosignano; Sat Rosignano.

Dipartimenti:

Agronomia e gestione dell’Agroecosistema, Biologia delle piante agrarie, Coltivazione e difesa delle specie legnose dell’Università di Pisa; Scienze agronomiche e gestione del territorio agroforestale dell’Università di Firenze; Landscape, University of Sheffield (Gb).

Scuole:

Scuola dell’infanzia “V. Galilei”, Pisa; Sc. Elementare “G. Rodari”; Sc.El. “A. Dal Borro” e scuola media “G.Bartolena” di Livorno; Scuola media “L. Viani” di Viareggio e Istituto tecnico agrario “B. Busdraghi” di Lucca.

Il settore florivavistico in Toscana

Le aziende florovivaistiche della Toscana, pur essendo soltanto il 3% delle aziende agricole toscane e utilizzando meno dell’1% di SAU, contribuiscono per quasi il 20% al valore della produzione agricola regionale. Dal censimento di settore realizzato nel 2003 dalla Regione Toscana sono risultate 3.663 aziende florovivaistiche con una superficie totale investita nel settore di 7.260,99 ettari. Di questa superficie florovivaistica utilizzata in Toscana il 77% è destinata alla produzione di prodotti vivaistici e il 13% al settore floricolo. Il restante 10% riguarda la produzione di piante fiorite e/o da appartamento e materiale di propagazione nel complesso.

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