Danni da selvaggina: gli agricoltori minacciano di lasciare gli Atc

Cia, Confagricoltura e Coldiretti – "Senza una soluzione concreta e in tempi rapidi usciremo dagli ambiti territoriali di caccia (Atc)". I danni provocati alle colture dalla selvaggina hanno portato ad un soluzione insostenibile per le aziende agricole, e per le tre organizzazioni agricole provinciali – Cia, Confagricoltura e Coldiretti – è giunto il momento di lanciare un ultimatum proclamando lo stato di agitazione. "Siamo in piena emergenza. L’allarme lanciato negli ultimi diciotto mesi – sottolineano congiuntamente le organizzazioni agricole – attraverso i numerosi documenti ufficiali e le prese di posizione pubbliche sull’insostenibile livello raggiunto dai danni da selvaggina alle colture agricole, ha prodotto fino ad oggi una debole e insufficiente iniziativa da parte delle istituzioni e degli enti competenti".

L’ultimatum – Nei giorni scorsi intanto Cia, Confragricoltura e Coldiretti hanno inviato una lettera al Prefetto di Siena, al Presidente della Regione Toscana, al Presidente della Provincia di di Siena e ai presidenti delle Atc 17-18-19, proprio per informare sulle decisioni prese. "La presenza di cinghiali e di cervidi sul territorio senese è fuori da ogni parametro di sostenibilità – affermano – e costituisce una vera emergenza economica e civile. Emergenza per il livello dei danni subiti e denunciati dagli agricoltori ma anche per i sempre più frequenti incidenti, talvolta anche mortali, accaduti negli ultimi mesi". E poi come si legge nella nota inviata alle autorità, il moltiplicarsi dei danni e l’accresciuto prezzo delle produzioni agricole sul mercato ha moltiplicato le perdite di reddito delle imprese agricole e mette adesso in seria difficoltà la tenuta economica degli stessi Ambiti territoriali di caccia senesi. "Gli interventi straordinari programmati sono stati attivati solo marginalmente e sono risultati del tutto insufficienti. La campagna produttiva in corso rischia, in assenza di provvedimenti all’altezza, di essere l’ennesima stagione a perdere per le imprese senesi. Inoltre – sostengono le organizzazioni professionali – l’eccessiva densità degli ungulati presenti sta distruggendo l’ecosistema naturale dei territori boschivi della nostra provincia". Per tutti questi motivi:"serve una svolta immediata e decisa – dichiarano – , finalizzata al ripristino delle condizioni di sostenibilità ambientale degli ungulati sul territorio. Gli agricoltori senesi e le organizzazioni del mondo agricolo da troppo tempo ormai chiedono l’attuazione di interventi forti, strutturati e di lungo periodo volti a riportare la presenza degli ungulati a livelli fisiologici e di sostenibilità. Servono interventi finalizzati alla drastica riduzione dei capi presenti in tutte le aree del territorio".

Stato di agitazione -Le aziende agricole non ce la fanno più e dicono "basta ai danni e basta agli indennizzi a perdere". "Fino ad ora il mondo agricolo organizzato della nostra provincia – aggiungono le organizzazioni agricole – non ha mai fatto mancare collaborazione, assunzione di responsabilità, proposte e progetti per una gestione sostenibile delle attività faunistico-venatorie sul nostro territorio. Ma fin da oggi, considerate le condizioni e le sollecitazioni quotidiane delle imprese agricole, le organizzazioni proclamano lo stato di agitazione".

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