Tartufo, l’innovazione passa dall’allelopatia

L’allelopatia come segreto per valorizzare maggiormente la coltivazione più redditizia e sostenibile dell’economia globale, il tartufo.

Il seminario – Il 13 ottobre, un esperto di fama mondiale, S. S. Narwhal, massimo esperto di allelopatia,  terrà un seminario presso la facoltà di agraria di Perugia (aula esercitazioni della Sezione di Biologia Vegetale e Geobotanica – aperto a tutti) dal titolo: “Allelopatia: una nuova scienza per l’agricoltura sostenibile”. L’allelopatia, se gli studi venissero confermati, potrebbe rappresentare per il futuro una strada per preservare l’ambiente e al contempo dare un notevole apporto economico al settore agricolo. Nell’ambito degli studi allelopatici, il tartufo potrebbe acquisire il nuovo ruolo di biorisorsa, dalla quale trarre composti utili per l’agricoltura e l’ambiente.

La disciplina – Per “allelopatia” si intende l’interazione tra piante di specie diverse o tra piante e microrganismi, tra cui funghi, batteri, virus e actinomiceti, sia a carattere positivo (stimolazione) che negativo (inibizione). Questa interazione avviene mediante la produzione di sostanze naturali da parte degli organismi coinvolti, tali prodotti (allelochemici) potrebbero essere utilizzati per sfruttarne le azioni nell’ottica di una agricoltura sostenibile, per un uso sempre più ridotto di prodotti di sintesi, la riduzione delle fonti di inquinamento ambientale e il miglioramento delle produzioni agricole.

I docenti – Il prof. Narwhal è docente al Department of Agronomy dell’Haryana Agricultural University nello Stato dell’Hisar in India, Presidente dell’Indian Society of Allelopathy, Chief Editor della rivista scientifica internazionale “Allelopathy Journal”, è autore e coautore di oltre 20 libri sull’argomento. La collaborazione con il Narwhal nasce da una ricerca che è in corso al Dipartimento di Biologia Applicata dell’Università di Perugia e che tende a coniugare gli studi in allelopatia con il mondo del tartufo. Infatti, la verifica delle proprietà allelopatiche di varie specie di tartufo è lo scopo di un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia nell’ambito del bando a tema Ricerca di Base 2008. Beneficiario del progetto è il Dipartimento di Biologia Applicata, il responsabile è il Prof. Roberto Venanzoni, Presidente del Consiglio Intercorso di Laurea in Scienze Naturali, gli altri soggetti coinvolti sono la Prof.ssa Rita Pagiotti, Facoltà di Farmacia, la Dott.ssa Paola Angelini, Facoltà di Scienze MMFFNN, la Dott.ssa Domizia Donnini, Facoltà di Agraria. Il Dipartimento di Biologia Applicata possiede un’esperienza pluridecennale sui tartufi: fin dai primi anni ‘80 i Proff.ri Mattia Bencivenga e Bruno Granetti, con i rispettivi gruppi di ricerca, hanno portato avanti studi e sperimentazioni sulla biologia, morfologia, ecologia e coltivazione del tartufo. Lo stesso Dipartimento ha curato con ottimi risultati l’organizzazione scientifica di due congressi internazionali sul tartufo (Spoleto: 1988, Tuber2008) e rappresenta una struttura di riferimento di livello internazionale per la coltivazione del tartufo e per il controllo e la certificazione delle piante tartufigene.

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