Crisi nei consumi e neoproibizionismo al Wine Show

Le esportazioni di vino italiano, hanno subito una decisa contrazione, per gli influssi della crisi economica planetaria. La contrazione delle esportazioni favorita dal nuovo “proibizionismo”, sarà uno dei temi che saranno al centro del Wine Show il nuovo Salone del Vino, che si svolge a Torino dal 24 al 26 ottobre.

Effetti della crisi – Tra i mercati in cui l’esportazione di vino italiano ha trovato più difficoltà, va certamente incluso quello statunitense, più esposto agli effetti della difficile congiuntura internazionale. Negli USA le esportazioni italiane di vino hanno perso il 14% in volume d’affari. Il primo semestre 2009 registra una situazione del comparto vitivinicolo ancora critica. Le rilevazioni Ismea dimostrano come nel secondo semestre 2009 l’indice sul clima di fiducia per il settore vinicolo segni un -19%, a fronte di un -6% per l’agroalimentare nel suo complesso. I prezzi all’origine, sempre secondo Ismea, hanno mantenuto una tendenza all’abbassamento, da un lato a causa delle incertezze legate all’applicazione di alcuni strumenti di intervento previsti dalla nuova Ocm e dall’altro, per il permanere di una domanda stagnante, tanto sul fronte interno, quanto sul quello estero.

Proibizionismo – Una crisi economica grave, ma destinata a passare, fanno sapere da Lingotto Fiere, sottolineando che il mondo del vino dovrà fare i conti con criticità anche più dure come, ad esempio, la feroce campagna in atto contro l’alcool, in cui il vino viene messo al bando. Una campagna che mina costantemente l’intero comparto. Il mondo del vino nel suo complesso avrebbe bisogno di intenti comuni per superare le varie criticità che lo minacciano, a partire da una decisa campagna di riproposizione dei modelli di consumo, come quello del bere quotidiano. A ben guardare, l’effetto depressivo della crisi globale è arrivato in ritardo in Italia, facendosi comunque sentire. Il clima di “neoproibizionismo” che si è instaurato anche fra i consumatori abituali di vino del Bel Paese, ha dato una decisa scossa in negativo. Tanto che al Wine Show ipotizzano un vero e proprio mutamento dei paradigmi del consumo di vino.

Consumi – La situazione del comparto vitivinicolo italiano mostra numeri decisamente importanti. Produciamo il 40% in meno del vino rispetto alla metà degli anni 80, ma il valore dell’export è quadruplicato raggiungendo i 3,5 miliardi di euro. Secondo i dati Ismea, al 31 dicembre 2008, il numero delle denominazioni relative ai vini di qualità è salita complessivamente a 477. Il gruppo più rappresentativo è quello delle Doc (316), seguite dalle Igt (120) e dalle Docg (41). I dati Ue, aggiornati al 2009, fanno salire la consistenza del paniere della qualità italiana, per le sole Doc/Docg, a 434 denominazioni. Rispetto a questi vini, l’Italia è preceduta, nel panorama europeo, solo dalla Francia (490). L’Italia è oggi il primo esportatore di vino al mondo, il comparto assorbe, in particolare, il 15% dei volumi scambiati con l’estero. Nel 2008 l’Italia ha prodotto 46,3 milioni di ettolitri di vino, con un aumento del 2007 (+6%). Il peso della produzione Doc e Igt è rilevante, perché rispettivamente il 35% ed il 29% della produzione totale. Dagli andamenti del primo semestre, l’Italia dovrebbe confermare nel 2009 la propria leadership sul mercato internazionale in termini di valore aggiunto (prima voce dell’export agroalimentare nazionale) e perdere quella sulla quantità prodotta.

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