Pesca: tracciabilità e controlli via satellite nella Riforma di Bruxelles

“Il nocciolo dell’accordo è quello del coordinamento delle attività di controllo svolte dai diversi Enti, da parte di una singola Autorità che dovrà essere responsabile di organizzare, raccogliere, trattare, certificare e trasmettere i dati riguardanti l’attività di pesca. Queste informazione saranno comunicate, alla Commissione, all’Agenzia comunitaria per il controllo, agli altri Stati membri e, se necessario, anche ai Paesi terzi. La riforma modificherà e migliorerà il Sistema dei Controlli della Pesca”. Con queste parole il Sottosegretario alle politiche agricole On. Antonio Buonfiglio, alla guida della Delegazione italiana, ha commentato l’importante intesa approvata oggi dal Consiglio dei Ministri UE per la Riforma del Sistema Europeo dei Controlli della Pesca.

Il sistema dei controlli – Dopo gli incontri avvenuti fra la Presidenza e la Commissione Europea e le delegazioni nazionali, si è giunti all’approvazione di un accordo definitivo perché si possa sanzionare qualsiasi tentativo di infrangere le regole ed evitare al contempo l’appesantirsi dell’attività amministrativa. Sui principi cardine della Riforma si poggia l’innovativo Sistema di controllo via satellite. “L’intesa conclusiva – ha aggiunto il Sottosegretario – prevederà che l’obbligo scatti per le imbarcazioni sino a 12 metri di lunghezza”. A questo deve essere aggiunto poi che, su richiesta dell’Italia, è stata data la possibilità agli Stati membri di escludere le imbarcazioni sino a 15 metri di lunghezza, solo se operanti nelle acque territoriali o se effettuano battute di pesca fino a 24 metri. Buonfiglio ha chiarito che l’iniziale proposta della Commissione europea avrebbe voluto l’installazione di questo sistema sulle imbarcazioni oltre i 10 metri di lunghezza.  Per quel che riguarda la registrazione e trasmissione elettronica dei dati, l’Italia ha ottenuto, anche che siano escluse dai nuovi obblighi le imbarcazioni sino a 15 metri. “Nella proposta originale della Commissione, le imbarcazioni avrebbero dovuto notificare il rientro in porto con un anticipo di 4 ore”,

La notifica preventiva – L’intesa finale, dispone che la Notifica preventiva riguardi solo le imbarcazioni che catturano specie sottoposte a piani pluriennali. “Per l’Italia questo varrebbe solo per il tonno rosso per il quale, peraltro, la notifica preventiva è già vigente per effetto delle disposizioni ICCAT”. La Certificazione della potenza motrice, che sarà operativa dal 2013 e che riguarderà esclusivamente le imbarcazioni superiori a 120 Kw di potenza,  escluderà i battelli che usano solo reti fisse, le draghe idrauliche e le imbarcazioni ausiliarie, comportando comunque il rispetto delle esigenze ambientali e del risparmio energetico. Nonostante tale obbligo, la Delegazione italiana, è riuscita ad ottenere che tale certificazione non determini conseguenze economiche per le imprese di pesca.

Pesca sportiva – Alla Pesca Sportiva, saranno estese le azioni necessarie al rispetto della Politica Comune della Pesca. Oltre a questo, in linea con la posizione italiana, il Comitato scientifico della Commissione europea (STEAFC) è stato incaricato di valutare l’impatto biologico della pesca sportiva. “In caso di impatto significativo – dice il capo della Delegazione – il Consiglio potrà decidere specifiche misure di gestione, tra cui il rilascio di autorizzazioni e dichiarazioni di cattura”.  Inizialmente la proposta della Commissione europea prevedeva la pesatura di tutti i prodotti sbarcati. L’intesa finale, però, a seguito delle richieste italiane, dà agli Stati membri la possibilità di presentare appositi piani di campionamento così che l’obbligo della pesatura diventi operativo solo dopo l’approvazione del piano stesso. Con il Sistema di penalità a punti è stata ridotta la progressività delle sanzioni rispetto a quanto inizialmente proposto dalla Commissione europea: “il ritiro definitivo della licenza – ha continuato il Sottosegretario – scatterebbe solo dopo la quinta infrazione grave”.

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