Il mondo agricolo difende il Chianti e critica il ministro Zaia

Il mondo dell’agricoltura unito condanna il bizzarro tempismo con cui il ministro per le politiche agricole e forestali Luca Zaia ha annunciato, nella giornata inaugurale del Vinitaly a Verona il sequestro di 10 milioni di litri di falso vino Chianti nel senese. Strano tempismo perché il sequestro c’è stato (e non solo nel senese) ma il fatto risale a dicembre 2009 come conferma il Comando dei Nas dei Carabinieri di Firenze  aggiungendo che “il vino veniva conservato in botti in pessime condizioni”.

La posizione della Cia Toscana– "Il vino toscano dà noia a qualcuno? Perché la notizia del sequestro del falso Chianti di dicembre è stata comunicata solo ora? Due anni fa sempre in occasione del Vinitaly fu la volta del Brunello. Perché tanta enfasi quando si tratta dei prodotti della Toscana?". Queste le perplessità espresse da Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana a seguito della notizia annunciata nel corso della giornata inaugurale del Vinitaly a Verona, dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia circa il sequestro di 10 milioni di litri di vino da tavola che potevano essere esportati come Chianti Docg, soprattutto negli Stati Uniti. "Appare molto strano che una notizia del genere sia stata data proprio al Vinitaly – aggiunge Pascucci -, visto che la vicenda risale alla fine dello scorso anno, come confermato dallo stesso Consorzio del Chianti Classico. Consorzio al quale va tutto il nostro sostegno e la nostra piena fiducia per il lavoro svolto in difesa e per la valorizzazione di produzioni di altissima qualità e apprezzate dai consumatori a livello internazionale. Purtroppo, ancora una volta ci troviamo davanti a vicende che nulla hanno a che fare con l’agricoltura – continua il presidente di Cia Toscana – ma che, inevitabilmente, hanno riflessi negativi sull’immagine dell’agroalimentare ‘made in Italy’. Oltretutto, vanno a colpire un marchio come quello del Chianti famoso in tutto il mondo e vero fiore all’occhiello del nostro export vitivinicolo. Lo abbiamo sempre affermato e lo ripetiamo anche in questa occasione. Contro chi sofistica e falsifica in campo alimentare non ci deve essere alcuna tolleranza. Bisogna agire con la massima fermezza” chiosa Pascucci. 

Il sostegno di Coldiretti Toscana –  ”Dopo il polverone che si era alzato sul Brunello, questa volta, in un momento in cui il vino e’ sotto i riflettori mondiali, a finire nell’occhio del ciclone e’ un’altra storica denominazione, su cui il sequestro di 10 milioni di litri di prodotto pronto per volare negli Usa come Chianti docg ha finito per allungare ingiustamente ombre improvvise. La comunicazione data da Luca Zaia all’inaugurazione dell’importante vetrina veronese infatti rischia di penalizzare ulteriormente il comparto”. Lo afferma Coldiretti Toscana riferendo che oggi a Vinitaly il presidente Tulio Marcelli ha accompagnato il ministro della Salute Ferruccio Fazio tra gli stand dei produttori del Chianti. ”Un gesto simbolico – spiega Coldiretti Toscana – per dimostrare solidarieta’ ai viticoltori e per rassicurare i consumatori, allarmati dai risvolti che potrebbero provocare al settore le notizie sull’ennesimo presunto scandalo scoperto in provincia di Siena”. ”Dopo gli scandali sul vino – ha spiegato Marcelli – le esportazioni del made in Tuscany verso gli Stati Uniti sono diminuite sensibilmente penalizzando tutti i produttori. Ribadiamo la richiesta di tolleranza zero nei confronti di frodi e sofisticazioni. Anche perche’ il vino e gli alcolici sono o fra i prodotti piu’ a rischio contraffazioni. A dimostrarlo ci sono i dati sull’attivita’ svolta dai carabinieri dei Nas dove si dice chiaramente che il sedici per cento dei sequestri effettuati riguarda proprio questo settore. L’impegnativo percorso di valorizzazione qualitativa dei nostri prodotti ci obbliga a continuare la lotta contro tutti quei comportamenti che causano un danno economico e di immagine gravissimo alle aziende toscane”.

I Nas di Firenze ai microfoni di agricultura.it –  “Il sequestro in questione era legato non tanto alla qualità del vino quanto alla frode in commercio derivata dal fatto di usare vitigni e uve non originarie del posto e che contravvengono ai disciplinari. Importanti soprattutto quando si parla di vini di pregio internazionale come Brunello e Chianti” spiega il Tenente Fedele Verzola, Comandante Nas di Firenze

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