Agronomi a confronto sul valore aggiunto della Val d’Orcia

Strategie ad hoc e politiche efficaci per la Val d’Orcia, per la tutela del paesaggio, che non è solo un simbolo della Toscana nel mondo, ma un volano socio-economico del territorio. E’ in sintesi quanto emerso in occasione del forum “L’evoluzione del paesaggio della Val d’Orcia” che si è tenuto a Contignano (Radicofani, Si) . L’incontro si inseriva in un ciclo di convegni promossi dalla Fondazione Centro per lo studio del paesaggio e del giardino “Fondazione Alessandro Tagliolini”, ed è stato organizzato in collaborazione tra l’Ordine provinciale dei dottori agronomi e dei dottori Forestali di Siena, l’ Associazione Laureati in Scienze Agrarie e Forestali di Siena, e l’Associazione Pro-Contignano impegnata attivamente nella promozione dell’iniziativa.

Buone pratiche agronomiche – Ha parlato della tutela e conservazione attiva del paesaggio attraverso la dimensione progettuale e le buone pratiche agronomiche, Rosanna Zari, vicepresidente Conaf, Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali: “il paesaggio – ha sottolineato Zari – è un bene da tutelare e salvaguardare, ma nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che deve tenere conto prioritariamente dei bisogni delle popolazioni che in quel paesaggio vivono in applicazione della Convenzione europea del paesaggio”.In Val d’Orcia il paesaggio riveste un ruolo di “biglietto da visita” tanto da essere icona della promozione turistica non solo dell’area stessa, ma di tutta la Toscana – è stato ricordato nell’incontro di Contignano. Il paesaggio è quindi una risorsa economica locale che, attrae turisti e visitatori provenienti da tutte le parti del mondo, ed è un’immagine che offre un consistente valore aggiunto all’economia turistica locale. L’immagine turistica del territorio è legata sia all’attuale configurazione del paesaggio rurale, sia alla notevole concentrazione di beni architettonici ed artistici presenti tanto da aver fatto acquisire alla Val d’Orcia, nel 2004, il riconoscimento di paesaggio culturale da parte dell’Unesco.

Bene irrinunciabile – “Il paesaggio agrario è una risorsa primaria, un bene pubblico irrinunciabile – ha sottolineato Monica Coletta, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Siena -, è  un punto di forza assoluto dell’economia locale, costruito e mantenuto dagli agricoltori nel corso dei decenni. Oggi assistiamo ad un accentuarsi delle tensioni intorno a questo tema: da un lato abbiamo la crisi che sta investendo il settore dei cereali e che potrebbe portare, in un orizzonte di medio-lungo periodo a fenomeni di abbandono dell’attività agricola con forti ripercussioni sulla qualità estetica e ambientale del paesaggio stesso. Dall’altro assistiamo a crescenti pressioni esercitate dalla pianificazione territoriale non sempre pronta a cogliere la complessità dei temi socioeconomici ed agro ambientali. Questo si traduce spesso nella introduzione di crescenti vincoli all’operatività delle aziende agricole. Per affrontare compiutamente questi temi è fondamentale la partecipazione dei Dottori Agronomi e nei Dottori Forestali, nelle fasi di lettura ed analisi del territorio  e  nella introduzione di modelli partecipativi di pianificazione”.Fra gli interventi quelli del professor Ugo Sani, presidente della Fondazione Tagliolini che ha parlato degli obiettivi e delle attività della Fondazione e del paesaggio della Val d’Orcia; di Massimo Magrini, sindaco di Radicofani che ha sottolineato il ruolo dei Comuni nella gestione del paesaggio come bene pubblico. Quindi gli interventi del prof. Massimo Rovai, dell’Università di Pisa, che ha presentato uno studio sull’evoluzione del paesaggio della Val d’Orcia; e per un concludere uno stimolante dibattito tra i partecipanti.

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