E’ il PAC DAY: l’UE vara la riforma dell’agricoltura

MANZATO CHIAMA A CONFRONTO IL MONDO AGRICOLO VENETO – Le notizie sulla possibile nuova Politica Agricola Comunitaria che arrivano da Bruxelles non sono rassicuranti. Ritengo essenziale un immediato confronto con tutto il sistema agricolo e agroalimentare del Veneto sulle proposte della Commissione, per valutare meglio gli effetti che i nuovi orientamenti europei possono avere sulla nostra economia del settore primario e per studiare tutte le contromosse possibili per contrastare ciò che potrebbe danneggiare il nostri sistema produttivo”. Franco Manzato, assessore all’agricoltura del veneto, non vuole commentare a caldo le proposte comunitarie illustrate ieri: “serve anzi un’analisi molto fredda ma soprattutto approfondita: troppo spesso abbiamo cantato vittoria per decisioni che si sono invece ritorte contro di noi o abbiamo lamentato effetti disastrosi per cose che avevamo trascurato”. Per questo l’assessore sta già organizzando un vertice, che dovrebbe tenersi entro una decina di giorni, con tutti i portatori di interesse dell’economia e del mondo agricolo regionale: “in questa fase – ha concluso Manzato – possiamo e dobbiamo intervenire su tutti i fronti, politici e amministrativi, per tentare di correggere eventuali contenuti che siano contro la nostra agricoltura”.

MINISTRO ROMANO: "ACCOLTI ALCUNI SUGGERIMENTI DELL’ITALIA" – Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano ha commentato l’adozione delle proposte con soddisfazione per alcuni risultati raggiunti, ma anche con la consapevolezza che si è aperto un negoziato estremamente impegnativo, durante il quale dovranno essere corretti alcuni orientamenti della Commissione Europea. “Anche per effetto dell’azione condotta dall’Italia – ha dichiarato il Ministro Romano – è stata accantonata l’ipotesi di una distribuzione degli aiuti comunitari correlata esclusivamente alla superficie agricola dei Paesi membri. Questa soluzione avrebbe penalizzato pesantemente i nostri agricoltori, togliendo ogni valore al lavoro ed alla qualità dei prodotti realizzati”.
“Sono stati accolti anche alcuni suggerimenti avanzati dall’Italia, in particolare per quanto concerne la possibilità di erogare sostegni accoppiati fino al 10% del plafond nazionale". “Tuttavia devo rilevare – ha aggiunto Romano – che le proposte della Commissione appaiono complessivamente insoddisfacenti. Le nuove misure inserite nelle proposte, a partire dagli obblighi ecologici, comportano nuovi oneri per le imprese ed un grande carico burocratico, senza comportare reali benefici per l’ambiente". “In generale tutto l’impianto è caratterizzato da una forte complessità burocratica e da una eccessiva rigidità, che mal si adatta alla grande diversità dei modelli produttivi presenti in Europa. Mancano inoltre  – prosegue il Ministro – misure dirette ad accrescere la competitività delle imprese e strumenti idonei a fronteggiare l’instabilità dei mercati. Anche le disposizioni dirette a migliorare il funzionamento della filiera e la trasparenza delle informazioni destinate ai consumatori non soddisfano le aspettative". “Sarà necessario un forte impegno del Governo, delle Regioni e dei rappresentanti italiani nel Parlamento europeo per correggere l’impostazione delle proposte in modo da renderle più aderenti alle esigenze dei produttori e dei consumatori italiani.  Abbiamo bisogno di una PAC più semplice e più efficace – ha concluso Romano  – per sostenere lo sforzo delle nostre imprese nell’era del mercato globale”.

L’ITALIA PERDE 285 MILIONI DI EURO  – Con la nuova Politica agricola comune le cui linee guida per il 2014/2020 sono state illustrate oggi dal commissario Ue per l’agricoltura, Dacian Ciolos, i contributi diretti agli agricoltori italiani sono destinati a diminuire progressivamente fino ad arrivare, nel 2019, a essere del 6% (pari a circa 285 milioni di euro, come ha detto il portavoce di Dacian Ciolos, Roger Wite) inferiori rispetto a quelli del 2013. Infatti, il totale dei pagamenti diretti ammonteranno a 4,128 miliardi nel 2013 e scenderanno a 3,841 nel 2019. Ma per completare il calcolo di quanto in meno l’Italia ricevera’ dall’Unione europea per l’agricoltura bisognera’ aspettare la definizione dei "pacchetti nazionali globali" per il settore, e considerare anche i fondi per lo sviluppo rurale, quelli per i giovani agricoltori e per i piccoli. Questo, come ha spiegato lo stesso Ciolos presentando la proposta della Commissione, avverra’ solo al termine del lungo processo decisionale, che comincerà la settimana prossima con il confronto fra i 27 ministri del settore, a Lussemburgo. 

SISTI (Conaf) «NUOVA PAC CON PIù OMBRE CHE LUCI» – «Studieremo con attenzione i contenuti della nuova Pac, ma per adesso emergono più ombre che luci. I vari interventi e la discussione che si è succeduta da parte dei diversi parlamentari, sia di maggioranza sia di minoranza, hanno evidenziato diverse criticità. Una prima analisi non può che essere di forte preoccupazione per l’eccessiva burocratizzazione del sistema agricolo; di preoccupazione per alcune sovrapposizioni rispetto ai due pilastri; di incertezza nell’applicazione del concetto di “agricoltore attivo” per gli Stati membri ed in particolare per l’Italia. Così come non soddisfa il tetto degli aiuti troppo complesso per la sua applicazione. Come categoria vorremmo particolare attenzione allo sviluppo rurale, all’innovazione e alla ricerca nello sviluppo di impresa, alla conoscenza come valore aggiunto per le imprese italiane ed europee. Siamo comunque fiduciosi nel lavoro della Commissione Agricoltura e del Parlamento Europeo e soprattutto dei nostri rappresentanti – il presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro e del relatore Giovanni La Via, entrambi Dottori Agronomi -. Daremo un contributo concreto con una proposta condivisa con l’intera nostra categoria». Il CONAF (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) ha partecipato quest’oggi a Bruxelles, in Commissione agricoltura, alla presentazione delle proposte legislative sulla riforma della politica agricola comune, con una delegazione composta dal presidente Conaf Andrea Sisti, dalla vicepresidente Rosanna Zari, dal segretario Riccardo Pisanti e dei consiglieri nazionali Giuliano D’Antonio, Graziano Martello e Alberto Giuliani. 

DE CASTRO: "NUOVA ERA, RIFORMA STRAORDINARIA" –”Siamo di fronte ad una riforma di straordinaria importanza che accompagnera’ i nostri agricoltori in un’era nuova, in cui la volatilita’ diventera’ un fenomeno sistematico e gli agricoltori avranno bisogno di nuovi strumenti per gestire una situazione inedita quanto difficile. Le proposte di oggi si collocano in uno scenario agricolo particolare, radicalmente mutato. Siamo ben consapevoli di cosa significherebbe un arretramento del nostro potenziale produttivo: rinunciare a due tra le piu’ importanti sfide che l’agricoltura ha di fronte, quella della food security e quella del ruolo ambientale e sociale dei milioni di agricoltori che oggi popolano l’Europa rurale. Sfide che richiedono una riforma ambiziosa e capace di coniugare due esigenze apparentemente inconciliabili: produrre di piu’ e inquinare meno. Quello di oggi è un banco di prova importante dal punto di vista istituzionale. Per la prima volta la riforma della Pac viene, infatti, sottoposta alla procedura di codecisione. Sono sicuro che riusciremo, come gia’ dimostrato nelle precedenti occasioni, a produrre un lavoro importante, utile per i nostri agricoltori e per tutti i cittadini europei”.

POLITI (CIA): “NO” AL TAGLIO RISORSE E SOSTEGNI A VERI AGRICOLTORI- “La futura politica agricola comune dovrà porre al centro l’agricoltura e le imprese agricole. Il sostegno dovrà essere destinato agli agricoltori professionali e alle aziende che operano nel mercato dei prodotti e del lavoro. Vogliamo sostenere gli imprenditori agricoli, non i percettori di rendite fondiarie e parassitarie”. Lo ha detto il presidente della Cia Giuseppe Politi nel corso di un incontro, a Bruxelles, con il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, svoltosi in occasione della presentazione delle proposte dell’esecutivo comunitario sulla riforma della Pac post 2013. All’incontro erano presenti anche i due vicepresidenti confederali Dino Scanavino e Domenico Brugnoni.  “Va superata l’anomalia della Pac che -ha affermato il presidente della Cia- concentra l’80 per cento del sostegno sul 20 per cento delle aziende e riserva il regime di aiuti ai beneficiari storici. Abbiamo, comunque, sostenuto che il sostegno della Pac finalizzato all’innovazione e allo sviluppo delle aziende deve essere separato da altre forme di sussidio a finalità sociale. Una politica di integrazione di reddito ed ammortizzatori sociali è necessaria in agricoltura per tutelare le aziende più deboli, garantire il mantenimento delle attività agricole nelle aree meno produttive e favorire il ricambio generazionale. Essa è cosa diversa rispetto a politiche a sostegno delle imprese”.

PAC AL VIA – La Commissione europea ha varato oggi una sostanziale riforma della Pac (Politica agricola comune). L’ammontare degli aiuti previsti per i vecchi 15 Stati membri andrà da oggi spartito agli attuali 27 partner europei. Per l’Italia questo significa un taglio sui contributi a sostegno dei mercati agricoli.

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