Autunno senza castagna. Raccolti dimezzati per caldo torrido e cinipide

Con il caldo torrido di fine estate si è verificato un forte anticipo di maturazione della castagne ma a fare danni è stato un insetto killer “Cinipide galligeno del castagno” arrivato in Italia dalla Cina che ha già dimezzato la produzione italiana. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme sulla produzione di castagne in Italia che detiene la leadership produttiva in Europa e si classifica al quarto posto nel mondo dopo Cina, Corea del sud e Turchia. A rischio non c’è solo il prelibato frutto dell’autunno dal quale si ottiene il gustoso castagnaccio ma – sottolinea la Coldiretti – 780mila ettari di bosco di castagno  presenti sul territorio nazionale con 34.160  imprese agricole che danno occupazione nell’intera filiera a centomila persone.

Insetto killer – Contro l’insetto killer che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni, non possono essere utilizzati prodotti, ma è stata avviata una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà molto tempo per ottenere un adeguato contenimento. Se dal punto di vista quantitativo la situazione è preoccupante, il primato italiano sul piano qualitativo è confermato – continua la Coldiretti – dalla presenza di ben dodici tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Quattro – precisa la Coldiretti – si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp e la Farina di Neccio della Garfagnana Dop mentre in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il Marrone di San Zeno Dop  e i Marroni del Monfenera Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, e nel Lazio la Castagna di Vallerano Dop.

Italico albero – La diffusione di quello che Giovanni Pascoli definiva "l’italico albero del pane" si è ridimensionata nel tempo con la massima produzione conseguita in Italia che è stata registrata nel 1911 con 829.000 tonnellate di castagne.  Le castagne delle quali si conoscono oltre cento varietà sono però rimaste nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani da consumare – ricorda la Coldiretti – in diversi modi: arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per circa 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido); lesse (dopo averle lavate accuratamente, cuocerle in abbondante acqua salata per circa 40 minuti); cotte in latte e zucchero; usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne. Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città,  la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e  suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

La ricetta del castagnaccio

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