Ismea: male congiuntura, ma migliora fiducia industria alimentare

Un primo trimestre ancora complesso per gli operatori dell’industria alimentare italiana, con l’attività fortemente condizionata dalla riduzione delle commesse, che ha avuto come principale ripercussione un ulteriore accumulo delle scorte. Sono alcuni dei risultati che emergono dall’indagine trimestrale dell’Ismea sul clima di fiducia degli operatori industriali. In questo primo scorcio del 2012 – spiega l’Istituto – le interviste  confermano una prevalenza di giudizi negativi, rivelando comunque un miglioramento rispetto ai precedenti tre mesi, ma non su base annua.

Domanda estera – L’attività produttiva, nelle attese degli operatori industriali, potrebbe comunque beneficiare di una domanda estera ancora sostenuta, che appare però  in controtendenza con l’andamento del mercato interno, in ulteriore flessione. I giudizi segnalano dinamiche differenziate a seconda dei comparti di produzione.  Se migliora il clima di fiducia per le industrie attive nei settori della pasta, della mangimistica, delle carni rosse e dolciario, il sentiment in generale resta fortemente  negativo presso le imprese di trasformazione ortofrutticola e nei comparti della molitoria, del riso e dei prodotti da forno. Analoghi i riscontri raccolti da Ismea per le imprese attive nei  settori degli oli di oliva, delle acque naturali e delle bevande analcoliche.

Indagine – Dall’indagine emerge anche che le difficoltà economiche in atto potrebbero comportare quest’anno una riduzione degli organici presso l’industria alimentare, intenzionata a ridimensionare i costi unitari aumentando però la produttività. Appaiono complessivamente negativi, seppure in lieve miglioramento rispetto all’ultimo trimestre 2011, i giudizi degli operatori sugli sviluppi dell’economia nazionale. Le condizioni generali in cui si trovano ad operare le imprese restano pertanto problematiche. Principali freni: l’accesso al credito e l’andamento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali.

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