La ricerca genetica migliora la qualità media dei prodotti della dieta mediterranea

Intervenire sul miglioramento genetico per migliorare la qualità di produzioni agroalimentari su larga scala con benefici a livello salutistico e sanitario. E’ questo l’obiettivo che è stato raggiunto dal progetto Alisal “Miglioramento delle proprietà igienico-sanitarie, salutistiche e funzionali di commodity per l’alimentazione dell’uomo e degli animali” i cui risultati sono stati presentati quest’oggi a Foggia nella sede del Centro di Ricerca per la cerealicoltura del CRA. Il progetto – finanziato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e durato tre anni coinvolgendo 23 unità di ricerca fra cui il CRA-CER come coordinatore – ha riguardato il settore dei cereali (pane e pasta), patata, pomodoro, uva, arancio, pesca, latte e olio d’oliva: in pratica i prodotti che stanno alla base della dieta mediterranea.

La ricerca genetica al servizio dell’uomo – «L’obiettivo del progetto – afferma il direttore CRA-CER Roberto Papa – era quello di sviluppare conoscenze e mettere a punto strumenti idonei a impostare un lavoro di selezione finalizzato all’ottenimento di alimenti caratterizzati da proprietà nutrizionali ed organolettiche superiori, promuovendo una alimentazione basata su una dieta arricchita in cibi funzionali». Grazie al progetto Alisal sono quindi a diposizione conoscenze scientifiche per il miglioramento genetico di molte varietà che intervengono sull’aspetto salutistico e sanitario: «Nella pianta – spiega Daniela Trono, ricercatore del CRA-CER e coordinatore progetto Alisal – si ha una maggiore resistenza all’attacco di patogeni ed un minore accumulo di tossine che restano solitamente nell’alimento e che nel lungo periodo sono tossici con effetti cancerogeni. Per quanto concerne l’aspetto salutistico il risultato è stato quello di aumentare il contenuto di fitonutrienti utili per il benessere della salute umana. Esistono evidenze – prosegue – sul fatto che la presenza di metaboliti tossici negli alimenti, in modo particolare micotossine, può determinare effetti acuti o cronici, quando l’interazione è protratta nel tempo e si verifica accumulo. Per quanto riguarda, invece, la presenza di fitonutrienti, è stato ampiamente dimostrato che l’assunzione regolare di alimenti ricchi in questi composti è associata ad una riduzione dell’incidenza di malattie cronico-degenerative a carico, ad esempio, della retina, dell’apparato cardio-circolatorio e di quello osteo-articolare. L’alimentazione – conclude Trono – è la prima medicina che ha il grande potere di prevenire malattie all’uomo; ma per fare questo è necessario intervenire su produzioni intensive, su larga scala, e non solo sui prodotti di nicchia. Solo così la scienza può migliorare la qualità della vita delle persone».

Il progetto
– Per ridurre la contaminazione degli alimenti da parte di metaboliti tossici, prodotti da alcune specie di patogeni (in particolare funghi e muffe), e implementare il contenuto con fitonutrienti, i partecipanti al progetto “ALISAL” hanno condotto una serie di indagini finalizzate a comprendere come gli agenti patogeni (nel caso delle micotossine) e le piante (nel caso dei fitonutrienti) regolano la velocità delle vie metaboliche responsabili dell’accumulo di questi composti in modo tale da poter sviluppare strategie di miglioramento genetico per ridurre e aumentare in modo stabile, rispettivamente, il contenuto di micotossine e quello di fitonutrienti in matrici alimentari caratterizzate da un elevato consumo pro-capite; queste, una volta migliorate, meglio di altre potranno contribuire a migliorare la dieta e ad avere effetti benefici sulla salute umana. In particolare, le vie metaboliche responsabili dell’accumulo di micotossine sono state indagate nei patosistemi Vite-Aspergillus carbonarius e Mais-Fusarium verticillioides, mentre in frumento duro, patata, pesco, pomodoro, arancio, olio d’oliva, olio di semi e latte sono state investigate le vie metaboliche responsabili dell’accumulo di fitonutrienti (composti carotenoidi, composti fenolici, acidi grassi essenziali). Effetto salutistico e colore possono andare in parallelo: ad esempio nel frumento i composti antiossidanti sono presenti nella parte esterna – sottolinea il CRA-CER-, mentre se consumiamo prodotti integrali, questo rischio può essere notevolmente ridotto. Il colore viola e nero delle piante è indice di accumulo di antociani: aumentando l’accumulo di antociani nelle piante coltivate, e consumando regolarmente alimenti ricchi di antociani (es. arancia fresche ma anche frumento e pomodoro) è possibile ancor di più ridurre il rischio di obesità e prevenire tumori.

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