Inchiesta falso Brunello, Rossi: ‘Regione sarà parte civile’. Il Consorzio prepara Codice etico

Dopo l’Operazione Brunello della Guardia di Finanza di Siena che ha portato al sequestro di 160mila litri di vino e 2350 contrassegni di stato (LEGGI) ecco le prime reazioni a tutela dell’importante denominazione e del lavoro delle centinaia di aziende vitivinicole che operano onestamente nel territorio ilcinese.

IL CONSORZIO – Punizioni severe per chi ha sbagliato Nel complesso delle operazioni sono state sequestrate le annate dal 2008 al 2013. «Si tratta di una pubblicità di cui avremmo fatto volentieri a meno – ha detto in conferenza stampa il presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci -. Stiamo predisponendo un codice etico. A fine indagine il Consorzio colpirà duramente chi ha sbagliato».

LA REGIONE TOSCANA – "La Regione si costituirà parte civile, a difesa dei produttori di Brunello e per il danno subito con la violazione della banca dati dell’agenzia regionale Artea. Voglio ringraziare la Guardia di Finanza e le forze dell’ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l’Italia nel Paese nel mondo". Così il presidente della Toscana, Enrico Rossi, commenta l’inchiesta che ha portato al sequestro di oltre 160mila litri di vino di scarsa qualità venduti come Brunello e Rosso di Montalcino. "Vogliamo dare un segnale inequivocabile – prosegue – che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l’impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell’ordine la falsa certificazione. Il segnale è chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori è danneggiato da questi criminali. Violano la legge – conclude Rossi – danneggiando la qualità e distruggendo posti di lavoro".

CIA TOSCANA e SIENAChi ha sbagliato deve pagare. Necessario tutelare produttori onesti . – «Ci vuole chiarezza, chi ha sbagliato deve pagare e, come sottolineato anche in passato, chiediamo tolleranza zero. L’operazione della Guardia di Finanza di Siena presentata oggi, è un elemento di grande positività, quando emergono truffe e contraffazioni che danneggiano l’immagine del nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza, come in questo caso il Brunello di Montalcino. Truffe che rappresentano un danno di immagine assoluto ed economico per la nostra agricoltura, un danno che le nostre aziende agricole corrette e professionali non si possono permettere di subire; un danno anche per l’intero tessuto socio-economico, non solo di Montalcino, ma dell’intera Toscana». Con queste parole i presidenti di Cia Toscana Luca Brunelli e di Cia Siena Luca Marcucci commentano la frode scoperta dalla Guardia di Finanza di Siena, grazie a una segnalazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ha portato al sequestro di oltre 160mila litri di vino e 2.350 contrassegni di Stato, e che ha portato alla denuncia di un enologo che opera in varie aziende agricole di Montalcino. «Come Cia Toscana – aggiunge Brunelli – siamo e saremo sempre a fianco degli agricoltori onesti e corretti che ogni giorno con grande passione e sacrificio riescono a portare il nome della Toscana sui mercati mondiali; saremo a fianco di tutte le forze dell’ordine e dei soggetti preposti che operano quotidianamente nei controlli e a difesa della legalità, e per questo mi sento di ringraziare le Fiamme Gialle di Siena e l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole (sede di Firenze) per l’operazione di oggi; ed un grazie anche al Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Roma per l’operazione di ieri, ad Arezzo, sul falso olio extravergine d’oliva venduto come biologico».

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA – Livelli di presidio qualità ci sono e funzionano – “Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti”.

CONFEURO: FALSO BRUNELLO, MAI ABBASSARE LA GUARDIA – L’operazione che ha portato al sequestro da parte della Guardi di Finanza di oltre 160mila litri di falso Brunello e Rossi di Montalcino – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – conferma la bontà dell’operato della forza dell’ordine e il dovere di mantenere alto il presidio della legalità. Operazioni come queste – continua Tiso – dimostrano l’urgenza di mantenere alta l’attenzione sulla tutela del made in Italy e sulla necessità di rilanciare la fiducia dei consumatori italiani, il cui livello ad Agosto, con una riduzione del 2,5% rispetto alla rilevazione precedente, si è attestato a 101,9 punti.

SUSANNA CENNI (PD), BENE OPERAZIONE ANTI CONTRAFFAZIONE BRUNELLO – "L’operazione di oggi conferma ancora una volta che abbiamo buoni strumenti di contrasto alla contraffazione, ma anche che ove ci sono prodotti di qualità occorre vigilare ed attivare ogni antenna". Con queste parole Susanna Cenni, deputata del Partito democratico e capogruppo democratico nella Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo interviene in merito all’operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto un ”giro” di false certificazione Docg ”Brunello” e ”Rosso di Montalcino” sequestrando oltre 160mila litri di vino e 2350 contrassegni di stato. "Lo spirito di collaborazione tra Procura della Repubblica, Ispettorato antifrode del ministero delle Politiche agricole e Guardia di Finanza ha consentito di bloccare l’ennesima frode nei confronti del vino, settore fondamentale per l’economia nazionale, per l’export, quell’Export sul quale anche con il Decreto Sblocca Italia si cerca di investire, e uno dei simboli della qualità agroalimentare italiana. Ai corpi ed alle istituzioni impegnate – sottolinea Cenni – ancora una volta va un sentito ringraziamento. Dobbiamo continuare a tenere la guardia alta per colpire chi vuole agire fuori dalle regole, accelerare il percorso di applicazione di tutte le norme e gli strumenti anticontraffazione, attività evidentemente assai redditizia, a tutela della salute dei consumatori e del lavoro degli agricoltori". "La difesa del Made in Italy – sottolinea Cenni – deve essere una priorità, e deve esserlo tanto più in una fase nella quale, dentro la crisi, gli sforzi dei nostri produttori debbono essere ancor più supportati, a partire dalla rigorosa applicazione delle norme". "Sono d’accordo con il ministro delle politiche agricole Martina – precisa Cenni – quando dice che i livelli di presidio di qualità ci sono e funzionano. Purtroppo siamo di fronte ancora a pesanti tentativi di abuso e sfruttamento del prestigio di cui godono i prodotti dell’agroalimentare, che affinano tecniche e modalità. Queste frodi, oltre a produrre un danno di immagine al nostro Paese, sottraggono risorse preziose agli sforzi anche economici e finanziari che il Governo Renzi sta compiendo con determinazione in questi mesi". "Abbiamo il compito di attivare ogni strumento per contrastare al massimo questa attività criminosa, e di migliorare e coordinare al massimo le forze e gli strumenti già esistenti. Il tema riguarda tutto il ‘Made in Italy’, colpisce il nostro artigianato, il settore della moda, l’industria, quei comparti che invece rappresentano uno dei pilastri della nostra qualità. Giovedì, in occasione della sua audizione in commissione Antricontraffazione, chiederemo anche al Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi , un grande sforzo e segnali netti: Valorizzare al massimo il vero ‘Made in Italy’, frutto del lavoro di tanti imprenditori che, nel rispetto delle regole e con grandi sacrifici, continuano a mettere sul mercato un prodotto simbolo dell’agroalimentare italiano, e guerra senza quartiere a chi mina questa nostra peculiarità", conclude Cenni.

 

 

 

 

 

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