Burocrazia, fisco e pagamenti spaventano costruttori e dealer

Burocrazia, fisco e tempi di pagamento sono i fattori critici che il comparto della meccanizzazione agricola (costruttori e concessionari di macchine e mezzi) indica come nemici dell’impresa. È quanto emerso da un’indagine, commissionata da Fieragricola di Verona e condotta da Grs Ricerca e Strategia, sulla base di 1.100 questionari raccolti a ottobre 2014. I dati sono stati presentati a Veronafiere, nel corso della terza edizione del Best Seller Award, tributo organizzato da Fieragricola alle migliori performance commerciali in Italia nel 2014, nella meccanica agricola.

I tempi di incasso, in particolare, per il 54,5% di costruttori e concessionari intervistati oscilla tra i 90 e i 120 giorni, ma per l’11,6% degli attori della meccanica supera i 150 giorni, elemento che inevitabilmente incide sulle eventuali esposizioni bancarie. E più di una volta su cinque (21,6% dei casi), il pagamento subisce un ritardo superiore ai 60 giorni, rispetto al termine pattuito.

Lo scenario delle immatricolazioni delle macchine agricole nel 2014 ha registrato un’ulteriore frenata rispetto all’anno precedente: i trattori si sono fermati a 18.178 immatricolazioni, con una retromarcia del 4,4% sul 2013. Per le mietitrebbie il crollo è stato ancora maggiore: -29,9% e solo 325 unità vendute; flessione del 3,9% per le trattrici con pianale di carico e del 2,5% i rimorchi. Calcolatrice alla mano, in 10 anni le immatricolazioni sul mercato interno hanno perso il 43 per cento, per quanto le esportazioni abbiano in parte (non del tutto) bilanciato l’affanno delle imprese costruttrici.

Secondo l’indagine commissionata da Fieragricola, che a febbraio 2016 vivrà la 112ª edizione, le speranze per il futuro sono riposte, per il mondo della meccanica, nell’aumento dei redditi delle imprese agricole (22,7%), nella Politica agricola comunitaria (21,3%) e nell’apertura ai nuovi mercati (14,7 per cento).

Le normative sulla rottamazione convincono solo il 6,7% della filiera della meccanizzazione agricola e si collocano alle spalle della possibilità di accesso ai contributi pubblici delle imprese agricole e dell’allargamento dell’Unione europea e della convergenza degli aiuti (entrambe le voci all’8%), segnale evidente che le speranze dei costruttori di macchine e attrezzature agricole sono riposte sia in chiave export che strettamente connesse al sostegno economico comunitario, nazionale o regionale.

Secondo quanto assicurato dal Mipaaf, anche le imprese di meccanizzazione agricola potranno accedere alle misure legate all’innovazione, contenute nei Programmi di sviluppo rurale. Un’attenzione che per i rappresentanti del contoterzismo consentirebbe di migliorare le tecnologie in campo, favorendo la crescita di un’agricoltura più sostenibile sul piano economico e ambientale.

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