Imu, protesta M5S: ‘Approvata patrimoniale sulla terra di Renzi. Da Martina silenzio assordante’

“Si è consumato stamattina, nell’aula di Montecitorio, l’assalto alla terra del Governo Renzi, che con il decreto appena approvato costringerà migliaia di agricoltori a pagare una tassa ingiusta ed iniqua come l’IMU”. Oggi, durante la dichiarazione finale del provvedimento, il Movimento Cinque Stelle ha votato contro il decreto del Governo che reintroduce l’imposta sui terreni agricoli, ed ha esposto in Aula cartelli con su scritto “No IMU, la terra non si tassa”. “Una vera e propria patrimoniale sulla terra – proseguono i deputati M5S – nata solo per coprire lo spot degli 80 euro del Governo Renzi (che tra l’altro si è rivelato un fallimento: ci si aspettava un +15%, ma si è registrato un misero +0,51% dei consumi) e applicata senza considerare quello che dovrebbe essere l’unico vero elemento per riorganizzare la fiscalità agricola: la reale redditività delle colture, ma bensì basandosi su una classificazione altimetrica vecchia di vent’anni”.
 
Opposizione – “Il Movimento 5 Stelle si è sin da subito opposto all’Imu agricola, al principio della tassazione della terra, senza se e senza ma, in secondo battuta abbiamo fatto proposte di buon senso, trovando coperture efficaci che avrebbero evitato il colpo all’agricoltura e ai piccoli comuni, ma il Governo ed il PD hanno detto sempre e soltanto no, accogliendo in calcio d’angolo solo alcuni ordini del giorno, per i quali ci impegniamo sin d’ora a verificare il rispetto nel corso dei prossimi mesi. Avremmo voluto l’esenzione totale dei terreni agricoli, la revisione del catasto agricolo e della classificazione Istat, l’esenzione per gli agricoltori con meno di 15 mila euro di redditività annuale, il ripristino delle agevolazioni IRAP – aggiungono i deputati pentastellati della Commissione Agricoltura – ma niente ha convinto la maggioranza e per ogni proposta abbiamo ottenuto un diniego, assordante quanto il silenzio del ministro dell’Agricoltura Martina, che non si è mai fatto vedere in aula durante la discussione”. “Adesso il decreto è legge e allora ci auguriamo che i tanti sindaci PD invitino lo stesso Renzi ad andare a riscuotere questo balzello, visto che saranno costretti a chiederlo per coprire i buchi di bilancio. Glielo spieghi Renzi a cittadini e piccoli agricoltori – concludono – come è stato facile con una mano elargire gli 80 euro in busta paga e con l’altra prenderne dalle singole tasche ancora di più”.

Informazione pubblicitaria