L’importanza dell’aggregazione e del co-marketing: così la filiera agro-zootecnica diventa sempre più competitiva sui mercati esteri

Una visione strategica in linea con il nuovo approccio di CremonaFiere orientato al co-marketing con gli espositori per raggiungere obiettivi più ambizioni.
Dare una forma strutturata alla filiera agro-zootecnica e costruire un polo italiano che possa competere con concorrenti internazionali di maggiori dimensioni: è un vero e proprio progetto di aggregazione su scala nazionale quello che ha in mente Alberto Rota, presidente di Confindustria Piacenza.

Un lavoro di rete che si ispira all’attività di quelle “poche multinazionali che attualmente detengono una importante fetta del mercato” con l’obiettivo di presentare nel mondo il modello-Italia come player d’eccellenza. Il piano si sta già concretizzando grazie alla partnership allacciata fra “aziende specifiche, dislocate in tutto il territorio italiano, motivate dall’idea di definire progetti di filiera completi”, come precisa Rota.
Le prossime occasioni per approfondire i temi e le finalità del ‘polo dell’agro-zootecnia Made in Italy’ sono i tre Saloni di CremonaFiere dedicati alle opportunità della bioeconomia (BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference, in programma dal 20-22 aprile 2016), e le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (26-29 ottobre 2016).

UN PROGETTO SU SCALA GLOBALE. Alberto Rota, co-titolare della Rota Guido srl di Fiorenzuola d’Arda (che progetta e realizza strutture zootecniche ed è leader nel settore del biogas), spiega le genesi del piano d’azione: “Abbiamo realizzato quanto fosse importante portare avanti questo tipo di iniziativa collettiva durante un’esperienza vissuta in Kenya per la progettazione, realizzazione e fornitura chiavi in mano di una fattoria dotata di tecnologie innovative e completamente autosufficiente a livello energetico che sarà in grado di produrre ogni giorno circa 30 mila litri di latte, 1,2 tonnellate di carne, 1 megawatt di energia proveniente da biomasse e oltre 1,5 megawatt di energia generata da pannelli solari. La creazione di un circuito che rappresenti il modello-Italia sui mercati internazionali può passare attraverso varie soluzioni (Consorzi, Rete d’Impresa, ATI…), ma quel che più conta per dimostrarsi competitivi è la trasparenza: in base alle circostanze potranno essere coinvolti tutti i consorziati, a volte solo alcuni e altre ancora non più di due. Le tempistiche di risposta devono essere uguali per tutti, così come la gestione delle offerte deve essere bilanciata. Se uno dei consorziati non indovina l’offerta corretta l’intera operazione rischia di risentirne: per questo è fondamentale essere molto affiatati”.

INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE. L’attività di ricerca della Rota Guido Srl sul fronte dell’innovazione sta seguendo due direzioni, come spiega Alberto Rota: “Puntiamo ad aumentare la capacità di gestire in modo più economico i liquami prodotti dalle aziende zootecniche e, in parallelo, miriamo a standardizzare la produzione di latte tramite l’ausilio di un controllo globale dei parametri dell’azienda, dal benessere animale (indispensabile per ottenere buoni risultati) al controllo delle condizioni microclimatiche dell’allevamento”. Sul piano dell’internazionalizzazione, invece, Rota chiarisce: “E’ necessario affrontare nuovi mercati non con uno spirito ‘mordi e fuggi’, ma con la volontà e la capacità di dimostrare che la Rota Guido e i suoi partner hanno al centro della propria vision gli operatori che lavorano nell’azienda-cliente. Quindi: non solo vendita di prodotti di qualità, non solo installazione e formazione, ma una grande preparazione e assistenza agli operatori che possano ricavare il massimo delle prestazioni dai loro animali”.

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