Olivicoltura lucana. Si investe nella qualità e si punta su cultivar autoctone

olivi_paolo_carboneLe varietà di olive autoctone del Medio-Alto Basento, tra cui la Fasola e la Tarantina, che donano profumi e sapori esclusivi di questa terra e rendono l’olio prodotto a bassissima acidità e con un elevato numero di polifenoli, sono tra le novità della produzione olearia lucana 2018. A sottolinearlo è l’Oprol-Cia evidenziando che in questo comprensorio mancava un extravergine e ci ha pensato l’azienda Fontana dei Santi – Impresa Agricola Pepe Luciano di Albano di Lucania (Pz), con un fruttato medio, verde, con sentori di mandorla e mela verde, in bocca un medio amaro e un piccantino in equilibrio. È un blend di agricoltura biologica, delle varietà autoctone Ogliarola del Bradano, Coratina, Racioppa e Pasola, sapientemente lavorate, con tempi di raccolta differenziati, con raccolta poche ore prima della molitura e con attenzione massima in frantoio. La parola fruttato – sottolineano i produttori oleari associati ad Oprol – significa profumo, profumo di oliva. E l’olio di oliva per essere olio buono, per essere insomma veramente extravergine, deve avere un fruttato, un profumo.

olio_lucaniaUna produzione olearia, quella di Albano di Lucania, che prende il nome di Fontana dei Santi viene dal vecchio nome della contrada, dove ancora oggi, è realmente presente una fontana, utilizzata nei periodi di transumanza per abbeverare le mandrie. Alla guida una nuova generazione di imprenditori agricoli che nel rispetto delle tradizioni concentrano il proprio impegno su un prodotto di eccellente qualità. La loro è una gestione totalmente a livello familiare, che si avvale della consulenza di esperti del settore per migliorare il loro lavoro e la qualità dei loro prodotti. Nella nuova gestione hanno puntato in modo deciso alla produzione di qualità, puntando sull’innovazione e senza dimenticare le passate tradizioni. Hanno recuperato vecchi oliveti abbandonati, tutti situati in agro di Albano di Lucania, dove praticare l’olivicoltura non è semplice, ma soddisfacente per i profumi e i sapori che riesce a trasmettere il frutto di questo lavoro.

oliveti_lucania«Abbiamo deciso di puntare – raccontano i titolari – ad una produzione sostenibile meglio conosciuta come biologica con produzioni meno elevate ma di maggiore qualità e rispettosa dell’ambiente. Stiamo puntando ad una gestione sostenibile dei nostri oliveti, tecniche di inerbimento, riutilizzazione agronomica degli scarti di lavorazione (trinciatura degli scarti di potatura, reflui di lavorazione del frantoio) in moda da ridurre al minimo l’utilizzo di prodotti di origine chimica. Per una migliore qualità dell’olio, effettuiamo la molitura delle olive entro 12-18 ore dalla raccolta, in modo da non rovinare la qualità e di conseguenza conservare tutte le caratteristiche positive delle olive. L’estrazione avviene senza aggiunta di acqua, con un impianto di ultima generazione, con la possibilità di monitorare le temperature in tutte le fasi della lavorazione e senza superare mai i 29ºC gradi. La conservazione del nostro olio extravergine avviene in un locale buio (la luce ossida l’olio) e a temperatura controllata. Quanto alla commercializzazione ci si affida a CAPSAM, consorzio di settore, perché abbiamo visto una grande professionalità e passione nello svolgere questo importante lavoro. Il web è il settore principale sul quale investire per essere presenti e per poter vendere ovunque, l’unico “passaporto” mondiale».

L’Oprol, a partire da queste esperienze imprenditoriali, intende sviluppare una filiera commerciale che punti a potenziare la commercializzazione della materia prima cercando di creare valore aggiunto al mondo agricolo. E’ un progetto triennale che vedrà coinvolta l’associazione con tutti i suoi tecnici che saranno presenti nelle aziende a sostegno degli olivicoltori. L’obiettivo è quello di costruire una grande Organizzazione di Prodotto (OP) che abbia valenza Regionale, rappresenti i bisogni del territorio e della filiera in modo unitario e guardi con attenzione ad un mercato di qualità, dove i produttori organizzati si possano rivedere. In particolare, è importante programmare e gestire bene i programmi previsti nel nuovo Regolamento unico per finanziare l’aggregazione, l’innovazione, l’internazionalizzazione. Bisogna, quindi, agire in maniera propositiva affinché la nostra olivicoltura – sottolinea Oprol – trovi finalmente le adeguate risposte per uno sviluppo appropriato e redditizio, cogliendo le opportunità offerte dalla nuova Pac 2014-2020 e dalle norme nazionali in vigore che potranno essere migliorate con l’adeguamento alla normativa Ue. Nonostante le insufficienze del Piano Olivicolo Nazionale le scelte strategiche devono trovare punti di riferimento nel PSR che deve diventare una delle priorità per cambiare il volto del nostro comparto e renderlo attrattivo soprattutto per le giovani imprese come dimostra l’esperienza di Albano di Lucania.

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