La Piadina Romagnola Igp è diventata grande. Ma serve più ‘chiarezza’ sullo scaffale e tutela nei mercati internazionali

Alfio Biagini, presidente Consorzio Piadina Romagnola Igp

«Per una indicazione georgrafica come la Piadina Romagnola Igp serve una contrattazione corretta con la grande distribuzione, a tutela della qualità e del prodotto IG. Inoltre che, sempre nella Gdo, venga fatta sullo scaffale una differenziazione più netta e chiara per il consumatore, fra il prodotto che è marchiato Igp e il prodotto che non lo è, per dare ancora più valore che vuol dire qualità e tutela verso il consumatore e che significa valore aggiunto per la filiera produttiva». A dirlo è Alfio Biagini, presidente del Consorzio di Tutela e Promozione della Piadina Romagnola Igp (leggi storia e disciplinare) che ad agicultura.it anticipa alcuni dei temi più importanti per il futuro della Piadina Igp, che vorrà affrontare il 5 febbraio a Siena, in occasione del Kickoff meeting di Qualivita in cui si farà il punto sulle indicazioni geografiche e sulle opportunità di crescita del sistema delle denominazioni. (Piadina: storia, ricette e disciplinare)

Nel 2017 sono stati prodotti 13.856.926 kg di Piadina Romagnola Igp, con un aumento del 13,6% rispetto all’anno precedente. Il Consorzio conta una quindicina di aziende produttrici (con circa 500 addetti) e qualche chiosco – leggi chi sono – , con circa 80 milioni di fatturato complessivo (2017).

Presidente Biagini, come si presenta nel nuovo anno il Consorzio della Piadina? «Nel 2018 – spiega ad agricultura.it – siamo cresciuti ancora, intorno al 15% di produzione, rispetto al 2017, per cui è un momento positivo per la denominazione. La nostra attività di crescita, tutela e promozione va avanti per il 2019. Pensiamo di incrementare i numeri del Consorzio anche con l’ingresso di altri chioschi della piadina».

Quindi la promozione del prodotto, quanto è importante? «Abbiamo programmato le attività di promozione: come la partecipazione a fiere ed eventi all’estero (Francia e Germania in particolare), con l’obiettivo di espandere nelle zone extraterritoriali la conoscenza da parte dei consumatori e creare nuove opportunità di mercato; oltre che partecipando a fiere in Italia. In oltre è molto importante la nostra collaborazione con la Regione Emilia Romagna che ci coinvolge in una serie di eventi. La promozione è fondamentale, così come sensibilizzare il consumatore verso i prodotti a marcio Igp, facendo capire che sono controllati in ogni passaggio, dalla produzione alla vendita».

Non meno attenzione dedicate all’attività di tutela? «E’ fondamentale per un prodotto comune come la piadina. Come dice il nostro slogan “quando è di un altro pianeta si firma Igp”: ma l’attività di controllo (che facciamo con il nostro ‘agente vigilatore’) è importante, sia nel mercato sia su internet, dove troviamo piadine di tutti i tipi».

Cosa manca a livello normativo per una tutela sempre maggiore? «Come presidente del Consorzio mi piacerebbe incontrare il ministro Centinaio per chiedergli direttamente un grande impegno per la promozione della piadina e delle indicazioni geografiche. Inoltre ci vuole più tutela. Se entro in confini europei siamo più o meno tutelati, fuori dall’Europa ci sono ‘scopiazzamenti’ che neanche immaginiamo. I falsi di piadina sono in tutto il mondo, serve una vera tutela. Per questo abbiamo bisogno di una guida forte che faccia e ci permetta di fare accordi commerciali corretti con altri Paesi a livello internazionale».

LEGGI anche: Che gusto questa Piadina. Da Giovanni Pascoli a Carlton Myers è il pane dei romagnoli. E quando è di un altro pianeta si firma Igp

Informazione pubblicitaria