Agricoltura Bio. 213 esperti (agronomi, docenti, agricoltori) scrivono ai senatori. Modificate Ddl su Biologico

«Modificare profondamente nell’impianto e nei contenuti» il disegno di legge sull’agricoltura biologica che dovrebbe iniziare il suo iter in Commissione agricoltura al Senato nelle prossime settimane. È quanto chiede un gruppo di 213 tra agricoltori, agronomi, docenti ed esperti dei differenti ambiti delle scienze agrarie, in un’analisi approfondita delle criticità del ddl, inviata ieri, martedì 8 gennaio, a tutti i senatori membri della commissione Agricoltura.

Ricordando come i 13 milioni di ettari di superficie agricola utile coltivati in Italia non bastino all’autosufficienza alimentare, producendo solo il 70% del fabbisogno nazionale, gli esperti ritengono che l’attuale formulazione del ddl, basata sull’idea di porre il bio al centro del sistema agro-alimentare italiano, aumenterebbe la dipendenza dall’estero, data la minore efficienza produttiva del biologico, oltre a non affrontare “i gravi limiti – anche in prospettiva futura – dell’agricoltura biologica in termini di impatto ambientale per unità di derrate prodotte”.

La percezione che il biologico “non inquini”, si spiega nel documento, non tiene conto di molti fattori, tra cui la sua ridotta produttività: per ottenere le stesse quantità di raccolto occorre coltivare più terre e quindi si emettono più gas serra e si inquinano di più le falde con i nitrati. Dal canto suo, il consumatore paga prezzi mediamente molto più alti per un prodotto che non è “più buono” per il solo fatto di essere bio. Non viene, inoltre, affrontato “il nodo dei controlli delle produzioni biologiche, attualmente lacunoso se non poco affidabile a causa del rapporto anomalo esistente tra valutatori e produttori, che vede il controllore pagato dal controllato”.

Per quanto riguarda le sementi, “il testo della proposta di legge – notano – da un lato recepisce il regolamento UE 848/2018 in modo acritico senza evidenziare i problemi insiti nel regime di deroga sulle sementi, previsto fino al 2035, e nella mancanza di una distinzione chiara fra biodinamico e biologico (è ammesso l’impiego in biologico dei preparati biodinamici); dall’altro mette drammaticamente a repentaglio la razionalità della legislazione sementiera nazionale, contravvenendo alle necessità per gli agricoltori di veder rispettati i requisiti di purezza, germinabilità ed energia germinativa del seme che sono adottati in qualunque paese ad agricoltura evoluta”.

“Chi fa biologico in Italia – puntualizzano – riceve già oggi sussidi per ettaro analoghi a quelli ricevuti dagli altri agricoltori e a ciò vengono aggiunti ulteriori sussidi specifici previsti per il biologico e ulteriori facilitazioni non monetarie”.

Queste e molte altre le considerazioni che hanno portato gli oltre 200 esperti di agricoltura a inviare ai senatori il documento analitico del testo unificato sulle produzioni biologiche, approvato dalla Camera lo scorso 11 dicembre e attualmente in attesa di iniziare l’iter in commissione Agricoltura del Senato. Il testo integrale è disponibile sul sito Agrariansciences.com (https://agrariansciences.blogspot.com/2019/01/testo-per-gli-onorevoli-membri-del.html) ove è possibile anche sottoscriverlo.

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