Economia circolare, Fieragricola incontra oltre 200 allevatori

«L’agricoltura sta cambiando rapidamente: l’innovazione e la digitalizzazione saranno sempre più elementi necessari per rispondere a un nuovo corso che guarda alla sostenibilità e all’economia circolare come requisiti essenziali per produrre. Fieragricola, manifestazione internazionale che dal 1898 accompagna la filiera del settore primario, vuole aiutare i produttori a interpretare al meglio le esigenze di cambiamento». Queste le parole di Luciano Rizzi, area manager Agriexpo & Technology, di fronte a una platea di oltre 200 allevatori nella sede del Consorzio Agrario del Nordest a Mantova, durante un dibattito sull’economia circolare in agricoltura.

Dalla quantità alla sostenibilità. L’evoluzione dell’agricoltura e, in particolare, della zootecnia, secondo il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni, ha seguito una parabola molto netta. «Negli ultimi 20 anni ci siamo concentrati sulle performance produttive, crescendo in termini di volumi e riducendo i costi unitari, grazie alla maggiore quantità di latte prodotto – ha sintetizzato Berni – Il prossimo decennio, invece, sarà orientato sul miglioramento della sostenibilità e del benessere animale, con un passaggio dall’economia lineare a quella circolare».

Agricoltura e zootecnia di precisione. Una svolta arriverà dall’utilizzo dell’agricoltura e della zootecnia di precisione, ambiti relativamente ai quali l’offerta di Fieragricola 2020 si annuncia ampia e segmentata. Inoltre, nell’ambito delle stesse misure finanziarie legate alla Politica agricola comune sono destinate risorse specifiche, in grado di coniugare produttività, sostenibilità e redditività.
«Uno dei temi da affrontare in futuro riguarderà la proprietà dei big data, una mole di informazioni la cui proprietà ritengo debba rimanere in capo agli imprenditori agricoli», ha sostenuto Roberto Bandieri agronomo di Ruralset Modena.

La filiera del Grana Padano. La filiera del Grana Padano è attenta alla sostenibilità da tempo. «Già da 12 anni abbiamo certificato un credito di 32mila tonnellate di CO2 e a metà del 2021 avremo l’esito finalizzato del progetto realizzato con il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica di Piacenza sulla riduzione degli impatti ambientali», ha rilevato Berni.

Il Consorzio Agrario del Nordest. Anche per il Consorzio Agrario del Nordest guidato da Ettore Prandini, la sostenibilità e l’attenzione al territorio sono driver di crescita imprescindibili. Quando si parla di benessere animale, riduzione dell’utilizzo dei farmaci in stalla, controlli di qualità sistematici per la valorizzazione delle produzioni agricole locali, l’alimentazione degli animali giocano un ruolo fondamentale. «Nell’ambito della valorizzazione del digestato e dei reflui zootecnici – ha reso noto il direttore generale del Consorzio Agrario del Nordest, Pier Luigi Guarise – partecipiamo al progetto LifeDop, finanziato dall’Ue e finalizzato alla sostenibilità ambientale nelle filiere del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano. Oggi siamo in grado di immettere il digestato nelle manichette per la fertirrigazione del mais, un risultato che unisce gli aspetti ambientali a quelli economici, con la riduzione dei costi di irrigazione e un migliore risparmio idrico per gli agricoltori».

Assicurarsi è importante. In quest’ottica di rafforzamento delle aziende agro-zootecniche verso la specializzazione, assicurarsi diventa strategico. Lo ha ribadito Fabio Campoli di Cattolica Assicurazione, partner di Veronafiere: «Oggi il nostro gruppo annovera 15.000 imprese zootecniche assicurate, pari al 5,5% degli allevamenti, e puntiamo a crescere grazie a nuove offerte su misura».

Comunicare e vendere al consumatore. In una società fortemente accelerata è essenziale raccontare i prodotti e la loro provenienza al consumatore. Ne è convinto Vincenzo Giuliani, responsabile acquisti dei “freschissimi” al banco taglio per Conad: «C’è molta sensibilità verso il benessere animale da parte dei consumatori. Basti pensare che le linee di prodotti animali senza antibiotici costano il 25% in più rispetto agli altri e le vendite sono decisamente al di sopra delle nostre aspettative»

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