Cereali. Aumento dei prezzi, agricoltori preoccupati per speculazione

ALESSANDRIA – Il prezzo del frumento tenero registra un sensibile aumento in Italia e nella nostra provincia, di circa il 15%.

La Commissione Prezzi locale si è riunita anche oggi, in via telematica, in occasione della Borsa Merci settimanale in Camera di Commercio di Alessandria e Asti: il mais registra un aumento di 2 euro a tonnellata, i grani +13 (panificabile e biscottiero) e +10 (di forza), +13 per la soia, +10 per il sorgo. Lo scorso mese si registravano 236/247 euro/tonnellata per il frumento, 218/247 per il mais e 501/507 per la soia.

Sul mercato di Bologna (Borsa Merci più importante in Italia insieme a Milano, che ha un aumento ancora maggiore), è stato rilevato un rialzo di 10 euro/tonnellata per tutte le categorie. Invece in Francia, mercato molto importante, i prezzi sono in calo. Questa variazione è data dall’andamento dei mercati internazionali.

L’oscillazione del prezzo manda in crisi comparti come la zootecnia, oltre a incidere sul consumatore finale per tutti i derivati del frumento, come il pane e la pasta.

Commenta Gian Piero Ameglio, presidente Cia Alessandria: “Siamo molto preoccupati nell’assistere a questa speculazione L’impennata dei prezzi dei cerali come frumento, mais e soia, di gennaio 2021 mette in difficoltà le aziende zootecniche che utilizzano queste produzioni ai fini dell’alimentazione animale, aumentando i costi da sostenere. Tutte queste aziende, già provate dalla crisi del Covid19, senza un parallelo aumento della remunerazione, andranno presto in difficoltà. I prezzi sono rilevati correttamente dalla Commissione camerale e in linea con gli andamenti, ma dobbiamo tenere in conto che gli agricoltori non vedono sempre corrisposte le quotazioni della Borsa, quindi il riconoscimento del lavoro”.

Aggiunge Fabio Castelli, direttore Cooperativa Settevie: “Le cause degli aumenti repentini e inconsueti sono dettate da due fattori fondamentali: la soia ha prezzi altissimi, ai massimi livelli negli ultimi anni, e perciò i mangimisti aumentano le quote di mais per compensare la diminuzione di soia e mantenere alte le proteine nei mangimi. Invece, l’aumento del grano, prodotto quest’anno in quantità leggermente inferiore a livello mondiale, è dato dalle speculazioni di alcune commodities che acquistano sul mercato mondiale a prezzi più alti. Nella nostra provincia, le produzioni di frumento sono state già vendute, anche se non tutte collocate: i mulini non acquistano a questi prezzi, ma lo fanno i mangimifici, solo sul frumento di minor pregio”.

 

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