Gelate in Veneto, danni per le albicocche. Gli agricoltori temono anche per altre varietà

VERONA – Le gelate hanno picchiato duro per più settimane e il prezzo pagato dai frutteti potrebbe essere alto.

GELATE – In particolare per le albicocche, per le quali le perdite potrebbero essere pari a quelle altissime dell’anno scorso, quando arrivarono a oltre l’80 per cento della produzione.

“Nell’Est e nel Basso Veronese le temperature sono scese sottozero per parecchi giorni di fila anche la settimana scorsa e all’inizio di questa – spiega Francesca Aldegheri, referente di giunta di Confagricoltura Verona per il settore frutta. “Gelate che, dall’inizio di marzo, hanno stressato notevolmente le piante e compromesso quelle che erano già in fioritura sulla scorsa del caldo di fine febbraio.

La conta dei danni cominceremo a farla nelle prossime settimane e soprattutto in fase di maturazione, ma abbiamo certezza di danni importanti sulle drupacee, in particolare sulle albicocche per le quali prevediamo fino all’80 per cento di perdita. Potrebbero esserci danni anche alle ciliegie, in particolare alle varietà che hanno già i fiori aperti, ma desta preoccupazione anche il kiwi perché i germogli che hanno iniziato a uscire sono ricchi d’acqua e quindi le temperature, che sono arrivate fino a 5 gradi sottozero, potrebbero aver causato qualche danno.

Qualche danno potrebbe esserci anche per i peschi, però minore in quanto le piante sono più resistenti rispetto all’albicocco. Invece mele e viti sono in uno stadio fenologico più arretrato e comunque sopportano meglio le temperature basse. Di sicuro lo stress termico per le piante è stato grande e ci aspettiamo perciò anche calibri dei frutti più ridotti”.

Ora le previsioni danno temperature in rialzo e perciò gli agricoltori dovrebbero cominciare a dormire sonni più tranquilli.

“Non si può mai rilassarsi del tutto, perché negli ultimi anni le gelate sono arrivate perfino in maggio – ricorda Aldegheri -. Però ci auguriamo che arrivi il caldo e che piova, perché sono oltre due mesi che non si vede una goccia e il terreno è secco. Quel che è certo è che bisognerà ripensare lo strumento assicurativo. I fenomeni meteo avversi sono in espansione e soprattutto tutt’altro che sporadici come una volta. Preoccupano, ad esempio, le gelate fuori stagione di così lunga durata, che arrivano peraltro dopo un inverno mite. Non è possibile che le assicurazioni aprano i termini sempre più tardi e con una copertura molto parziale del danno. Bisogna rendere più efficace la tutela per l’agricoltore”.

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