Uila Pesca: la pesca italiana rischia di sparire, l’occupazione pure

MAZARA DEL VALLO – Oltre 100 persone, nel pieno rispetto delle misure anti Covid, hanno partecipato sabato 18 settembre a Mazara del Vallo al convegno organizzato dalla Uila Pesca sul tema “Mediterraneo: il lavoro nella pesca, un patrimonio comune che rischia di sparire”. È stata l’occasione, a distanza di un anno dal tragico sequestro dei 18 pescatori mazaresi in Libia, per un confronto aperto e approfondito sul futuro della pesca italiana e, più in particolare, su quello degli oltre 25.000 addetti del settore.

Tanti e prestigiosi gli ospiti che hanno partecipato al convegno, presieduto dal segretario generale della Uila Stefano Mantegazza e aperto dai messaggi di saluto del vescovo di Mazara del Vallo monsignor Domenico Mogavero, del sindaco della città Salvatore Quinci e del segretario della

Uila Pesca Sicilia Tommaso Macaddino che ha ricordato il ruolo svolto dal sindacato a sostegno delle famiglie dei pescatori durante e dopo i drammatici 108 giorni di prigionia.

La relazione introduttiva della segretaria generale Uila pesca, Enrica Mammucari ha toccato diversi temi, tutti incentrati sull’allarme lanciato dal convegno: “la pesca italiana sta morendo”, suffragato da dati che testimoniano questa agonia: in 15-20 anni la flotta peschereccia si è ridotta del 20% e si sono persi 18.000 posti di lavoro. In un solo anno 2020-2019 produzione e ricavi sono calati del 26% e del 28%. Tra i temi affrontati: la sicurezza del lavoro in mare legato all’incertezza dei diritti e delle zone di pesca nel Mediterraneo; le politiche dell’Unione europea in materia di pesca e il ruolo che essa svolge nell’ambito della Commissione generale per il Mediterraneo (CGPM); la recente legge per l’istituzione di una ZEE italiana nel Mediterraneo.

Mammucari ha poi parlato della crisi generale del settore e sollevato la questione del riconoscimento ai pescatori delle stesse tutele valide negli altri settori produttivi del paese. “Per noi la pesca vale moltissimo” ha detto Mammucari “quanto vale per il paese? A noi sembra molto poco, così come c’è poca attenzione nei confronti di chi opera in questo settore. Basti pensare che, in Italia, la pesca non è neppure considerata come una attività usurante”.

Sulla relazione si è sviluppato un dibattito molto vivo al quale hanno partecipato: il presidente MEDAC Giampaolo Buonfiglio, il vice direttore divisione pesca e acquacoltura FAO Audun Lem,la presidente dell’Osservatorio nazionale della pesca Francesca Biondo,l direttore ILO Italia e San Marino Gianni Rosas, il responsabile politiche della pesca ETF Andrea Albertazzi, il responsabile politiche comunitarie della Uila Pesca Giorgio Gallizioli e Franco Andaloro della stazione zoologica “Anton Dohrn”.

Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha chiuso i lavori confermando l’impegno della Uil affinché non si abbassi la guardia sulla sicurezza dei lavoratori nel Mar Mediterraneo, che deve essere un mare di solidarietà, ed esprimendo la convinzione che il settore della pesca sia un asset strategico per la Sicilia e per il Paese.

Le donne della pesca, uno studio e l’incontro con le familiari dei pescatori

Sempre a Mazara, nell’ambito dell’evento “Uomo a mare! Autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”, la Uila Pesca ha partecipato a un “laboratorio esperienziale” sul tema “le donne dei pescatori protagoniste del futuro” al quale hanno partecipato madri, mogli, figlie e sorelle dei pescatori di Mazara per raccontare le loro esperienze. È stata l’occasione per presentare lo studio “donne della pesca”, realizzato con il contributo del Mipaaf, che racconta l’evoluzione del tema della parità di genere nella pesca e individua azioni e iniziative possibili per accrescere il ruolo e la rappresentatività delle donne nel settore.

 

Informazione pubblicitaria