L’agriturismo italiano non conosce crisi. In 13 anni cresce del +41,4%

ROMA –  Secondo gli ultimi dati gli agriturismi attivi sono ben 25.060 (+2% rispetto al 2019) con 4.979 comuni che hanno almeno un agriturismo (+21 rispetto allo scorso anno) e che  rappresentano il 63% del totale dei comuni italiani (58% nel 2011). Una percentuale che si alza considerevolmente in Toscana e Umbria, arrivando al 97%.

A confermare il buono stato di salute delle strutture agrituristiche in Italia, arrivano i dati Istat. Nonostante la pandemia si conferma la crescita che dal 2007 caratterizza questo settore: negli ultimi 13 anni è stata in media nazionale del +41,4%, con un saldo attivo di 7.340 strutture e raggiunge +61,3% nel Nord-ovest, +45,6% nel Centro, +41,9% nelle Isole, +36,2% nel Sud e +30,2% nel Nord-est.

Il tasso medio annuo di crescita tra il 2007 e il 2020 è del 2,5% e sale a 3,5% nel Nord-ovest. Nelle altre ripartizioni varia tra il 2,2% del Sud e il 2,7% del Centro, con il Nord-est attestato a +1,9%.

La dinamica positiva caratterizza questo settore nel medio-lungo termine, oltre che sotto l’aspetto quantitativo anche sotto quello della diffusione. Nel Centro oltre l’84% dei comuni ospita almeno un agriturismo; seguono i comuni del Nord-est (78,6%), delle Isole (62,6%), del Sud (56,9%) e quelli del Nord-ovest (52,5%). Le regioni a maggior diffusione di comuni con almeno un agriturismo sono la Toscana (97,8%), l’Umbria (96,7%), le Marche (88,2%), il Trentino-Alto Adige (83,7%) e l’Emilia-Romagna (83,5%).

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