Verso la nuova Pac, la Toscana vuole farsi trovare pronta. Cia: “Sarà un’agricoltura sostenibile e di qualità, serve innovazione e fare sistema”

Photo: © Europen Parliament/P.Naj-Oleari pietro.naj-oleari@europarl.europa.eu

FIRENZE, 11 febbraio 2022 – A pochi mesi pochi mesi dall’entrata in vigore della nuova Pac 2023-2027 (1 gennaio 2023) l’agricoltura toscana affila le armi per essere ancora più competitiva e farsi trovare pronta ai nastri di partenza della prossima politica agricola comune. Sarà un’agricoltura che andrà nella direzione della sostenibilità ambientale, grazie anche ad innovazione ed a scelte lungimiranti.

Se ne è parlato a Firenze nel convegno di Cia Agricoltori Italiani della Toscana dal titolo “La nuova Pac 2023-2027. Obiettivi, cambiamenti, condizionalità, attuazione e gestione”, di fronte ad agricoltori (collegati anche in webinar) e addetti ai lavori, fra cui la vicepresidente Regione Toscana e assessore agricoltura Stefania Saccardi e il presidente Ismea Angelo Frascarelli, intervenuti con il presidente Cia Toscana Luca Brunelli alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Alessandro Maurilli.

“Dobbiamo fare in modo che questo strumento riesca a dare risposte per una progettualità di impresa agricola e sociale che dobbiamo continuare a sviluppare in questo territorio – ha sottolineato il presidente di Cia Toscana, Luca Brunelli -. Un ‘progetto Toscana’ esiste già: gli strumenti come la nuova Pac – ma anche il Pnrr e gli altri finanziamenti – devono servire per far crescere le nostre imprese ed i nostri territori, non in funzione di un contributo, ma del progetto che c’è alle spalle e che indirizza le nostre azioni. E’ necessario lavorare affinché questa Pac ci permetta di fare quei cambiamenti necessari per l’agricoltura toscana, da quelli irrigui e strumentali e tecnologici, alla ricerca e innovazione. Ma soprattutto deve permetterci di fare un cambio culturale dal punto di vista di approccio: abbiamo bisogno di lavorare insieme, con aggregazione, per essere più competitivi e avere più massa critica anche in fase di contrattazione, ad esempio con la Gdo. E poi migliorare su alcuni aspetti – ha concluso Brunelli -: la Toscana è in grado di fare produzioni tipiche di grande qualità riconosciute ed apprezzate nel mondo, ma c’è da crescere ancora”.

Secondo il professor Frascarelli questa Pac “è frutto delle scelte dei cittadini e dei consumatori, i primi si esprimono tramite il voto nell’urna elettorale, i secondi attraverso gli acquisti della spesa”. Per la Toscana “ci sono molte più opportunità per questa agricoltura, anche se magari ci saranno un po’ meno pagamenti diretti”.

“La nuova Pac – ha detto il presidente Ismea -, così come l’evoluzione del consumo alimentare, va verso un’agricoltura smart in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori nella direzione di “più ambiente” e “più salute”: queste sono le parole chiave. Lo riscontriamo nella Pac, ad esempio con il sostegno alla zootecnica che riduce gli antibiotici, ma anche nelle scelte dei consumatori al supermercato che premiamo i prodotti che fanno bene alla salute, e con prodotti che utilizzano imballaggi sostenibili”. Come è messa l’Italia? “E’ il Paese che ha più chance rispetto a questa Pac, ma anche verso l’evoluzione dei consumi: dobbiamo essere consapevoli che non è più necessario produrre al massimo in termini di quantità, ma produrre quello che il cittadino vuole e che è disponibile a pagare a prezzi alti” ha concluso il professor Frascarelli.

“La Toscana – ha affermato la vicepresidente Regione Toscana Stefania Saccardi – è attrezzata per giocare da protagonista la partita della nuova Pac. Ma anche noi dobbiamo cambiare mentalità per certi aspetti, anche se siamo già molto attrezzati per un’agricoltura sempre più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Abbiamo già molta parte di territorio ad agricoltura biologica, un territorio fatto di piccole e medie imprese, che, in prospettiva della nuova Pac, potranno giocare un ruolo importante. Ma dobbiamo pensare di mettersi insieme e giocare in termini di squadra e non solo di singolo imprenditore. Abbiamo un’agricoltura già vocata alla qualità – ha aggiunto Saccardi – e questo è un ottimo punto di partenza. Anche se alcuni aspetti della Pac potevano essere diversi, ritengo che insieme alla programmazione regionale (PSR) che ci potrà consentire di andare a compensare quelle che saranno le storture che potrebbero venire fuori sul nostro territorio dall’applicazione dei nuovi criteri sul primo pilastro. Penso che potrà essere davvero una grande opportunità per la nostra agricoltura”.

Fra gli altri interventi quello di Filippo Legnaioli, vicepresidente Cia Toscana; Domenico Mastrogiovanni, Cia Agricoltori Italiani “Il Piano Strategico Nazionale. Strategie, obiettivi, governance”; Roberto Scalacci, direttore Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Toscana, “Il ruolo delle regioni, le opportunità per gli agricoltori”; Fabio Cacioli, direttore Artea, “Le attività degli Organismi Pagatori”.

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