Calendari venatori, Mazzali (FdI): Regione Lombardia dovrebbe seguire esempio di Toscana e Sardegna

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MILANO – “Il Consiglio di Stato, con due diverse ordinanze, una sul calendario della Toscana e una sul calendario della Sardegna, ha respinto i ricorsi degli anticaccia, che chiedevano la riforma delle ordinanze cautelari dei rispettivi TAR che a loro volta avevano già respinto i ricorsi”.

Lo ha sottolineato Barbara Mazzali, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia.

“Con queste pronunce le regioni Toscana e Sardegna andranno a caccia di turdidi, beccacce e uccelli acquatici fino alla fine di gennaio, diversamente dalla Regione Lombardia e da quanto richiesto da ISPRA, che nei pareri chiede l’anticipo della chiusura al 31 dicembre per la beccaccia, al 10 gennaio per i turdidi e al 20 per gli acquatici.

È stato finalmente dimostrato che il parere ISPRA non è vincolante e che le delibere ben motivate possono consentire di andare a caccia come da articolo 18 della legge nazionale, senza doversi adeguare al parere dell’ISPRA né ai Key concepts italiani, che sono difformi in modo macroscopico rispetto a quelli degli altri paesi UE.

Da consigliere regionale della Lombardia viene spontaneo il confronto con la Regione Lombardia e l’Assessorato che si è occupato di caccia: contrariamente alle due regioni Toscana e Sardegna in Lombardia il calendario è inspiegabilmente partito per ISPRA già ridotto rispetto alle date della legge 157/92, quindi questo Assessorato aveva già deciso di penalizzare i cacciatori lombardi ancora prima di qualsiasi pronuncia TAR o CDS.

Una scelta incredibile, degna di avversari della caccia e non certo di chi si è dichiarato amico dei cacciatori. A questo danno si è aggiunta la beffa dell’apertura ritardata e delle chiusure anticipate, così come la rinuncia a ricorrere al Consiglio di Stato dopo l’ordinanza del TAR e l’adeguamento pedissequo al parere ISPRA. La Regione Lombardia, che dovrebbe essere un riferimento nazionale proprio per la caccia e l’industria collegata, ha rinunciato al proprio ruolo di gestore della fauna e della caccia, dando a ISPRA il ruolo di legislatore e amministratore che invece spetta alla Regione.

L’Assessorato non ha capito che rinunciare non serve a niente, i ricorsi arrivano lo stesso e solo tenendo le posizioni della legge nazionale si può ottenere qualcosa. I casi di Toscana e Sardegna ce lo hanno confermato”.

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