Agricoltura Pisa e Livorno. Bilancio Cia Etruria: 2022 con più ombre che luci, senza reddito non ci sarà futuro

PISA – Bilancio annata 2022 per le province di Pisa e Livorno da parte di Cia Etruria.

Cia Etruria è nata a febbraio 2022 mettendo insieme i territori e gli agricoltori delle Province di Livorno e di Pisa. Un fatto storico per la Confederazione. A quasi un anno di distanza c’è la convinzione di aver fatto la scelta giusta, la convinzione di aver messo in campo uno strumento forte e autorevole a disposizione degli agricoltori e dei cittadini per tutti i tipi di supporto e di consulenza di cui hanno bisogno, ma soprattutto uno strumento proiettato al futuro e adeguato all’agricoltura che cambia rapidamente, quindi con esigenze e prospettive nuove.

Il percorso che abbiamo intrapreso non è stato facile e non lo sarà nemmeno nei prossimi mesi e anni anche perché il settore primario sta attraversando una fase molto difficile dove ai problemi storici se ne sono aggiunti altri legati essenzialmente a due eventi drammatici e inaspettati come la Pandemia legata al Covid e la Guerra in Europa scatenata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Un 2022 di più ombre che luci per la nostra agricoltura, sia sul livello nazionale che nei territori di competenza di Cia Etruria e cioè le province di Livorno e Pisa.

I costi di produzione

L’incremento esponenziale dei costi di produzione, legato prevalentemente all’impennata dei costi energetici (elettricità e carburanti agricoli in primis) ha avuto effetti negativi su tutti i settori agricoli, così come effetti pesanti li ha determinati la siccità con l’assoluta mancanza di pioggia  per diversi mesi dell’anno.

I cereali hanno raggiunto prezzi di mercato forse mai raggiunti in precedenza, ma il  beneficio per i produttori è stato in buona parte annullato dai costi sostenuti, stessa analisi si può fare per i settori ortofrutticolo, vitivinicolo  e olivicolo, particolarmente colpiti anche dalla siccità. Situazione molto pesante per la zootecnia, bovina, ovina, suinicola, dove il fattore incremento costi di produzione ha inciso in maniera ancora più pesante costringendo addirittura alla chiusura alcune aziende.

Bene l’agriturismo con un recupero importante di presenze molto frenate dal Covid negli anni precedenti.

Resta grave il problema dei danni da selvaggina alle coltivazioni. In questo caso Cia Etruria chiede con forza la messa in atto di provvedimenti più efficaci a tutela degli agricoltori e anche della sicurezza dei cittadini.

In un contesto così difficile suscitano molta preoccupazione nella Presidente Cinzia Pagni e negli organismi di Cia Etruria i primi dati messi a disposizione dall’ISTAT, dati rilevati con il 7° Censimento dell’agricoltura che si è svolto nel 2020.

Alcune criticità che riguardano il comparto agricolo erano e sono ben conosciute, ma alcuni dati emersi e messi nero su bianco con la loro inesorabile tendenza negativa, evidenziano una situazione ancora più drammatica di come era percepita.

La SAU (supericie agricola utilizzata) media ad azienda è passata da 5,1 ettari nel 1982 a 11,1 ettari nel 2020. Significativo il salto dal 2010 al 2020 da 8 a 11,1 ettari (+ 28%). Il tutto si spiega con il fatto che numerose piccole aziende hanno chiuso e sono state inglobate da altre aziende agricole esistenti. 

In Toscana

Con la rilevazione 2020, risultano 52.146 aziende e una SAU totale di  640.110 ettari (SAU media ad azienda  ha 12,27).

Nel 2010 le aziende agricole censite in Toscana erano 72.686. Ne abbiamo quindi perse circa 20.000 (-28%). La SAU totale in Toscana nel 2010 era di  754.000 ettari, nel 2020  640.000 ettari (- 114.000 ha, pari a – 15%).

Per i non addetti ai lavori 1 ettaro corrisponde più o meno a due campi da calcio.

Per capire la perdita potenziale di produzione nei 114.000 ettari di superficie agricola utilizzata persi in Toscana negli ultimi 10 anni facciamo una ipotetica proiezione  utilizzando due prodotti principe: il grado duro con il quale si produce prevalentemente pasta, il grano tenero con il quale si produce prevalentemente pane. In 1 ettaro si producono mediamente 40 ql di grano duro, quindi in 114.000 ettari se ne potrebbero produrre 4.560.000 ql che darebbero  3.500.000 ql di pasta. Sempre in 1 ettaro  si producono mediamente 50 ql di grano tenero e in 114.000 ettari   5.700.000 ql che darebbero 5.130.000 ql di pane.

Come si può vedere inoltre si sono drasticamente ridotte le aziende a conduzione familiare (-50%) e sono sensibilmente aumentate quelle con manodopera non familiare (+38%).

In Toscana sono oltre 70.000 gli addetti in aziende a conduzione familiare, così come 70.000 sono gli addetti per manodopera non familiare. Sono quindi circa 140.000 gli addetti totali nelle varie forme consentite.

Si evidenziano drammaticamente 2 emergenze: la perdita di aziende e la perdita di suolo agricolo. Dai riscontri che abbiamo questa tendenza sta inesorabilmente continuando.

Sono due fenomeni strettamente collegati che hanno come causa scatenante prevalente la scarsa redditività delle attività agricole. Occorrono quindi politiche più incisive a tutti i livelli istituzionali, ma occorrono urgentemente anche normative che blocchino immediatamente il consumo di suolo agricolo.

La nuova Programmazione PAC e le aree rurali

Con il 2023 partirà la nuova programmazione europea 2023-2027. Sono attesi provvedimenti importanti che saranno gestiti dagli Stati Centrali e dalle Regioni. Ci aspettiamo una maggiore attenzione al sostegno del reddito degli agricoltori, perché senza reddito la nostra agricoltura non avrà futuro. Questa attenzione in funzione del reddito non è e non sarà sufficiente se riguarderà solo i provvedimenti di sostegno come la PAC o come i bandi del PNRR, ma servirà complessivamente in tutte le scelte amministrative, anche quelle degli Enti Locali che riguardano ad esempio i servizi socio sanitari e il sistema infrastrutturale delle aree più disagiate.

La perdita di suolo agricolo

Lo stop totale alla perdita di suolo agricolo è un’esigenza ormai imprescindibile e non rinviabile. Serve urgentemente un Legge nazionale in tal senso. Non andare in quella direzione non è più un atteggiamento definibile solo  irresponsabile, ma ormai, visto il contesto, è delittuoso.

Cia Etruria è a disposizione delle Istituzioni e degli Enti territoriali per segnalare le criticità che riguardano prevalentemente gli agricoltori e le aree rurali, ma è anche a disposizione per mettere in campo idee, proposte e progetti, forti delle nostre competenze e della conoscenza del territorio.

 

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