Grano duro. Quello italiano è 100+15 (quintali e percentuale di proteina). Lo studio del CREA

FOGGIA –  «Nonostante le stime di produzione più alte rispetto al 2022, la produzione italiana di cereali rimane largamente insufficiente per i fabbisogni della filiera agroalimentare nazionale. Per aumentare la produttività del “granaio Italia”  abbiamo lanciato la campagna di ricerca “CREA 100+15 Granoduro” , per dimostrare che è possibile raggiungere produzioni di 100 quintali ad ettaro con il 15% di proteina, mantenendo alti valori di sostenibilità ambientale. Speriamo poi che Governo e Parlamento approvino rapidamente la norma, che consente la sperimentazione in campo delle varietà ottenute con tecniche di evoluzione assistita. Ci aspettiamo molto da queste varietà in termini di resistenza e produttività».

Così Stefano Vaccari, Direttore generale del CREA in occasione del DurumDays 2023, l’evento internazionale organizzato dalla filiera del grano duro per fare il punto sulla produzione attesa in Italia e nel mondo.

La ricerca del CREA. Per aumentare la produzione granaria e ridurre l’import di grano duro è necessario aumentare le rese per ettaro, sia migliorando i protocolli agronomici sia sviluppando materiali genetici adatti. Il CREA è attivo su entrambi i fronti: dal punto di vista genetico, supportando le aziende sementiere, attraverso l’impiego delle nuove biotecnologie oggi disponibili in grado di sviluppare nuovi materiali genetici e nuove varietà, e, dal punto di vista agronomico, implementando sistemi basati sulle tecnologie 4.0 e finalizzati ad aumentare la produzione e ridurre i costi, fondamentale per mantenere la redditività delle aziende. In particolare il CREA sta sviluppando un progetto pilota, replicabile e trasferibile, di fertirrigazione del grano duro, in condizioni limitate e in aziende altamente specializzate. Si tratta di un’irrigazione di soccorso per i periodi di siccità prolungata con effetti significativi sulla produzione.

“CREA 100+15 Granoduro”: è un protocollo sperimentale di fertirrigazione che prevede di trasferire sul frumento duro l’expertice maturata da alcune aziende agricole a produzione orticola, presenti nella provincia di Foggia, specializzate nell’uso della microirrigazione, dell’irrigazione a goccia e della fertirrigazione. In questo modo è possibile sviluppare una produzione di altissimo livello, in termini di rese (oltre le 8 – 9 tonnellate a ettaro) e dagli elevati standard qualitativi. Grazie alla concimazione liquida e alla distribuzione della fertirrigazione in piccole dosi per l’intera durata del ciclo colturale, è possibile, infatti, incrementare il contenuto proteico fino a livelli molto alti, assicurando, quindi, una qualità elevata. Si tratta di un sistema dal significativo vantaggio economico per l’agricoltura, sebbene possa essere trasferito limitatamente a quelle aziende che sono già attrezzate e specializzate nella microirrigazione: nei primi anni, ad esempio, si stima che potrebbe interessare 4/5 mila ettari.

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