Grano duro. Italmopa, Anche le farine devono essere Made in Italy

FOGGIA – “L’andamento del mercato nazionale del frumento duro non può in alcun modo prescindere dall’evoluzione, sia essa al rialzo o al ribasso, dei mercati internazionali” così Enzo Martinelli, Presidente della Sezione Molini a frumento duro Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia nel corso dei Durum Days in svolgimento a Foggia.

“È doveroso ricordare che il nostro Paese esporta il 60% circa della sua produzione di pasta alimentare, un trend peraltro in costante crescita, e che tali esportazioni possono essere garantite esclusivamente con il ricorso alle importazioni di frumento duro che costituiscono strutturalmente il 40% del nostro fabbisogno” prosegue Martinelli. “Non si può pertanto fare astrazione del contesto internazionale all’interno del quale si muove inevitabilmente, e aggiungerei irrimediabilmente, la nostra filiera. Acquisita questa premessa, riteniamo che la valorizzazione della produzione nazionale di grano duro e la riduzione del differenziale negativo tra le quotazioni del grano nazionale e quello di importazione costituisca un obiettivo prioritario, non solo per l’imprenditoria agricola ma anche per la trasformazione industriale. Un obiettivo che può essere raggiunto attraverso il superamento delle criticità che ancora, e purtroppo, contraddistinguono la nostra produzione primaria – dalla frammentazione dell’offerta, all’inadeguatezza logistica – ma anche attraverso l’incremento della qualità media delle nostre produzioni. Relativamente a quest’ultima considerazione, non posso che ribadire il ruolo indispensabile che riveste lo strumento del contratto di filiera, purché esso sia totalmente esente da ogni condizionamento sindacale nella determinazione dei prezzi di compravendita del prodotto”.

“L’Industria molitoria e Italmopa che la rappresenta” conclude Martinelli “si è sempre espressa, nelle posizioni assunte, partendo da considerazioni incontrovertibili e nell’interesse della filiera e di tutti gli attori che la compongono, auspicando la massima collaborazione, e non contrapposizione, tra gli stessi. Ci auguriamo che questo approccio possa essere da tutti condiviso, a prescindere dalle contingenze, e che siano archiviati i dogmatismi antiindustriali che si stanno pericolosamente sedimentando nel nostro Paese”.

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