Pomodoro da industria. Nel piacentino accordo per il prezzo che rispetta i mercati internazionali

PIACENZA – Il pomodoro da industria ha da ieri pomeriggio il suo accordo quadro, a memoria non si ricorda una trattativa così lunga e serrata. Confagricoltura Piacenza esprime soddisfazione proprio perché i tempi così dilatati sono stati necessari a raggiungere un equilibrio e la fine la filiera intera ha mostrato ragionevolezza. Con oggi si può pensare solo all’operatività di una campagna che anche agronomicamente non risparmierà preoccupazioni.

“Il prezzo è interessante perché raggiunge una quotazione maggiore rispetto a quella dello scorso anno – commenta Filippo Gasparini presidente di Confagricoltura Piacenza – è poi dettata da un prezzo che si stava formando trasversalmente ai mercati e, si sa, le quotazioni sono frutto del bilancio tra domanda e offerta. Più degli altri anni si decretata l’importanza degli organismi che devono intercettare l’equilibrio, ossia le Organizzazioni di produttori, che hanno saputo potenziare il loro ruolo compattando sapientemente l’offerta.  Solo attraverso la programmazione si determina l’offerta e dunque il prezzo. L’affermazione del controllo della programmazione deve collinare anche con le necessità dell’industria. Conta il risultato. Se per raggiungere l’equilibrio, che poi è il prezzo, tra programmazione e bisogni dell’industria occorre tempo è tempo ben investito.

Non senza fatica – prosegue Gasparini – la filiera ha dimostrato la coesione e il senso di responsabilità che ci aspettavamo nel voler tutelare un prodotto di valore e strategico per la nostra economia. È accaduto esattamente ciò che auspicavamo, ossia che sia stato riconosciuto, per lo meno, il prezzo di riferimento che i mercati mondiali, si vedano gli accordi sottoscritti in Spagna e California, avevano già ratificato. Prezzo peraltro indicato anche da un’importante realtà produttiva e di trasformazione italiana”.

Confagricoltura Piacenza plaude ancora una volta alla coesione del mondo agricolo e alla capacità crescente delle organizzazioni di produttori che hanno affrontato unite una trattativa non facile rappresentando con coerenza e trasparenza le necessità inderogabili della parte agricola. “Un ringraziamento va alle Op che hanno mostrato di saper gestire il prodotto – rimarca Gasparini – come associazione non possiamo altro che plaudire ribadendo, come sempre sottolineiamo, che la capacità di aggregazione del mondo produttivo è l’unica vera leva in mano agli imprenditori agricoli per ridefinire il sistema dei prezzi. Dopodiché va riconosciuta anche l’apertura mostrata dal mondo della trasformazione, che nella trattativa era tenuto a svolgere il proprio ruolo, ma che ha mostrato di avere a cuore il settore.

La filiera è solida – conclude Gasparini – e si è fortificata. Ben differentemente sarebbe andata se le Op avessero deciso di sottoscrivere l’accordo due mesi fa ai ventilati 130 euro la tonnellata. Venti euro la tonnellata di differenza non si sarebbero mai potuti gestire con i costi che abbiamo in campagna e, questo sì, avrebbe minato la tenuta della filiera. Il tavolo delle Op poteva avere un problema solo: ossia un cattivo coordinamento, questo avrebbe generato una cattiva programmazione. il coordinamento è invece stato sempre più serrato dimostrandosi un valore per la filiera in quanto punto di riferimento e non solo come controparte dell’industria.  Oggi possiamo dire – conclude Gasparini – che anche l’industria ha validato l’importanza che la filiera viaggi compatta e ha sottoscritto, controfirmando l’accordo, quanto sia importante assicurare una certa remunerazione della parte agricola. Ognuno è una risorsa per l’altro e Confagricoltura Piacenza esprime soddisfazione per il ruolo che ognuno sa esprimere facendo di questo comparto un esempio eccellente dell’agroalimentare italiano”.

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