Il modello di gestione delle risorse idriche sbarca a Doha con i casi raccontati di ANBI

DOHA (QATAR) – Secondo l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), il cambiamento climatico è causa dell’80% dei disastri naturali e potrebbe costringere circa 143 milioni di persone a migrare entro il 2050; nel primo semestre del 2023, devastanti alluvioni si sono registrate in U.S.A. e Cina, accompagnate da siccità estreme e prolungate come in Canada, Spagna e Grecia. In Italia, nell’anno appena concluso, la violenza degli eventi meteo ha rapidamente trasformato condizioni di scarsità idrica e prolungata siccità in disastrose emergenze idrogeologiche (Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Campania…).

La compagnia assicuratrice svizzera Swiss Re ha calcolato che i danni da calamità naturali crescono con una media annuale tra il 5% e il 7%: nel primo semestre 2023 tale costo è stato superiore del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni, arrivando a toccare la cifra di 120 miliardi di dollari.

L’European Severe Weather Database ha registrato, nel solo mese di luglio scorso,  oltre 4.100 fenomeni atmosferici estremi nel Vecchio Continente (ondate di calore, prolungate siccità, improvvise intense precipitazioni, grandinate, tornado, alluvioni lampo).

La siccità è concausa anche degli incendi boschivi: nel primo semestre del 2023 sono bruciati 2.100.000 ettari di foreste in Canada, mentre in Italia, secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sono andati in fiamme ha. 59.000, di cui il 75% in Sicilia e il 18% in Calabria.

Non solo; l’ONU ha affermato che ogni essere umano per sopravvivere deve disporre di almeno 50 litri d’acqua al giorno: una quantità, che è un miraggio in molte aree del mondo.

“E’ a questo contesto emergenziale che, in attesa di ineludibili ma non facili scelte planetarie, è necessario dare, sul piano locale, risposte concrete di adattamento e resilienza. Per questo, abbiamo colto l’opportunità di presentare, nel Padiglione Italia all’interno dell’Expo di Doha, capitale qatarina , le strategie e gli interventi messi in campo dai Consorzi di bonifica ed irrigazione per contrastare le conseguenze della crisi climatica – spiega Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – In questa missione siamo stati accompagnati dal Presidente della Commissione Agricoltura ed Agroalimentare del Senato, Luca De Carlo e siamo stati ricevuti dall’Ambasciatore in Qatar, Paolo Toschi.”

L’evento “Le nuove frontiere della raccolta dell’acqua, dell’irrigazione e del riuso” è stata così occasione per presentare in un contesto internazionale le misure e le azioni che ANBI, contemperando le esigenze di tutti i portatori di interesse, sta perseguendo in Italia.

“Accanto all’adeguamento della rete idraulica esistente serve – prosegue il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue – la realizzazione di nuove infrastrutture per aumentare la capacità di trattenere l’acqua sul territorio, aumentando le riserve idriche. Contestualmente va ottimizzato l’utilizzo irriguo, grazie all’innovazione tecnologica per un’agricoltura 4.0:  da un lato, sistemi informatici e telematici, droni, sensori, satelliti, intelligenza artificiale; dall’altro,  miglioramento genetico e nuove tecniche agronomiche di coltivazione sostenibile. Infine, va incentivata la circolarità di utilizzo della risorsa idrica anche in agricoltura. Rilanciamo – prosegue Vincenzi – la proposta  ANBI-Coldiretti per la realizzazione di una rete diffusa di nuovi bacini idrici, sostenibili e multifunzionali per la raccolta delle acque piovane, di cui attualmente si trattiene solo l’11% dei circa 300 miliardi di metri cubi, che annualmente cadono sull’Italia. Il piano, da finanziare con un fondo pluriennale, dispone già di circa 390 progetti, di cui 123 in fase esecutiva e, quindi, immediatamente cantierabili. I bacini, da realizzare in sintonia ambientale con i territori, sono in grado di rispondere non solo alle esigenze irrigue, ma anche a quelle civili, industriali, energetiche, sociali e, alla bisogna, potabili.  Bisogna, inoltre, ampliare ed  efficientare i 3 milioni e mezzo di ettari attualmente attrezzati con impianti irrigui collettivi, nonché investire in soluzioni innovative quali digitalizzazione, monitoraggio, gestione automatizzata e telecontrollata delle reti idriche, avanzati servizi a sostegno del processo decisionale irriguo. La certificazione di sostenibilità idrica GocciaVerde e la piattaforma di consiglio irriguo Irriframe sono due esempi del nostro concreto impegno a servizio dell’economia del territorio. Infine, stiamo lavorando per soluzioni, che consentano, come richiesto anche dall’Unione Europea, un maggiore utilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura. Attualmente in Italia vengono dispersi circa 9 miliardi di metri cubi all’anno di acqua rigenerata da efficienti impianti di depurazione e che potrebbe essere impiegata a scopo irriguo. Per incentivare il riutilizzo delle acque in agricoltura, ribadiamo però la necessità di garanzie incontrovertibili e pubbliche a tutela della qualità e della salubrità delle produzioni agricole. Permangono difficoltà, infatti, per l’eliminazione dei metalli pesanti e degli inquinanti emergenti(microplastiche, elementi radioattivi, antibiotici, molecole xenobiotiche, ecc.).”

La missione ANBI a Doha era composta anche da Adriano Battilani, Segretario Generale Irrigants d’Europe; Caterina Truglia, ViceDirettore ANBI; Raffaella Zucaro, Direttore Generale Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo.

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