Proteste agricoltori. Confagricoltura Rovigo, d’accordo con mobilitazione, ma concertiamo le richieste del mondo agricolo

ROVIGO – “Comprendiamo le motivazioni alla base della marcia dei trattori, ma riteniamo che sia più utile portare avanti una concertazione e un dialogo con le istituzioni per riuscire a ottenere dei risultati”.

Così Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo, si esprime sulla protesta degli agricoltori autonomi, partita dalla Germania e arrivata nei giorni scorsi in Italia: oggi e domani decine di trattori sfileranno a Verona protestando contro le politiche dell’Ue e la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura.

Di questo ieri si è parlato a lungo nel direttivo di Confagricoltura Rovigo, che ha avuto come ospite il senatore Bartolomeo Amidei. Al parlamentare polesano il presidente Lauro Ballani e il direttore Massimo Chiarelli hanno voluto sottoporre le problematiche che stanno causando il malcontento degli agricoltori, sfociando nelle manifestazioni in piazza di questi giorni. Amidei si è impegnato a porre all’attenzione dei palazzi romani le istanze degli imprenditori agricoli, già oggetto di incontri tra i vertici nazionali di Confagricoltura e il ministro Francesco Lollobrigida.

“Comprendiamo, come abbiamo detto al senatore Amidei, il malumore degli agricoltori che stanno scendendo in piazza – sottolinea Lauro Ballani -, ma noi riteniamo che per ottenere risultati servano unità tra le associazioni agricole e dialogo a tutti i livelli con le istituzioni. Il ministro Lollobrigida, come ha riferito il senatore, ha dato disponibilità a costituire tavoli di concertazione per attutire misure, come quelle della Legge finanziaria, che stanno creando parecchi problemi alle aziende agricole. Parliamo, ad esempio, della mancata proroga dell’esenzione Irpef sui redditi dominicale e agrario dei terreni agricoli, che si auguriamo venga ripristinata nel decreto Milleproroghe. Ma anche dell’incertezza dei contributi delle polizze assicurative, per i quali chiediamo tempistiche più certe. O delle agevolazioni legate al gasolio agricolo, che dovrebbero scomparire dal 2026: un punto molto importante su cui bisogna ragionare da subito, perché tutti i macchinari innovativi acquistati grazie agli incentivi vanno a gasolio e, senza agevolazioni, sarà difficile far fronte alle spese legate al funzionamento”.

Ma le problematiche a causa del malumore son anche le politiche Ue, a cominciare dalla Pac, la Politica Comune Europea, che sta entrando nella sua fase applicativa: “Il mondo agricolo può accettare la sfida di andare verso la sostenibilità, ma deve esserci la sicurezza di poter produrre per restare competitivi sul mercato – spiega Ballani -. Se ci impongono di mettere a riposo il 4 per cento dei terreni non andiamo certamente verso l’autosufficienza, parola a lungo invocata durante la pandemia e all’indomani del conflitto in Ucraina, quando tutti i politici chiesero ad alta voce di coltivare i terreni incolti in Italia, pari a un milione di ettari. Dobbiamo, purtroppo, constatare che l’agricoltura viene messa al centro dell’attenzione quando accadono le emergenze, come quando riempivamo gli scaffali di verdura, frutta e carne ai tempi del Covid. Ma quando tutto passa, il settore primario torna nelle retrovie”.

Le richieste di Confagricoltura sono di “riallineare la Pac alla situazione socioeconomica attuale, consentendo di aumentare le produzioni e di permettere l’utilizzo di adeguati strumenti che consentano una difesa efficace delle colture – conclude il presidente -. Bisogna cambiare orientamento rispetto agli ultimi anni, che hanno visto l’imposizione di prodotti come la carne sintetica e la farina di grillo, sperando che con le prossime elezioni europee ci sia un cambiamento di governance che ci permetta di produrre in maniera più serena e con regole meno penalizzanti”.

 

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