Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella Scienza, oggi 11 febbraio. Protagoniste in agricoltura

ROMA – Scienza e ricerca fondamentali per l’agricoltura con la figura femminile sempre protagonista. Nei centri di ricerca, nelle università, nelle aziende private.


Nella Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella Scienza, oggi 11 febbraio, Onu Italia ricorda: un significativo e persistente divario di genere caratterizza da sempre la partecipazione femminile nelle cosiddette discipline STEM, ossia: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.

Nonostante tale divario sia più o meno rilevante a seconda dei diversi contesti nazionali, e in molti casi la partecipazione femminile all’educazione universitaria abbia raggiunto livelli significativi, questa tendenza è generalmente riscontrabile in tutto il contesto globale. Per dare un’idea, basti considerare che statisticamente, a livello internazionale, le donne e le ragazze costituiscono solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40 di quelli laureati in informatica e computer science. Passando invece al campo della ricerca, è interessante notare come alla percentuale femminile di ricercatori, stimata intorno al 33,3%, siano garantite di solito borse significativamente inferiori a quelle dei colleghi maschi, tendendo ad avere una vita lavorativa più corta e peggio pagata.


 

Continua Onu Italia

Oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aggravato le ineguaglianze di genere, dalla chiusura delle scuole ad un aumento di violenza e a un sempre maggior carico di cure in casa. Questa ineguaglianza sta privando il nostro mondo di un enorme talento e forza di innovazione inespresse. Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti” António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Il Contributo delle Nazioni Unite

L’eguaglianza di genere è stato da sempre un tema di centrale importanza per le Nazioni Unite. Sin dalla sua fondazione, infatti, l’ONU ha riconosciuto la parità e l’emancipazione femminile come contributi cruciali allo sviluppo economico globale, e negli ultimi anni, al progresso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

La Commissione sullo status delle Donne (CSW), è il principale organo istituzionale internazionale esclusivamente dedicato alla promozione della parità di genere e all’emancipazione femminile. Nata come Commissione del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), fu istituita nel 1946 con la Risoluzione 11(II) del 21 giugno.

Nel 1996, la Risoluzione 1996/6 dell’ECOSOC, espanse il mandato della Commissione, decidendo che questa avrebbe ricoperto un ruolo guida nel monitoraggio e revisione dei progressi e dei problemi legati all’implementazione della Dichiarazione di Pechino del 1995.

Il 14 marzo 2011 poi, la Commissione sullo status delle donne, in occasione della sua cinquantacinquesima sessione, adottò un report con lo scopo di favorire l’accesso e la partecipazione delle donne e delle ragazze nell’educazione, nella formazione, nella scienza e nella tecnologia, promuovendone la parità professionale nel campo. Il 20 dicembre 2013 quindi, l’Assemblea Generale adottò una Risoluzione sulla scienza, la tecnologia e l’innovazione per lo sviluppo, in cui riconosceva che un pieno ed equo accesso a questi campi per le donne e le ragazze, fosse imperativo per acquisire una vera parità di genere.

Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze

L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è quello più di tutti incentrato sulla parità di genere e l’emancipazione femminile. Come già visto, l’eguaglianza, in questo senso, non è solo un diritto fondamentale, ma anche un fondamento necessario di un mondo più prospero e sostenibile. A questo scopo, l’obiettivo si articola in nove punti principali.

5.1: Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze

5.2: Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo

5.3: Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili

5.4: Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali

5.5: Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica

5.6: Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato nel Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d’Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle successive conferenze

5.a: Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali

5.b: Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna

5.c: Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli.

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