FIRENZE – Negli ultimi anni, l’impiego dei droni in agricoltura ha registrato un’impennata significativa, rivoluzionando le modalità con cui tecnici, agronomi e agricoltori monitorano e gestiscono le colture.
Questa evoluzione, tuttora in atto, è guidata dai rapidi progressi tecnologici: sensori
sempre più sofisticati, maggiore autonomia di volo e l’integrazione con algoritmi di
intelligenza artificiale per l’elaborazione e l’interpretazione dei dati. Mentre l’agricoltura tradizionale si affida a rilievi visivi o modelli previsionali per identificare problemi colturali, l’utilizzo dei droni consente un monitoraggio più preciso e tempestivo.
Attraverso sensori specifici, i droni possono catturare immagini ad altissima risoluzione e
raccogliere informazioni fondamentali su parametri agronomici chiave come lo stress idrico, il vigore vegetativo, la presenza di patogeni, e altre criticità distribuite spazialmente. L’integrazione di queste tecnologie con l’esperienza agronomica di campo consente di trasformare il drone in uno strumento diagnostico avanzato, capace di supportare in modo concreto e puntuale le decisioni agronomiche.
iDrone: il servizio di monitoraggio aereo firmato Agrobit
Grazie a un’esperienza pluriennale nel settore del precision farming, Agrobit ha sviluppato il
servizio iDrone, pensato per ottimizzare l’attività dell’agricoltore, dell’agronomo e dell’agrotecnico. Il servizio consente di ridurre tempi e costi di indagine agronomica, migliorando al tempo stesso la qualità delle informazioni raccolte.
Vediamo nel dettaglio le principali funzionalità offerte:
1. Fotogrammetria aerea
I droni dotati di fotocamere RGB permettono il monitoraggio visivo delle colture dall’alto,
restituendo una visione d’insieme dettagliata dello stato vegetativo e morfologico degli
appezzamenti.
Grazie a queste immagini, è possibile elaborare:
• Mappe visibili (RGB): utili per stimare l’area vegetata, individuare malattie, contare le
piante o localizzare fallanze.
• Modelli 3D (digital twin) delle colture e del terreno, fondamentali per misurare la
biomassa e valutare la crescita delle piante in termini numerici.
• Modelli digitali di elevazione (DEM, DSM): strumenti preziosi anche per la
progettazione di nuovi impianti, sia agricoli che irrigui.
La possibilità di ripetere i voli nel tempo consente di confrontare lo sviluppo colturale durante la stagione, favorendo scelte agronomiche più mirate e dinamiche.
2. Mappe multispettrali
Le mappe multispettrali rappresentano uno degli strumenti più potenti del monitoraggio
avanzato. Grazie a sensori specifici, i droni possono rilevare la riflettanza delle piante in
diverse bande dello spettro elettromagnetico, trasformando questi dati in indicatori di salute e vigore.
Attraverso l’elaborazione di indici vegetazionali, si ottengono:
• Mappe di vigore vegetativo (es. NDVI, OSAVI), per identificare differenze di sviluppo vegetativo all’interno dell’appezzamento.
• Mappe di clorofilla (es. GNDVI, NDRE, MCARI, TCARI), per individuare zone in sofferenza o con carenze nutrizionali.
• Mappe di pigmenti, come antociani e carotenoidi (es. ARI, CRI), indicatori precoci di stress e senescenza.
• Ulteriori indici per l’individuazione di piante malate (es. Flavescenza Dorata).
Queste mappe possono essere tradotte in mappe di prescrizione per la gestione a rateo
variabile della concimazione, dei trattamenti o della raccolta.
3. Mappe termiche
Un’altra frontiera è rappresentata dall’uso di termocamere montate sui droni, che
permettono di rilevare variazioni di temperatura superficiale, correlabili con lo stress idrico.
Con questa tecnologia è possibile produrre:
• Mappe di stress idrico (es. CWSI), per una gestione più efficiente dell’irrigazione.
• Mappe di temperatura del suolo, utili per individuare ristagni, zone in ombra, efficacia delle colture di copertura o disomogeneità nel profilo idrico del campo.
Tali informazioni possono guidare l’installazione o la calibrazione di impianti di irrigazione di
precisione, portando a un risparmio idrico significativo e a una migliore uniformità colturale.
Conclusioni: efficienza, sostenibilità e precisione
L’agricoltura di precisione trova nei droni un alleato formidabile. L’utilizzo di queste tecnologie consente un rilievo rapido, accurato e oggettivo delle colture, riducendo l’incertezza e migliorando le strategie decisionali.
Dai rilievi RGB alle mappe multispettrali e termiche, i dati raccolti consentono di:
• Migliorare la gestione agronomica
• Ridurre gli sprechi e gli input chimici
• Aumentare la produttività e la qualità del raccolto
• Pianificare strategie di raccolta differenziata in base alla maturazione o al vigore
• Creare mappe di prescrizione sempre più accurate e personalizzate.
L’applicazione dei droni è perfettamente allineata con gli obiettivi del Green Deal Europeo e della strategia Farm-to-Fork, che puntano a ridurre del 50% l’uso di fitofarmaci entro il 2030, promuovendo una transizione verso un’agricoltura più sostenibile, efficiente ed economicamente competitiva.
Un ulteriore aspetto innovativo è l’adattamento delle dosi dei prodotti fitosanitari non più in
kg/ha, ma in relazione alla superficie fogliare effettiva (Leaf Wall Area – LWA). I modelli e le mappe generate da drone sono fondamentali per calcolare questi parametri biometrici, rendendo possibile una distribuzione più precisa ed ecologica dei trattamenti.
In un contesto in cui ogni ettaro conta, la precisione dei droni rappresenta un vantaggio competitivo cruciale per il futuro dell’agricoltura.